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Franco Battiato non è stato solo un abile compositore musicale, ma anche un filosofo; ha intrapreso un percorso spirituale che ha trasportato anche nella musica
La produzione letteraria di Battiato è ampia e varia. Molti testi sono scritti in collaborazione con altri autori sotto forma di dialoghi e interviste. Approcciarsi a tali tipi di letture non è semplice. Spesso bisogna staccarsene per poi ritornarci con una mente più lucida e libera. Certi pensieri possono liberarci, rendendoci più leggeri, ma un passaggio pesante, greve è inevitabile. Mentre leggo, in versione digitale “Battiato – Io chi sono?: Dialoghi sulla musica e sullo spirito!” il dispositivo mi avverte fra una riga e l’altra che solo – 3 lettori – stanno leggendo quel pezzo. In ogni caso sono in buona compagnia. Mi basta. Vado avanti.
Franco Battiato si è avvicinato alla meditazione, a un universo filosofico che lo ha portato ad interessarsi al buddhismo e alla teosofia, alle estasi mistiche, a pensieri elevati sulla vita e sulla morte. Ha viaggiato in luoghi e spazi diversi, ha attraversato spesso crisi profonde, che ogni volta lo elevavano a un gradino spirituale superiore.
L’autore pensava o forse sperava che una nuova rivelazione fosse imminente. Una sapienza e coscienza per il genere umano. Qualcosa che potesse salvarci, insomma. E forse, non tutto è perduto.
Secondo Battiato, l’uomo deve sbloccare i propri automatismi, perché sono zavorre che ci impediscono di risalire su. Pensiamo di essere liberi, ma siamo incatenati alle abitudini. Man mano che ci evolviamo facciamo piccoli passaggi e si ricomincia daccapo. C’è un nuovo passo, un salto, e da un certo momento non siamo più ciò che eravamo prima, ma abbiamo messo il piede su uno scalino che ci porta sempre più in alto.
L’era del cinghiale bianco
Dopo una crisi spirituale che supera interessandosi di religione e misticismo, per Battiato arriva nel 1979 “l’era del cinghiale bianco”. Nelle tradizioni celtiche antiche è l’animale legato alla consacrazione, al potere luminoso che viene dal mondo di sopra, un’era spirituale in cui l’alto torna a governare il basso, lo spirito che domina il mondo materiale. Questo è il significato del testo.
Il cinghiale bianco è un animale sacro in tutte le culture, infatti, non si esclude che Battiato abbia attinto anche ad altre fonti (religioni, tradizioni, culture). Quando si parla di cinghiale ci si riferisce sempre a un mondo spirituale che ha la capacità di influenzare il mondo di giù, quello terreno.
L’era del cinghiale bianco è anche un’età mitologica e magica, durante la quale ogni uomo raggiunge la conoscenza assoluta in senso spirituale. Spero che ritorni presto l’era del cinghiale bianco – è un passaggio di quella canzone.
La copertina del disco ha al suo interno molti richiami a civiltà antiche, si intravede un fascio di luce che viene dall’alto: sacro e luminoso. Le acque rappresentano ciò da cui dobbiamo liberarci per salire verso il cielo. Ci sono poi molti simboli del bene e del male.
L’era del cinghiale bianco e libere interpretazioni. L’uscita dell’album avrà suscitato non poche curiosità, e forse, qualcuno avrà pensato – riguardo al titolo – all’avvio di una nuova stagione di caccia. Magari alle sagre di paese, dove la salsiccia di cinghiale sarebbe stata protagonista assoluta.
Sul sito web dell’artista è scritto:
“Il cinghiale bianco indicava presso i Celti il sapere spirituale, la Conoscenza. Penso che sia venuto il momento di non perdere più tempo appresso ai problemi sociali ed economici, facendoli apparire come inesorabilmente oppressivi ed unici responsabili del nostro star male. Perdere tempo intorno alla dialettica servo-padrone ha il solo scopo di allontanare dai problemi ben più seri e fondamentali quali per esempio la comprensione dell’universo e della relazione nostra con esso”.
Perdersi nel pensiero e nella musica di Battiato
Abbiamo paura perché non sappiamo dove si va a finire, Dimentichiamo le immense possibilità dell’essere? E che cosa sia la gioia fuori dal nostro corpo?
Una mistica tibetana disse: “Lasciatevi mangiare, non c’è problema!”.
La meditazione andrebbe insegnata nelle scuole elementari. Siamo trascinati da correnti (passioni, gelosie ecc.). Più in alto vai più la materia si fa leggera, più hai la percezione di mondi delicati e sottili.
Devi lasciare fuori le grossolanità e un certo genere di pensieri. Alcune sensazioni, un litigio, una guerra contaminano e i tuoi sentimenti sono tirati giù, verso il basso. Il sociale come luogo non mi interessa, invidie e gelosie sono mondi che non si riesce a eliminare almeno si deve cercare di controllare.
Un tuffo nel pensiero di Franco Battiato è un’immersione in una dimensione diversa, dove divino e misticismo si abbracciano, e per un attimo si vive – almeno immaginandolo – come al di fuori del proprio corpo.
Conosci te stesso?
Quando affermi di conoscere te stesso, in realtà sei portato a riconoscere il tuo corpo esteriore, le mani, i piedi…mentre non conosci ciò che sta dentro di te di autenticamente tuo. Se sei travolto dall’ira, cerchi un nemico; se sei eccitato, cerchi il coito; se hai fame, il cibo; se hai sete, la bevanda: l’animalità si accompagna a te in queste cose. Ora, devi invece conoscere te stesso secondo l’essenza, onde apprendere chi sei, da dove provieni, perché sei stato creato, in che cosa consiste la tua felicità e in che cosa la tua miseria.
L’uomo moderno è rimasto identico a quello antico, nonostante il progresso. Inalterati tutti i vizi e tutte le malvagità. E questo è inaccettabile.
Bisognerebbe insegnare meditazione nelle scuole elementari. Questo era ciò che Battiato pensava. Ma non solo quello, tutto ciò che formi individui illuminati. Spiritualità, meditazione, conoscenza vera, insomma preparare i futuri cittadini del mondo per questa vita intelligente, superiore.
La speranza di uomini che guardino in alto è forse molto di più di un desiderio insito nel testo della canzone. E come potrà avvenire una simile rinascita?
Non sempre si risale dal fondo
Quando si tocca il fondo si può solo risalire – Si tratta di una frase ambigua. L’espressione lascia intendere, infatti, che non è possibile scendere ancora più in basso. Gli esseri umani utilizzano alibi e scuse proprio per scendere sempre di più, giustificando qualsiasi tipo di comportamento.
Il punto non è la profondità del fondo, esso può essere infinito. Si può cadere ogni giorno di più, oppure restare intrappolati senza poter risalire. Ciò che conta è prendere coscienza della propria condizione e decidere di rinascere. Battiato era un cercatore. L’era del cinghiale bianco restituisce delle immagini terrene – a volte un temporale non ci faceva uscire – il testo contiene apparentemente semplici frasi che possono celare altri significati o anche no. Un’opera d’arte va anche interpretata.
Da un lato il testo evoca le giornate vacanziere e gli alberghi a Tunisi, mentre contrappone gli studenti di Damasco vestiti tutti uguali. Due mondi diversi, due modi in cui la vita si esprime. L’esistenza che passa tra il chiasso o il grigio rigore, mentre l’ombra di un’entità siede in un cinema o in un bar. Sperando che il mondo spirituale con la sua sapienza e profondità fecondi quel mondo di chiasso e di materia, quello degli alberghi pieni e quello degli studenti di Damasco.
Profumi indescrivibili
Nell’aria della sera
Studenti di Damasco
Vestiti tutti uguali
L’ombra della mia identità
Mentre sedevo al cinema oppure in un bar
Ma spero che ritorni presto l’era
Del cinghiale bianco
Arriverà mai l’era del cinghiale bianco, il massimo grado di elevazione spirituale, superiore a qualsiasi potere terreno e a qualsiasi malvagità?
Franco Battiato, pittore
Sulle basi di sereno e attento dialogo con la propria individuale facoltà pittorica, Franco Battiato ha intrapreso un cammino di ricerca che si è progressivamente consolidato in una ben definita pratica artistica. Questa attività si è venuta ad affiancare a quella più ampiamente nota di musicista, e, dal ’93 ad oggi, ha condotto i suoi quadri ad essere esposti in parecchie mostre personali tra Roma e Catania, Stoccolma, Miami, Firenze e Goteborg.

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