Tutti contro X Factor, Paolo Meneguzzi dai social punta il dito

Io ero in trasmissione nel pubblico quando Morgan ha trattato male Ambra – così inizia il post del cantante Paolo Meneguzzi, il quale critica l’approccio dei giudici nella trasmissione.

Poi continua – È stato bruttissimo per tutto il pubblico e per i concorrenti. Ero lì per supportare una band della mia scuola, le Ragazze Punk, composta da 4 ragazze 16enni. I giudici hanno deciso di massacrarle senza motivo, semplicemente perché proponevano un pop leggero. Quindi puoi proporre pop leggero, tipo Disco Paradise, a 40 anni, ma a 20 no?

Poi Ambra, che le giudica deridendole…sembra una barzelletta! Le ha definite come le Lollipop (a sfottò), ha criticato le coreografie come se lei in passato fosse stata Michael Jackson! Ma lei non ha iniziato mica in quel genere? Quindi? Fedez, il “Signor Disco Paradise”, che giudica il testo da cima a fondo, come se fosse Paul McCartney. Senza considerare le allusioni di vario genere di tutti i giudici che si sono permessi di insinuare che queste ragazze nella vita non fanno un caz*o. Le Ragazze Punk escono di casa la mattina alle 7 e ritornano a mezzanotte, se va bene, per studiare musica e per riuscire a coniugare liceo, arte, canto e ballo. Ma i giudici sono arrivati persino a sfottere la loro provenienza geografica, come se in Svizzera non potessero nascere talenti e soprattutto sfottendo gli Svizzeri. E perché?

Potevano dar loro dei consigli, dir loro che forse sono ancora acerbe, ci poteva stare, ma hanno scelto di massacrare delle minorenni, proprio come un’altra ragazza che ha proposto Toxic di Britney Spears. Un’esibizione che ha provocato la reazione di Morgan che ha affermato, leggete bene, che lei è “l’esempio di ciò che lui non vuole vedere!”. Toxic è soltanto una canzone d’amore, non un inno alla vita tossica. Tutto a un tratto Morgan mi diventa un Papaboys ed è sparita per 20 secondi la sua proverbiale conoscenza musicale? Cioè spiegatemi che gusto c’è a prendersela con delle ragazze sognatrici e in più minorenni?

Non credete che X Factor abbia perso ogni sensibilità? Vedere distruggere i sogni dei ragazzi è terribile, mi fa provare vergogna nel fare ancora questo lavoro. Perché devo usare il mio tempo per i ragazzi a lavorare sui loro sogni? Provo vergogna nel ripetergli ogni giorno che bisogna crederci e che bisogna sognare. Fanno uno show a qualunque costo, anche a costo di lasciare indietro un gruppo di minorenni che studiano musica. Quando 2 giudici su 4 non sanno suonare nemmeno il campanello di casa! Al posto di tutelare chi ancora sogna e studia, questi pensano all’opportunità di far diventare virale, per qualche motivo, una loro uscita che invece è deprimente. Per questo ho scritto anche alla redazione di X Factor (la lettera integrale è di seguito) quando me ne sono andato a causa della frustrazione e della pena per i giudici. Chissà se ora faranno vedere le Ragazze Punk, o avranno capito di avere un tantino esagerato? I giovanissimi di oggi al giudizio, alle parole, soprattutto le ragazze, sono molto sensibili. Ma chi se ne frega giusto? Bisogna diventare virali a qualunque costo!

Poveri noi…

In un messaggio inviato alla redazione del programma, Meneguzzi continua il suo sfogo – Non funzionerà mai uno spettacolo nel quale a prescindere bisogna massacrare i giovani che propongono un’arte, come quella della musica e del pop, e devono far felici le persone, farle sorridere e non piangere. Vedere i giovani massacrati non fa né ridere né piangere. Fa pena. Pena per chi lo provoca.

Paolo Meneguzzi dalle sue pagine social si batte contro la musica spazzatura, quella con testi violenti, maschilisti e vuoti. E che purtroppo diventano virali.

Cosa ne penso io? In effetti, il post e il dibattito non sono cose campate in aria, c’è un problema nella musica come nella società. Credo che i talent abbiano toccato il fondo. L’attenzione è puntata sullo show a tutti i costi. Bisogna provocare dispute tra giudici, e infine, giudicare andrebbe anche bene, ma sempre più spesso, molti si immedesimano troppo, ergendosi a giudici universali.

In molti programmi, la competizione è un obbligo. Ok, sì, ma mica poi tanto! L’imperativo è: Non esageriamo!

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