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Oggi si parla molto di meditazione e attività fisica, e di benessere in generale. Fare lunghe passeggiate nella natura fa vivere meglio, allenta la tensione e lo stress, contrasta l’insorgere di nuove patologie. E infine, fa bene all’umore, perché mette in circolo alcuni neurotrasmettitori, che ci rendono felici.
In altre parole, anche con una camminata veloce, l’afflusso di sangue al cervello aumenta e questo favorisce il flusso di pensieri positivi, migliorando anche le funzioni cognitive.
La meditazione è un’altra modalità di benessere, che spesso si associa all’esercizio fisico. Molti, infatti, mentre passeggiano o corrono, meditano. Un’altra pratica interessante è l’ascolto della musica o di podcast durante l’attività fisica, in modo da raggiungere un equilibrio tra mente-corpo-spirito.
Con questo podcast, proponiamo una passeggiata in compagnia di alcuni celebri filosofi e le loro perle di saggezza.
Per fortificare muscoli , cervello e spirito, ecco alcuni pensieri di Epicuro sulla felicità:
Non aspetti il giovane a darsi alla filosofia e non si stanchi il vecchio di coltivarla. Nessuno infatti è troppo giovane o troppo vecchio rispetto alla salute dell’anima. Chi dice che non è ancora giunta l’età per la filosofia o che l’età è già passata è simile a chi dice che non è ancora giunta o è già passata l’età per la felicità. Per cui devono dedicarsi alla filosofia sia il giovane sia il vecchio, l’uno perché procedendo negli anni sia giovane di beni per le gratificazioni acquisite da quanto gli è accaduto, l’altro perché sia contemporaneamente giovane e maturo per non aver paura di quanto gli accadrà. Occorre dunque meditare su ciò che procura felicità, perché se non c’è facciamo di tutto per averla.
Si deve riflettere sul fatto che, dei desideri, alcuni sono naturali, altri vani, e che di quelli naturali alcuni sono necessari, altri solo naturali. Di quelli necessari alcuni lo sono in rapporto alla felicità, altri per il benessere del corpo, altri per la vita stessa.
Se ti opporrai a tutte le sensazioni non avrai nemmeno, a proposito di quelle che tu definisci fallaci, un criterio di riferimento per giudicarle.
Anima piccola nella buona sorte si esalta, nell’avversa si annulla.
Non rovinare quello che hai desiderando ciò che non hai. Ricorda che ciò che ora hai un tempo era tra le cose che speravi di avere.
Non fingere di essere saggio, ma sii saggio davvero: non abbiamo bisogno di apparire sani, ma di esserlo veramente.
Alberto Bevilacqua nel suo libro Lettere alla madre sulla felicità scriveva – è stata lei a insegnarmi come la felicità si possa conoscere e vivere anche quando il mondo ti ringhia addosso. Per Seneca la felicità non ha confini, non soffre limiti, non trova ostacoli nemmeno nella fortuna, che sperimenta sulle sue ferite la potenza di questa forza cosmica e universale.
Il saggio vive lieto del presente e senza pensiero del futuro è il famoso carpe diem tratto dalle odi del poeta Orazio. Vivi l’oggi che si sposa con vivi adesso di Seneca.
L’uomo di Seneca, aggrappato all’oggi, si difende dal tempo e dalla fuga incessante degli anni annullandoli nella sua coscienza. Proprio perché chiuso nella sua perfezione sente che non c’è alcuna differenza fra un tempo lungo e uno breve. Chi ha posto ogni giorno l’ultima mano alla sua vita, non ha bisogno del tempo. Annullata la visione quantitativa del tempo il saggio vive l’attimo con la stessa intensità di un’eternità.
La vita felice di Lucio Anneo Seneca. Tutti vogliono vivere felici, caro Gallione, ma non vedono con chiarezza che cosa renda la vita felice. Non è facile conseguire una vita felice, perché, quanto più la perseguiamo, tanto più ce ne allontaniamo, se abbiamo sbagliato strada.Bisogna domandarci cosa sia ciò che desideriamo, poi guardarci intorno e considerare per quale via sia possibile volgerci verso quella meta.
Cerchiamo qualche bene non apparente, ma duraturo, costante e davvero bello in ciò che si tiene nascosto: tiriamolo fuori. E non è lontano. Noi, invece, come in mezzo alle tenebre, passiamo oltre a quello che ci sta vicino, inciampando proprio in quello di cui sentiamo il bisogno.
Felice è chi vive in accordo con la sua natura, il che è possibile, solo se l’animo è sano e altrettanto la volontà.
Si può anche dire felice colui per il quale non esiste altro bene o altro male se non un animo buono o malvagio, colui che coltiva l’onestà e si contenta della sola virtù, che non si lascia né esaltare nè abbattere dalle vicende della sorte, che non conosce bene maggiore di quello che egli può dare a se stesso e per il quale il vero piacere consiste nel non curarsi dei piaceri.
Non è felice chi non ha la ragione sana, e non è sano chi sceglie come bene supremo ciò che gli nuocerà. Felice è pertanto l’uomo dal giudizio retto, chi è contento della sorte che ha, qualunque sia, ed è amico di quello che ha; felice è colui al quale la ragione suggerisce in tutto e per tutto come deve regolare la sua vita.
Ma chi ignora che sono gli uomini più stolti a sprofondare nei piaceri, che la malvagità può essere fonte di godimento, e l’animo stesso accoglie molte specie di piaceri perversi! Fra i primi l’arroganza, la presunzione, la superbia, che fa sentire superiori agli altri, l’amore cieco ed eccessivo per i propri averi, i godimenti senza ritegno e l’esultanza esagerata per le cose puerili e inutili; poi la durezza, il disprezzo che gode di offendere, l’inerzia e il disfacimento di un animo fiacco che dorme su se stesso.
La virtù disperde tutto questo, tira le orecchie ai piaceri e li valuta prima di accoglierli.
Anna Franc disse pensa a tutta la bellezza ancora rimasta attorno a te e sii felice.

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