Emergenza povertà: Reddito e sussidi, un viaggio in altri paesi

L’articolo che segue fa parte dei diari “heat or eat” : una serie in prima linea nell’emergenza del costo della vita in Gran Bretagna.

Lisa: Ho fatto un piccolo errore compilando un modulo per il Dipartimento del Lavoro e delle Pensioni. Adesso non so come me la caverò

Sono assolutamente devastata e schiacciata. E non so come riuscirò a superare i prossimi due mesi. I miei benefici sono stati ritirati senza preavviso. Ho perso £ 1.165 al mese in indennità di lavoro e di sostegno (Esa), indennità di alloggio e riduzione delle tasse comunali. 

Perché? Perché ho cercato di essere onesta e perché i sadici del Dipartimento per il Lavoro e le Pensioni hanno deciso che sarebbe stato divertente distruggere qualcuno come me.

Allora, cos’è successo? La mia datrice di lavoro, una donna adorabile e un’amica intima, ha cambiato il modo in cui mi pagava. È passata dal darmi una busta paga al pagare i guadagni. La differenza, è che invece di ricevere una busta in mano, il denaro finisce direttamente nella mia banca.

I sussidi li ricevo perché la mia salute è troppo precaria per poter lavorare a tempo pieno, c’è un limite al tempo in cui possiamo lavorare a settimana: 16 ore a settimana. Qualunque cosa oltre a questo, si perde la maggior parte dei benefici. Quando la mia amica ha cambiato il modo in cui mi pagava, ho dovuto compilare un modulo. Mi è stato chiesto quante ore lavoravo a settimana, quindi ho scritto 16 ore a settimana, ovvero il massimo.

Perdere i sussidi per un secondo

Solo che ho capito male. Sedici ore sono oltre il limite. Il limite effettivo è di 15 ore, 59 minuti e 59 secondi. Ora, in un paese funzionale e umano, il DWP guarderebbe il mio modulo e direbbe: “La povera/stupida Liz non sapeva che il secondo in più la porta oltre i suoi limiti legali, ma ovviamente non rimuoveremo il suo Esa”. Andremo avanti normalmente e le scriveremo per spiegarle. Ma oh no. Non in Gran Bretagna, dove la qualifica per lavorare nel DWP sembra essere una laurea in crudeltà, un master in pedanteria e un dottorato in bastardologia.

L’ho scoperto quando ero alla Lidl con mio figlio, la settimana dopo la scadenza del pagamento dell’indennità. La mia carta è stata rifiutata. Non c’erano abbastanza soldi in banca. È stato umiliante.

Il giorno dopo mi è arrivata la lettera che mi comunicava che mi avrebbero tagliato l’Esa della settimana precedente perché avevo lavorato troppe ore, anzi un secondo di troppo. Hanno bloccato il mio Esa, che costa 320 sterline, hanno sospeso il mio sussidio per l’alloggio di 495 sterline al mese e hanno annullato la mia riduzione delle tasse comunali, che vale circa 30 sterline al mese.

Fino a quel momento me la stavo cavando bene: sopravvivevo, prendevo cura dei miei due figli adolescenti con un mix di lavoro e benefici ed ero un modello ragionevole per i bambini. Nonostante la mia salute cagionevole, ho sempre lavorato. Nonostante sia malata, mi piace ancora sentire di dare un contributo alla società e mostrare ai miei figli che è bello alzarsi piuttosto che vivere delle spese dello Stato. Poi mi penalizzano per una cosa del genere. Non si rendono conto delle onde d’urto che ciò porta nella vita delle persone. Oppure lo fanno, e a loro non importa. O, peggio di tutto, lo fanno e lo apprezzano positivamente.

Ora dicono che devo presentare nuovamente domanda per i miei benefici e stanno cercando di farmi ottenere il credito universale, ma il mio mix di benefici ha funzionato perfettamente bene per 12 anni: so a cosa ho diritto e per cosa. Se scelgo il credito universale, mi ci vorranno cinque settimane per ricevere il mio primo pagamento. Come farò a sopravvivere nel frattempo? Mi sono rimaste 30 sterline sul mio conto in banca.

Quando ho contato di nuovo le mie ore dopo che la mia Esa è stata interrotta, mi sono resa conto che non stavo nemmeno lavorando 16 maledette ore. Erano le 15 e mezza: sabato dalle 9:00 alle 16:00 e lunedì dalle 9:00 alle 17:30. Se ho commesso questo errore, ce ne devono essere decine di migliaia là fuori proprio come me, e il DWP stava solo aspettando di avventarsi sulla nostra ignoranza e ingenuità, su un piano tecnico, su un errore, solo per spezzarci. E sono fortunata. Altre persone non possono raccontare la loro storia attraverso TheGuardian come faccio io. Se gli spilorci del DWP sono determinati a spezzarmi, hanno fatto un ottimo lavoro. Sono tornata al banco alimentare per la prima volta in due anni. Sono orgogliosa delle banche alimentari e del lavoro che svolgono, ma allo stesso tempo questo mi fa sentire di aver fallito ancora una volta. 

Mi è stato tolto il tappeto da sotto i piedi. Ho un aspetto curvo e la mia salute mentale ha subito un duro colpo. Vorrei solo mettermi la trapunta sulla testa e non uscire, ma ovviamente non posso, a causa dei bambini. Sono passata dall’essere relativamente allegra e serena al sentirmi inferiore alla feccia dello stagno.

Questo accade in Gran Bretagna, ma nelle altre parti del mondo non va meglio. In Italia, il governo ha cancellato il reddito di cittadinanza, con alcune eccezioni, introdotto i gol, un percorso formativo e per il resto non si sta occupando degli svantaggiati, come aveva promesso.

Ma la storia è sempre uguale: Chi governa cita numeri e pil, senza conoscere le reali condizioni della popolazione. Molti ministri italiani e alcuni rappresentanti delle istituzione potrebbero avere una grande carriera nella comicità, per le cose che affermano e fanno. Ciò che accade in Gran Bretagna è un po’ quello che succede in altre parti del mondo. Chi occupa posti di potere (assistenti sociali, gestori dei centri di accoglienza, amministratori locali, ministri, potere legislativo ecc.) non ha alcuna percezione della cruda realtà.

Non vengono presi di mira solo i cittadini italiani, ma anche i migranti. Si pensi al recente accordo con l’Albania, del quale si danno versioni e spiegazioni fuori da ogni logica. La faccenda è complicata e assurda alo stesso tempo, e con molta probabilità si risolverà con un’altra bolla di sapone. Secondo il diritto internazionale sui rifugiati, la responsabilità di valutare le richieste di asilo e di concedere la protezione internazionale spetta allo Stato in cui il richiedente asilo arriva, alle frontiere terrestri o marine, e chiede tale protezione. 

Tale obbligo rimane inalterato anche in seguito al trasferimento dei richiedenti asilo o alla valutazione delle domande di protezione al di fuori del territorio nazionale. Anche se tra gli Stati possono essere stipulati accordi legali di trasferimento basati sulla cooperazione in materia di asilo, tali misure devono garantire e rafforzare la protezione dei rifugiati.

Perfino Amnesty International ha ritenuto manifestamente illegale e impraticabile l’accordo con l’Albania. L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, ha commentato l’accordo sulla detenzione in Albania di rifugiati e migranti:

Le persone soccorse in mare dalle autorità italiane, comprese quelle in cerca di riparo in Europa, sono sotto la giurisdizione italiana e non possono essere trasferite in un altro stato prima che la loro richiesta d’asilo e le situazioni individuali siano esaminate. È molto semplice. Questo è un accordo sul respingimento, una prassi vietata dalle norme europee e internazionali e per la quale l’Italia è stata già condannata dalla Corte europea dei diritti umani.Questo accordo è illegale, impraticabile e va annullato. L’Italia sostiene che le persone detenute in Albania resterebbero sotto la giurisdizione italiana, ma la realtà è che l’accordo verrebbe usato per aggirare le norme italiane, europee e internazionali con possibili conseguenze devastanti per le persone in cerca d’asilo, che potrebbero essere sottoposte a detenzione automatica e prolungata e altre violazioni dei diritti umani, al di fuori del controllo delle autorità giudiziarie italiane. La Commissione europea ha già detto chiaramente che le norme europee sull’asilo non possono essere applicate fuori dall’Unione europea. Sebbene i dettagli dell’accordo non siano ancora noti, stanno già emergendo una serie di preoccupazioni. Amnesty International chiede al governo italiano di rispettare i suoi obblighi di diritto internazionale in materia di non respingimento e di garanzia dell’asilo e chiede alla Commissione europea di assicurare che gli stati membri non violino l’insieme delle norme in materia di protezione internazionale.

Alcuni esponenti del governo, arrampicandosi sugli specchi, sostengono che quando i migranti sapranno di non arrivare in Italia ma in Albania, decideranno di non partire. Come se la gente disperata avesse una scelta, come se l’Albania fosse tanto diversa dall’Italia, come se dopo tante sofferenze (quelle che non hanno mai provato questi individui al potere, seduti su comodi sofà) ai migranti facesse paura approdare in un paese piuttosto che in un altro.

I costi di questa barzelletta? Sono ingenti, tutti a carico degli italiani, di quelli che non godono di sussidi o aiuti, di quelli che non sostengono più costi di benzina, gas, luce, lattein polvere e pannolini.

Sulla pelle degli altri è tutto più bello e facile.

Fonte: Storia di Lisa TheGuardian

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