Perché diciamo bugie? Come smascherare un bugiardo?

Quante bugie diciamo e perché? Sono sintomo di qualcosa di più profondo oppure sono semplici banalità? Le bugie servono a evitare conflitti o a vincerli. Possono, a volte servire ad essere gentili o apparire migliori di ciò che siamo. Forse, spesso mentiamo a noi stessi per ingannare meglio gli altri

Come si costruisce una bugia? Il bugiardo professionista lo sa, conosce benissimo alcune tecniche che ha imparato nel corso degli anni, oppure ha doti innate. Generalmente il bugiardo patologico inserisce la bugia all’interno di fatti realmente accaduti. Inoltre, tiene molto a raccontare i dettagli, per dare più forza alla sua bugia.

Bugie: Recenti scoperte

Recenti ricerche hanno focalizzato l’attenzione sui mentitori “di professione” e alle modalità utilizzate per ingannare gli altri. Brianna Verigin e Ewout Meijer dell’Università di Maastricht (Paesi Bassi), hanno studiato 194 persone, alcune delle quali si dichiaravano ottimi bugiardi. «A volte, anche in lavori scientifici, si legge che ognuno di noi mente circa 1 o 2 volte al giorno. La gran parte delle bugie viene pronunciata da pochi individui, nel nostro studio dal 40% delle persone», afferma Verigin.

Come smascherare un bugiardo?

In realtà può essere facile, e allo stesso tempo difficile. Dipende dalle circostanze, dalle persone e da diverse situazione che si vengono a creare. Esistono appositi studi in merito, e sicuramente chi ha studiato alcune tecniche ha maggiori strumenti. In ogni caso, noi, nel quotidiano ci affidiamo un po’ al nostro istinto, cercando di individuare alcuni segnali, come il tono della voce, lo sguardo, i gesti, ma non sempre è tanto semplice.

Dopo l’11 settembre, gli addetti alla sicurezza sono stati addestrati proprio per riconoscere le persone sospette. Ma, parliamoci chiaro, si tratta di studi e di teorie, ma la realtà è poi diversa. Nel senso che non abbiamo la certezza assoluta di trovarci davanti a un truffatore. Chi deve garantire la sicurezza dovrebbe riconoscere 92 segnali. La domanda è: Si possono vedere e analizzare 92 segnali in pochissimo tempo?

Per smascherare un bugiardo, bisogna, innanzitutto prestare molta attenzione al racconto e ai dettagli. Qualche domanda per verificare tempi e luoghi, magari non guasta. In generale, un bugiardo non muove molto braccia e gambe e gesticola poco. Utilizzare troppi intercalari, potrebbe essere sintomo di bugie. Il bugiardo tende a non rispondere alle domande dirette.

Quanti tipi di bugie esistono?

Molto parlano di bugie buone, dette a fin di bene. Si chiamano bugie bianche, dette magari per gratificare chi ci ascolta. Potremmo definirle mezze verità, complimenti. Diciamo pure che sono quelle bugie che possono essere accettate, che non fanno alcun danno, se non quello di suscitare simpatia nel nostro interlocutore.

Secondo alcune ricerche dire bugie è segno di intelligenza precoce. Si chiama “teoria della mente” quella che si inizia a costruire fin da piccoli. La Teoria della mente è importante nelle relazioni, ma anche nell’adattamento ambientale. Cos’è la teoria della mente?

Theory of Mind, ToM è un’abilità psicologica utile per la vita sociale: la capacità di capire e prevedere il comportamento sulla base della comprensione degli stati mentali (intenzioni, emozioni, desideri, credenze) propri e altrui.

Secondo alcuni studi, si inizia a mentire anche a pochi mesi, per attirare l’attenzione degli adulti. Piangendo, ad esempio. Ma se riflettiamo, alla fine sono diverse le volte in cui sentiamo, anche senza secondi fini, ma anzi per scopi altruistici, come ad esempio – Puoi prendere tu l’ultimo biscotto, a me non va.

A volte, mentiamo a noi stessi, per sentirci meglio, e per aumentare la nostra autostima. In una coppia, ad esempio, possono esistere molte bugie bianche, che reggono piccoli compromessi. A queste bugie bisogna fare attenzione, quando minano il rapporto (se sono troppe qualcosa non va).

Inoltre, meglio bugie bianche o sane critiche? A volte, non si ha voglia di discutere, ma bisogna essere certi che le bugie buone non facciano danni alle relazioni o ci spingano a dipingere quadri troppo lontani dalla realtà.

Qui, apriamo una parentesi, senza allontanarci troppo dal tema trattato, sarà utile dare la definizione di ipocrisia, molto diffusa in società- Ipocrita: Chi parla o agisce con ipocrisia, fingendo virtù, buone qualità, buoni sentimenti che non ha, ostentando falsa devozione o amicizia, o dissimulando le proprie qualità negative, i proprî sentimenti di avversione e di malanimo, sia abitualmente per carattere, sia in particolari circostanze, e sempre al fine di ingannare altri, o di guadagnarsene il favore

Infine, esistono le bugie nere, dette a scopo predatorio, per guadagnare un vantaggio immeritato a scapito di qualcun altro o per evitare una punizione. Questo tipo di bugie fa sicuramente danno, e distruggono reputazione e fiducia. Pettegolezzi.

Infine, si può sconfinare nella patologia, e mentire per manipolare e dare sfogo al proprio narcisismo e senso di superiorità, all’ egocentrismo.

Perché mentiamo?

Insomma, mentiamo perché ci serve. A volte è utile per primeggiare sugli altri, per raccontare piccole vittorie, e renderci migliori agli occhi degli altri. Secondo gli antropologi è l’intelligenza machiavellica che ci permette di mentire. Si tratta della capacità di pensare a una strategia ingannatrice che possa portare vantaggi. Pare proprio che la necessità di sviluppare inganni ai danni di altri membri del gruppo per poter primeggiare sia stata una delle molle che ci ha consentito di sviluppare l’intelligenza. Vincere con l’astuzia è infatti un ottimo modo di evitare un conflitto aperto. Del resto, alcuni studi dimostrano che i bravi bugiardi hanno più facilità a ottenere un lavoro e trovare partner sessuali.

Dicono più bugie gli uomini o le donne?

Non vi è alcuna differenza tra maschi e femmine in fatto di bugie, è quello che ci dicono gli studi. Ci autopromuoviamo, vendiamo noi stessi attraverso le bugie.

Diciamocelo pure, per fare colpo su una donna o un uomo, ci vantiamo magari anche di qualche virtù che non abbiamo. Il mondo, in fondo è pieno di bugie e menzogne, piccole, bianche, blu e di qualsiasi tipo. Come stai? bene. Come sei bella! Come stai bene! Difficile dire se si tratta, a volte di piccole cortesie o falsità. E quando, invece, si dice la verità costi quello che costi, senza veli, cosa potrà accadere alle relazioni?

Inoltre, mentire a se stessi ci fa apparire migliori ai nostri stessi occhi come ha dimostrato Dan Batson dell’Università del Kansas con un esperimento (più volte replicato con i medesimi risultati da vari studiosi nel mondo). Ha fatto credere a un gruppo di studenti che dovevano assegnare un compito a se stessi e un altro lavoro a uno studente sconosciuto che non avrebbe mai saputo a chi doveva quella incombenza. Un compito era descritto come noioso, l’altro dava diritto a ottenere un biglietto della lotteria. Agli studenti veniva anche data una moneta, dicendo che potevano tirare a sorte tra i due compiti (ma non era obbligatorio). Sorpresa: anche tra coloro che sceglievano di tirare a sorte erano molti di più coloro che assegnavano a se stessi il compito più semplice e con il premio finale, indipendentemente dal risultato apparso sulla moneta. Si sentivano cioè onesti solo per il fatto di averla lanciata anche se poi non ne rispettavano il verdetto.

Mentivano quindi a se stessi per migliorare l’immagine che avevano di sé.  Esistono però persone dall’abilità eccellente, dei veri e propri cacciatori di bugie. Ma si tratta di una qualità rarissima, su 12.000 persone esaminate dal neuroscienziato Paul Ekman, dell’Università della California, solo 20 erano abilissimi “smascheratori”. Forse perché riuscivano istintivamente a cogliere cambiamenti minimi nelle espressioni facciali e negli occhi dei mentitori. Per esempio quelli individuati l’anno scorso da un team di scienziati studiando con l’eye tracker, un apparecchio che registra caratteristiche e movimenti delle pupille, le persone intente a dire bugie. Risultato: i mentitori avevano la pupilla più stretta, fissavano più a lungo un determinato punto prima di spostare lo sguardo e gli occhi vagavano intorno di meno rispetto a chi dice la verità. Non era invece importante quante volte sbattessero le palpebre.

Ma perché non siamo bravi a scoprire le bugie? Forse perché, i nostri antenati vivevano in gruppi promiscui dove era relativamente facile capire un inganno dai comportamenti altrui. Oggi che viviamo dietro a porte chiuse e in comunità ben più numerose, oppure sul web, nascosti dietro ad uno schermo, ingannare è molto più facile.

Alcune verità, a volte è più comodo non conoscerle: vogliamo davvero sapere la vera risposta alla domanda-saluto “E tu, come stai?”. E poi, abbiamo voglia di ascoltare i nostri simili?

Fonte: Focus

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