Far parte di una piccola comunità o sentirsi parte di una comunità non sono la stessa cosa. Percezione e realtà possono confondersi, ma non sempre
Non sempre è semplice incontrare persone con le quali relazionarsi diventa quasi naturale. Scoprire le stesse passioni, ragionare allo stesso modo, condividere gli stessi pensieri e ideali è qualcosa che richiede impegno, ma è anche una connotazione naturale.
Oggi assistiamo alla nascita di tantissime comunità sia fisiche sia virtuali. L’uomo è un animale sociale. In effetti, senza relazioni non sappiamo vivere; abbiamo bisogno di interagire con i nostri simili, di trovare punti di contatto, similitudini. Ecco, quest’ultima affermazione è il focus che analizzeremo in questo articolo.
Bisogna fare, innanzitutto una distinzione tra comunità fisiche – dove le persone interagiscono ogni giorno, dove vi sono contatti reali, dove si incontrano anche problemi legati alla convivenza e comunità virtuali. Le abitudini spesso non combaciano, quindi è necessario qualche sforzo per superare le normali difficoltà della convivenza.
Dall’altra parte, come già detto, ci sono i gruppi virtuali, ovvero le pagine social, le chat dove condividere eventi e passioni. A volte le iniziative escono dal virtuale per diventare reali, ma non sempre.
Social housing e abitare solidale
Sempre più diffusi sono i progetti di social housing o coabitazione solidale. Si tratta di residenze dove convivono e si incontrano persone con storie e percorsi diversi. Ma la diversità, qui diventa valore aggiunto, creando un ambiente di socialità, che genera amicizie e legami forti. In molte città italiane hanno preso avvio con successi molti progetti di coabitazione. Vivere insieme per aiutarsi e sostenersi reciprocamente, ad esempio è l’idea alla base del Progetto “Abitare Solidale”, promosso in Toscana dal 2009, successivamente estesa anche a Bologna grazie all’Auser e al Centro Servizi per il Volontariato. Le co-housing sono strutture in cui gli anziani vivono assieme facendosi compagnia. Ogni anziano ha una camera privata, ma anche spazi comuni da condividere con gli altri ospiti come la cucina o la sala relax. Gli anziani che decidono di aderire ad uno di questi progetti, decidono in autonomia quando restare da soli e quando fare attività in compagnia. Generalmente si organizzano serate, uscite al cinema, si ha l’accesso a cure mediche e assistenza sanitaria.
Questa tipologia di abitazioni in cohousing sono diffuse nel Nord Europa (Danimarca, Svezia, Norvegia, Olanda, Inghilterra, Germania, Francia), ma anche negli Stati Uniti, in Canada, in Australia ed in Giappone.
Comunità lavorative, comunità energetiche
In Germania ci sono falegnami che seguono le regole della prima gilda dei falegnami, Zimmermeister, fondata nel 1152 con lo scopo di sviluppare e sostenere la formazione professionale dei falegnami. Oggi, gli apprendisti falegnami, dopo gli studi decidono di viaggiare e conoscere nuovi posti e nuovi metodi lavorativi.
Si viaggia, dunque non solo per diletto ma anche per studiare come si lavora il legno e crescere umanamente e dal punto di vista professionale. Il viaggio rappresenta un’apertura verso nuove culture e tradizioni, il viaggiatore acquisisce nuove esperienze e idee, e inoltre incontrare nuove persone apre la mente. Una pratica, quindi non solo per giovani falegnami.
LinkedIn ad esempio è il social network per chi cerca e offre lavoro, per chi è in cerca di collaborazioni lavorative. Di comunità professionali possiamo parlare anche prima dei social. Esistono, infatti gli albi professionali, dove i membri seguono alcune regole base, e spesso si creano collaborazioni proficue, stage, conferenze ecc. Negli ultimi anni sono nati i coworking, uffici o meglio postazioni all’interno di uno stabile, in cui lavoratori freelance o professionisti, prendono in affitto una postazione lavorativa. L’aggregazione, anche dal punto di vista lavorativo è sempre un’ottima opportunità; si creano sinergie e scambio di idee, e possono nascere nuovi progetti.
Sentirsi unite ad altre persone che hanno gli stessi intenti, gli stessi interessi, gli stessi obbiettivi crea le giuste condizioni non solo per connettersi con loro, ma anche per progredire negli ambiti che ci uniscono a loro. Potremmo continuare parlando delle associazioni culturali, che creano valore e cultura appunto su un territorio.
Cos’è una comunità energetica?
Una Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) è un’entità giuridica ed è formata da comuni cittadini, piccole e medie imprese e/o enti locali che decidono di autoprodurre energia da fonti rinnovabili e di condividerla tra loro. Si tratta di organismi regolati dalla normativa europea ed italiana ed è incentivati perché rappresentano delle forme di produzione e di approvvigionamento di energia vantaggiose sia dal punto di vista economico sia ambientale, e sociale.
La vita è cambiamento
Il cambiamento è difficile da attuare, ma anche da immaginare. Spesso, un cambiamento ci sembra un passo avanti, ci fa sentire sulla pelle quanto il tempo passi inesorabilmente.
A volte, il cambiamento è necessario, quasi un urgenza. Ce lo dice il tempo, magari la nostra continua inquietudine. Non ci vuole molto a capire se quel mondo dove abbiamo vissuto per anni, oggi è ristretto.
Non sempre viviamo in una città che ci piace, non sempre le nostre attività quotidiane ci appagano pienamente. L’attaccamento alle origini, alla famiglia, alle abitudini, alcune volte uccide. In questo blog, abbiamo molto parlato di borghi spopolati, che offrono incentivi a chi si trasferisce e contribuisce a ripopolarli. Di recente, il caso di Gonzaga, Mantova.
Auroville, ad esempio è una città “sperimentale”, ovvero una “comunità intenzionale” basata sulla visione di Sri Aurobindo, sorta nel distretto nello stato di Tamil Nadu, in India.
La città è stata disegnata dall’architetto Roger Anger ed è una città universale, dove uomini e donne da tutto il mondo, di ogni tendenza politica possono vivere in pace ed in armonia. Lo scopo di Auroville è quello di realizzare l’unità umana. Nel 2023 c’erano poco più di 3000 residenti provenienti da 42 Paesi.
Oggi Auroville è riconosciuta come il primo e unico esperimento in corso, approvato a livello internazionale, sull’unità umana e sulla trasformazione della coscienza.
Sarà possibile interagire con Auroville con diverse modalità:
- Visite e soggiorni
- Stage, studio o volontariato
- Workshop e terapie
Le nostre comunità e le nostre connessioni
La nostra comunità è rappresentata da amici, vicini di casa, colleghi, parenti. Creare rete e connessioni è molto importante, ma è fondamentale fare attenzione a non restare impigliati nella rete costruita. Attenzione a non creare collaborazioni e contatti solo per convenienza, per denaro e per opportunità. Più precisamente dovremmo chiederci cos’è una rete, e cos’è una connessione. In realtà, noi tutti viviamo in piccole o grandi comunità, iniziando dalla famiglia e dalla rete di conoscenti. Perfino il contesto condominiale è appunto una piccola comunità. Se esistono dissapori non superabili, sarebbe meglio cambiare aria e magari trasferirsi altrove, attuando anche quel “cambiamento”, spesso urgente.
Il senso e il significato di comunità arriva prima del concetto di rete. Oggi molta attenzione viene diretta verso l’ambiente.
Gli ecovillaggi, ad esempio sono comunità progettate per essere sostenibili sia dal punto di vista ambientale che sociale ed economico. Questi piccoli o grandi insediamenti di persone nascono per promuovere uno stile di vita più consapevole e favorire la condivisione delle risorse e delle responsabilità tra i membri della comunità.

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