Un altro effetto dei cambiamenti climatici è la siccità in molte regioni a causa di mancanza di piogge. A risentire del fenomeno è principalmente la Sicilia ma anche regioni come la Lombardia. Infatti, in Italia si sono registrati 81 danni da siccità prolungata. Lombardia (15), Piemonte (14) e Sicilia (9) le regioni più colpite in questi anni, seguite da Sardegna (6), Emilia-Romagna (6) e Trentino-Alto-Adige (6).
La siccità è un fenomeno climatico caratterizzato da una prolungata carenza di precipitazioni, che può avere effetti devastanti sull’ambiente, l’economia e la società. Uno degli impatti più evidenti della siccità è la riduzione delle risorse idriche. Fiumi, laghi e falde acquifere si prosciugano, causando una crisi idrica che può compromettere l’approvvigionamento di acqua potabile per le comunità e l’irrigazione agricola. Questo porta a una diminuzione della produzione agricola, con conseguenti perdite economiche per gli agricoltori e un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari.
L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha introdotto la notizia di un giacimento preziosissimo nel cuore più profondo della regione.
AGI – “Possibilità di utilizzare risorse idriche profonde per mitigare la crescente carenza d’acqua”. L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha introdotto così la notizia di un giacimento preziosissimo, molto più di oro e altri materiali pregiati in questo momento. Una enorme riserva di acqua nel cuore profondo e antichissimo della Sicilia, grazie a un processo avviato circa 6 milioni di anni fa. Un esteso corpo idrico sotterraneo di acque dolci e salmastre conservato in un acquifero profondo tra i 700 e i 2500 metri di profondità al di sotto dei Monti Iblei, nella Sicilia meridionale. Il volume d’acqua immagazzinato stimato dagli studiosi è pari a circa 17,3 chilometri cubi, ossia 17 miliardi di metri cubi che dalla preistoria potrebbero salvare la Sicilia del presente e del futuro: acque, dunque, a vario grado di salinità, non direttamente utilizzabili per il consumo umano: infatti al crescere della profondità aumenterebbe il grado di salinità dell’acqua.
Gli esiti della ricerca sono della fine del 2023, ma si impongono in questa fase di acuta emergenza idrica, nella quale la siccità prosciuga laghi e devasta habitat. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Malta, dell’Ingv e dell’Università Roma Tre ha pubblicato uno studio scientifico di grande rilevanza sulla prestigiosa rivista Communications Earth & Environment di Nature Portfolio.
Fonte d’acqua nel sottosuolo in Sicilia
L’articolo, intitolato “Extensive freshened groundwater resources emplaced during the Messinian sea-level drawdown in southern Sicily, Italy”, rivela la presenza delle risorse idriche sotterranee senza precedenti nella Formazione di Gela, una piattaforma carbonatica Triassica nel sottosuolo della Sicilia meridionale. Una manna dal sottosuolo, considerato che appena poche settimane fa, secondo quanto pubblicato dall’Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia, dei 288,95 milioni di metri cubi allora trattenuti dalle 29 dighe dell’Isola, l’acqua realmente disponibile nei bacini era poco più della meta’.
Le risorse idriche sotterranee profonde in tutto il mondo rappresentano un’importante fonte potenziale di acqua non convenzionale, che possono supportare le crescenti necessita’, legate anche alla crescita demografica globale”, afferma Lorenzo Lipparini, ricercatore dell’Ingv – Universita’ di Malta, professore dell’Università Roma Tre e primo autore dello studio, insieme a Damiano Chiacchieri, assegnista Ingv e dottorando dell’Università Roma Tre, Roberto Bencini collaboratore dell’Università di Bologna e Aaron Micallef, professore dell’Università di Malta. La scoperta di questo vasto accumulo d’acqua è il risultato di un approccio innovativo che combina l’analisi di pozzi petroliferi profondi con avanzate tecniche di modellazione tridimensionale del sottosuolo.
Abbiamo attribuito la distribuzione di questo accumulo di acque fossili a un meccanismo di ricarica meteorica guidato dall’abbassamento del livello del mare nel Messiniano” continua Lipparini. È stato ricostruito che questo abbassamento del livello del mare, avvenuto circa 6 milioni di anni fa, ha raggiunto i 2.400 metri sotto l’attuale livello del mare nel bacino del Mediterraneo orientale, creando le condizioni favorevoli all’infiltrazione di acque meteoriche e all’accumulo e conservazione di questa preziosa risorsa idrica nel sottosuolo. Queste acque addolcite potrebbero avere utilizzi diversificati, dalla potabilità all’utilizzo per scopi industriali e agricoli, aprendo così nuove prospettive per la Sicilia meridionale e altre regioni costiere del Mediterraneo”, sottolinea il ricercatore Ing.
Acqua nelle profondità dell’Etna
Come hanno ribadito gli esperti alla Tgr Sicilia, altri giacimenti d’acqua potrebbero essere trovati sia nelle profondità dell’Etna, sia nella parte nord-occidentale dell’Isola. “Questo approccio innovativo potrebbe, infatti, essere esteso ad altre aree dell’Italia e del Mediterraneo caratterizzate dalla carenza idrica e da condizioni geologiche analoghe”, suggerisce il primo autore della ricerca. “Grazie ai risultati raggiunti si potrà ora cercare di individuare possibili nuovi accumuli anche in aree quali Marocco, Tunisia, Egitto, Libano, Turchia, Malta e Cipro, per citarne alcune”.
Sono state utilizzate le competenze del team, sviluppate in particolare nel settore della ricerca petrolifera, per ricercare, questa volta, potenziali preziose risorse idriche profonde di supporto a uno sviluppo sostenibile, che permetta anche di affrontare le sfide della sicurezza idrica. Il progetto è stato inserito tra le “action” in occasione della “Water Conference” dell’Onu del marzo 2023 e, nel prossimo futuro, il team prevede di valutare un piano di sviluppo e un progetto di utilizzo di queste acque.
Quali sono gli effetti della mancanza d’acqua?
Oltre agli effetti diretti sull’approvvigionamento idrico e sull’agricoltura, la siccità ha anche gravi ripercussioni sull’ambiente naturale. La mancanza di acqua danneggia gli ecosistemi, mettendo a rischio la flora e la fauna locali. Le piante non riescono a crescere correttamente e gli animali possono morire di sete o per mancanza di cibo. Inoltre, la siccità aumenta il rischio di incendi boschivi, che possono distruggere vasti territori e ulteriormente danneggiare l’ambiente.
Soluzioni alla siccità
Una soluzione alla siccità potrebbe essere la desalinizzazione dell’acqua marina. La desalinazione del mare è un processo che permette di rimuovere il sale e altre impurità dall’acqua di mare per renderla potabile o adatta per l’uso agricolo e industriale. Questo procedimento è particolarmente utile nelle regioni aride o in quelle dove le risorse di acqua dolce sono limitate. Esistono diversi metodi per desalinare l’acqua, ma i due più comuni sono la distillazione e l’osmosi inversa.
La distillazione prevede il riscaldamento dell’acqua di mare fino a farla evaporare. Il vapore acqueo, che non contiene sale, viene raffreddato e condensato in acqua dolce. Tale metodo è efficace ma richiede un dispendio enorme di energia. L’osmosi inversa, invece, utilizza membrane semi-permeabili per separare il sale dall’acqua.
La desalinizzazione dell’acqua marina avviene con l’utilizzo di impianti ad osmosi inversa, ovvero speciali impianti di potabilizzazione che operano processi di filtrazione, utilizzando una membrana semipermeabile (o un altro tipo di filtro) per rimuovere i sali e le altre sostanze indesiderate dall’acqua.
Combattere la siccità: Quanto costa desalinizzare l’acqua marina?
Quanto costa desalinizzare l’acqua di mare? Il governo italiano discute da molto tempo su soluzioni per far fronte al problema siccità, che ormai insieme al surriscaldamento del pianeta assilla le nostre vite e i nostri territori. Secondo alcune stime desalinizzare l’acqua marina ha un costo di circa 2/3 ero al metro cubo. Bisogna tener presente che un metro cubo corrisponde a 1000 litri d’acqua.
Dal punto di vista economico è più conveniente desalinizzare l’acqua del mare in confronto alle spese di trasporto acqua da altre regioni.
Esistono, tuttavia altre problematiche da affrontare: i costi dell’energia necessari, gli scarti prodotti (sale) che se rigettato in acqua potrebbe rovinare l’equilibrio del mare. A Genova si è pensato di costruire un impianto con i soldi del PNRR, ma bisogna fare i conti con i contro del sistema.
Soluzioni pratiche per combattere la siccità
Il risparmio di acqua si può gestire in tanti modi. Uno dei tanti è ottimizzare gli impianti di irrigazione, utilizzare l’acqua con parsimonia nelle attività quotidiane, promuovere pratiche agricole sostenibili e infine, costruire impianti di raccolta acqua piovana e riutilizzo delle acque reflue trattate.
Fonte: AGI
Immagine free Pixabay

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