Le Mille Vite di Matylda Niżegorodcew e le nostre infinite possibilità

Quanto incide il luogo dove nasciamo?  Non riusciremo mai a rispondere a un tale quesito. Ci immergiamo in una serie di stili di vita e modi di pensare, e alla lunga tutte queste cose riescono a condizionare il nostro cammino. Modificano a volte anche la nostra natura.  

E se avessi…?

La domanda ci attanaglia sempre di più, sembra quasi un cappio al collo, talmente stringente che ci toglie il fiato. E se il segreto della vita fosse proprio quello di riuscire a essere se stessi in qualunque minuscolo angolo del mondo in cui ci troviamo?

Matylda Niżegorodcew, la fotografa delle vite

Dal 12 al 15 settembre 2024 si è tenuto il Festival internazionale della fotografia – PhMuseum International Photo Festival a Bologna. Tante sono state le opere e gli artisti rappresentati, tra cui Matylda Niżegorodcew, che ha fatto un’operazione interessante: riuscire ad entrare in altre vite.

Vi sarebbe piaciuto vivere una vita diversa? 

In Octopus’s diary la giovane fotografa polacca Matylda Niżegorodcew porta la sua attenzione verso le vite degli altri. Ma l’arte riesce a trasportarla più in là, infatti, lei decide di viverle tutte quelle vite. 

“Cosa succederebbe se..?”   Matylda parte proprio da questa domanda per esplorare tutte le infinite possibilità che una vita racchiude. Tutto dipende dalle scelte che quotidianamente compiamo? L’artista trova quattro persone disposte a farla entrare nella loro vita e nei loro panni per 48 ore. 

L’empatia supera il suo significato lato. Matylda entra nei pensieri senza filtri, nel letto e nelle sensazioni di altri, prova davvero ad essere qualcun altro. Non è quello che poi fanno gli scrittori con i loro personaggi? Gli danno voce, gli prestano pensieri, sensazioni, indossano i loro vestiti, si muovono all’interno di una storia come se fosse la loro storia. 

Siamo una persona o tante rinchiuse in vite che ci appartengono?

E cosa fa davvero un attore prima di entrare nella parte? Si spoglia e si riveste di un nuovo sentire. L’arte ha questo potere. Ci trasporta, trascende da tutto, corre su binari paralleli, altre volte li supera.

Cosa succederebbe se…? Matylda Niżegorodcew è quasi ossessionata da questa domanda. La perseguita quella sensazione che la sua vita potrebbe nascondere altre mille o mille possibilità. Si tratta di sensazioni e pensieri che appartengono alla sfera adolescenziale, ma che a volte restano nella mente di chi poi cresce.

“Mi sono comportata come se fossi aria”, scrive Niżegorodcew: ogni vita è il tentacolo di un polpo, e per riuscire a seguirli davvero bisogna diventare trasparenti, sparire.

Octopus’s Diary è un archivio di vite molteplici e parallele, aperto ed irrisolto, dimostrazione della leggerezza e della serietà che servono a non ignorare una domanda. Al di là dell’esperimento di questa artista, più che mille vite, qualcuno direbbe che esistono mille “io”. La molteplicità ci appartiene. L’evoluzione è uno status perenne.

Il mondo dei social è pieno di vite, forse nella maggior parte dei casi vite apparenti. Ci immaginiamo in un modo e ci fotografiamo, poi postiamo quello che stiamo facendo. Siamo alla costante ricerca e costruzione di un mondo. 

La vita che immaginiamo la postiamo, oppure in qualche modo ci appartiene realmente, attiene a quelle nostre mille possibilità. Molteplicità, forse è questa la chiave. Possiamo vivere mille vite ed essere sempre noi stessi, oppure possiamo essere tanti vivendo una sola vita.

Diversità, varietà e possibilità. Quest’ultima parola è la più potente. Non ci abbandona mai; d’altra parte un vecchio adagio recita: …Finché c’è vita…Allora possiamo, allora siamo!

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