La televisione è uno dei mezzi di comunicazione più potente. Si tratta di uno strumento che può essere anche utile di questi tempi. A volte, e non sempre ciò è positivo – indica cosa pensare, preconfeziona un pensiero unico
La tv è anche un potere nelle mani di autori, conduttori e responsabili. Bisogna essere molto cauti con uno strumento che induce una passività. Le persone, infatti, hanno poca possibilità di interazione. Molto facile è adattarsi, accettare quasi passivamente pensieri e parole che arrivano dallo schermo, senza farsi una propria idea. Non dimentichiamo gli interessi commerciali che ruotano intorno a trasmissioni e tv. La pubblicità o promozione rende un po’ schiavi del consumismo, condiziona non poco le nostre vite.
Negli ultimi anni si sta assistendo a un incremento di trasmissioni nelle quali si discute di fatti di cronaca nera. Al di là dell’argomento, il dibattito si impernia sui risvolti sociali e spesso si analizza la mente di chi compie atti di violenza. Tutto ciò può portare a comprendere meglio il mondo che ci circonda.
Trasmissioni tv di cronaca nera: Ore 14
Nel primo pomeriggio su Rai Due va in onda Ore 14, trasmissione condotta da Milo Infante, che con la presenza di ospiti fissi autorevoli prova a raccontare fatti di cronaca nera in chiave critica. Le analisi di psicologi e giornalisti, esperti avvocati e della Criminologa Roberta Bruzzone offrono spunti di riflessione, che in tanti ambiti la televisione ha dimenticato di fare.
Cronaca nera: la morte di Aurora a Piacenza
Da ieri ha fatto scalpore l’omicidio di Aurora, caduta dall’ottavo piano. I carabinieri, coordinati dalla Procura per i minorenni di Bologna, hanno fermato l’ex fidanzato, un 15enne già indagato per omicidio volontario. Il ragazzo aveva già commesso atti persecutori nei confronti della ragazza e si trovava insieme ad Aurora al momento della caduta, avvenuta venerdì 25 ottobre dal palazzo dove abitava a Piacenza. La madre e la sorella maggiore di Aurora non possono accettare che si tratti di suicidio o di un incidente. Gli inquirenti stanno vagliando ogni traccia per ricostruire la morte della giovane ragazza e stanno venendo alla luce alcuni dettagli che potrebbero essere fondamentali per le indagini.
Durante la trasmissione ore 14 attraverso una prima ricostruzione degli eventi precedenti e con l’aiuto degli esperti, ha fatto capolino una situazione complicata. Sembra che la ragazzina sia stata anche in pronto soccorso, dagli assistenti sociali ed era seguita da psicologi. Il ragazzo dormiva fuori al pianerottolo, picchiava lei e alcuni amici della ragazza. La madre della tredicenne ha detto che pensava che si fosse creata una rete e che quest’ultima avesse potuto salvare la figlia.
Cosa non ha funzionato? Pare che anche le amiche conoscessero il ragazzo e il suo comportamento violento. Stiamo vivendo in un mondo di persone cieche, che chiudono gli occhi e che continuano a giustificare ogni comportamento. Il silenzio, in questi casi è un reato grave almeno quanto un omicidio

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