La verità sul blackout in Spagna e Portogallo è che non si conoscono ancora le vere cause. la Corte penale suprema spagnola ha però aperto un’inchiesta su un possibile “sabotaggio” di infrastrutture critiche. La Spagna dovrà presentare a Bruxelles entro tre mesi dalla revoca dello stato di emergenza una relazione per spiegare le possibili cause del blackout che ha colpito la penisola iberica, quale è stato l’impatto e quali progressi sono stati raggiunti per il ripristino del sistema energetico. Oltre alla relazione a cui è vincolata Madrid, la legislazione dell’Ue prevede che un gruppo di esperti Ue – di cui farà parte anche Acer, l’agenzia per la cooperazione dei regolatori dell’energia – apra un’indagine indipendente per presentare “entro sei mesi” una relazione tecnica di accertamento dei fatti che esaminerà le cause dell’incidente.
Intanto il comunicato di Greenpeace recita quanto segue:
Blackout in Spagna, Greenpeace: Infondate le accuse alle rinnovabili, l’unica certezza è che il nucleare non è adatto alla gestione delle reti elettriche moderne.
Commentando la narrazione anti-rinnovabili che sta polarizzando il dibattito politico e mediatico a seguito dell’enorme blackout che ha colpito la penisola iberica lo scorso lunedì, Simona Abbate, della campagna Clima di Greenpeace Italia, dichiara:
«Mentre in Spagna e Portogallo le indagini per comprendere le cause del blackout sono ancora in corso, e il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha chiarito che le rinnovabili non sono colpevoli, diversi media italiani si sono affrettati ad attribuire ogni responsabilità all’energia solare. Tale reazione rientra perfettamente negli attacchi strumentali e ricorrenti alla transizione ecologica e alle fonti rinnovabili portati avanti da una parte della politica e dei media nel nostro Paese. Questa è l’ennesima dimostrazione di come, in Italia, la discussione sulla transizione energetica sia tutto fuorché indipendente, bensì fortemente influenzata dalle lobby fossili.
Il blackout di lunedì ha mostrato piuttosto una delle debolezze strutturali del nucleare. Verso le ore 17.00, quando la fornitura ha ripreso a funzionare su gran parte della penisola, le fonti rinnovabili stavano già garantendo il 90% dell’elettricità prodotta, dimostrando ancora una volta la loro straordinaria flessibilità. Nel frattempo, la Spagna era ancora in attesa che una centrale nucleare completasse il suo lento e rigido processo di riavvio. Questa rigidità rende il nucleare incompatibile con i moderni modelli di gestione della rete elettrica, che richiedono invece rapidità e adattabilità».
Il blackout in Spagna non è colpa delle rinnovabili
Ma mi piace chiudere con le parole di un articolo apparso su Il Fatto Quotidiano – Non si era ancora asciugato l’inchiostro virtuale sulle prime pagine dei giornali, che Sergio Giraldo scriveva su La Verità del 28 aprile che il blackout in Spagna era colpa delle rinnovabili (bontà sua, con un punto interrogativo!). Al solito, si parte da un evento particolare per generalizzare, come è successo con le auto elettriche presentate come dei fiammiferi su ruote, mentre invece sono molto meno a rischio di incendio di quelle a benzina o a gasolio. Anche con una buona potenza di batterie installata, nessuno può garantire che non ci saranno mai blackout, ma il caso della Spagna ci dice che dobbiamo insistere con batterie e rinnovabili. È una combinazione che ci sia energia a buon mercato come una rete stabile. Andiamo avanti così, e non vi fate imbrogliare da quelli che vogliono continuare ad avvelenarvi con petrolio e gas.
Prevenire blackout, cosa fare in caso di blackout
Tirando le somme e considerando i cambiamenti non solo climatici in atto, dovremmo avere a disposizione tanti piani d’emergenza. Innanzitutto per le alluvioni, per gli incendi, per le epidemie e chissà per cos’altro ancora. Una cosa è certa, nessuna certezza possiamo avere. Ma ciò accade dall’inizio della storia dell’uomo sulla terra. I singoli casi, per ovvie ragioni sono terreno fertile per chi sa solo generalizzare, per chi sa scovare benissimo capri espiatori. Di tutte le sciocchezze che vengono dette sui social e da alcuni giornalai ce ne importa meno di niente.
Per tutto il resto possiamo dire che:
- Bisogna essere aggiornati su eventi e iniziative della Protezione civile;
- Essere costantemente informati leggendo giornali autorevoli, anche on line;
- Avere a disposizione gruppo elettrogeno, piccoli dispositivi collegati alla luce solare (lampade, radio, ventilatori), batterie, torce, radioline a batteria ecc.;
- Scollegare gli elettrodomestici e dispositivi dalla rete elettrica in caso di blackout (potrebbero danneggiarsi con picchi di tensione);
- Installazione di pannelli solari;
- Kit che comprende acqua, cibo a lunga conservazione, farmaci essenziali, contanti;
- gruppo di continuità (UPS) almeno per computer e frigoriferi;
Fonti: Europa Today, IlFattoQuotidiano

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