Ri habemus Ignoto, ora parla con gli animali come San Francesco e ruggisce come un Leone

Lo so. Prima che parli e che dica qualsiasi cosa, lo so, lo so. Anche lei mi è mancato!

Ora? Ma è da quando sono nato che parlo e soprattutto ascolto ciò che dicono gli animali. Deve sapere che ogni tanto, fra le tante stronzate, esprimono concetti validi. Pensi che taluni di questi mi hanno riferito che il Papa da poco deceduto non ha fatto tutto per bene; secondo quelli che sono i dettami della Chiesa. Ma è mai possibile, dico io, mettere in discussione ciò che il Padre Santo va proclamando? Evidentemente si può. E quindi anch’io posso.

“Le sono mancato? Questo mi lusinga e mi preoccupa. Mi lusinga in quanto oltre Lei sono ben visto dalle forze dell’ordine: Polizia, Carabinieri, GDF, che molto spesso mi invitano nei loro confortevoli residence; inviti ai quali non posso sottrarmi giacché gli avvocati hanno delle parcelle che nemmeno i medici privati. Mi preoccupa poiché questo sta a significare che non mi libererò tanto facilmente della sua persona. Però Lei non mi è mancata affatto; anzi, le dirò che i miei soggiorni forzati sono passati all’insegna del ben vivere: niente bollette, nessuna necessità di preparare cena, pranzo e colazione. Nessuno che mi sorpassava e destra e nemmeno un motorino sui marciapiedi. Pensi Lei che vita facile”.

Carissimo Ignoto, come la capisco! Data la complessità dei tempi cupi che viviamo, ho notato che ha deciso di ritirarsi nelle sue dimore in religioso silenzio. Con questa mia intervista, vengo a rompere le sue meditazioni, e visto che il suo conclave è durato abbastanza, sono curiosa dei risultati che la sua introspezione ha portato.

“Le mie dimore, come le chiama Lei, sono state un paio; mi sono trastullato tra Poggioreale e l’Asinara. Comunque, vacanze a parte, Lei viene ancora una volta a rompere, e non solo le mie meditazioni, se è per questo. Ma siccome ho un debole per le sue domande, che talvolta scamoscio, non vedevo la mezzora di rivederla. Il senza clave ha decretato un nuovo Vescovo sul quale non mi pronuncio in quanto è presto per trarre conclusioni. Mi auguro che faccia piazza pulita del tanto marciume che regna sovrano: fuori e soprattutto dentro il Vaticano”.

Qualche giorno fa l’ho vista aggirarsi ai confini di eventi culturali, in luoghi quasi dimenticati da dio. Cosa spera di trovare o ritrovare in metropoli devastate dall’inciviltà, dalla spazzatura e in prossimità di precipizi elettorali?

“Ma allora Lei mi pedina? Ed io che la credevo una Dama. E comunque, per sua regola e norma il sottoscritto non si aggira me è ospite gradito per qualsiasi evento culturali che si tengono in questa citta; eventi, come avrà notato che sono pochissimi e scarsamente frequentati. E sa perché? Perché la Cultura non è per tutti e a Giugliano sarebbe preferibile, piuttosto, parlare di coltura; allora sì che vedrebbe tanti zampognari aderire in massa. Concordo con la sua analisi quando afferma che questi luoghi sono abbandonati da Dio; viceversa, sono diventati posti apprezzati da satanassi. Che spero di trovare, mi chiede? Ovvio: cerco l’uovo! E non mi parli di elezioni e politica. Può darsi che quando questa nostra chiacchierata andrà in onda ci ritroveremo con un nuovo sindaco; ma, comunque, continueremo a vivere in questa città”.

La sua ultima intervista, se non sbaglio, risale al lontano 17 marzo 2025, ci racconta cosa ha fatto di bello in questo tempo?

“Ero spensierato e giulivo poiché la sua mancanza mi rende giocondo. Confesso, però, che, allo stesso, tempo ho sentito la sua mancanza. In ogni modo ho visitato i maggiori cimiteri di Italia, e mi sono reso conto che nello Stivale il camposanto è il posto più accogliente dove un essere umano possa trasferirsi per trovare la pace. Se poi questa sia giusta e duratura non saprei dirglielo. Provi Lei!!

La ringrazio molto, ma per me la pace eterna può aspettare ancora. Prima ho menzionato la religione, cosa pensa del religioso silenzio, del tifo religioso, del gossip religioso, dei tuttologi non credenti che parlano in tv dello Spirito Santo? E lei rinchiudendosi nel suo conclave, cosa ha partorito?

“Credo che tutti parlano quando sarebbe preferibile stessero zitti. Il silenzio assoluto ha un che di mistico che ci affina l’animo e ci rende migliori. Io, per esempio, quando mi fanno delle domande atte a confermare il mio alibi, preferisco restare in silenzio. In occasione dell’elezione del nuovo Papa non mi è piaciuto che i giornalisti incalzassero i probabili eletti e che continuassero a far domande retoriche ed inutili. In Tivvù, poi, tutti a dire la loro, senza alcuna cognizione, e sempre i soliti professionisti che niente hanno azzeccato. Pareva di stare alle selezioni per Miss Italia. Una desolazione! Anch’io, ovviamente, mi sono chiuso nel mio conclave personale, ma, siccome sono alquanto stitico, ho partorito solo due piccoli gemelli. Peccato, in quanto dall’ecografie dovevano essere tre”.

Cosa pensa delle fumate?

“Lei sa bene che uso il famoso calumet della pace. Ma una volta, prima del suo avvento, fumavo di meno ma bevevo di più. Posso affermare che la sua introduzione a casa mia mi ha fatto bene ai bronchi. Devo pure dire che in questi giorni ho visto diverse persone fumate che mi hanno indotto a lasciare l’azione cattolica per il circolo bocciofilo”.

È lei che manda gabbiani sui comignoli? Come fa a convincerli?

“Guardi, per le mie mail uso i piccioni viaggiatori. Ma anche costoro accusano il peso dell’età, ahinoi. Devo confessare che ho provato a convincerli ma i piccioni odierni non capiscono il linguaggio. Avevo due piccioni ma ormai sono in pensione. E poi, non mi crederà ma soffrono di vertigini”.

Secondo lei i gabbiani in città sono un problema? E i piccioni? Come allontanarli?

“I gabbiani in città non costituiscono un problema. Piuttosto il vero problema sono i motorini e anche i cani che quando rilasciano i loro bisogni valgono, al peso netto, almeno sette piccioni. Se poi Lei non li sopporta può tranquillamente mandargli una raccomandata con ricevuta di ritorno dove intima loro di andarsene prima che chiami gli accalappiapiccioni. Vedrà che sgombereranno quanto prima. Però deve far presto giacché si sta preparando un disegno di legge che quando una famiglia di piccioni, soprattutto se straniera, si insedia in una casa sfitta poi rimane, arduo mandarli via”.

Cioè, in riferimento alla domanda di prima, vorrei sapere cosa pensa lei degli animali che vivono in città? Delle zanzare, delle punture delle api, degli orsi che spesso aggrediscono chi fa jogging nei parchi, degli animali selvatici che all’improvviso invadono la carreggiata. Se fosse presidente del Consiglio, che soluzioni adotterebbe al riguardo?

“Se fossi presidente darei dei consigli di sicuro: vieterei a tutta la popolazione si uscire di casa. E poi anche gli umani sono selvatici, e quando sono fuori dalle mura domestiche fanno più danni degli animali”.

Animali e bestie in città. Ha idee anche riguardo alle blatte e alla disinfestazione? Ai profumi che spesso invadono i luoghi che lei frequenta?

“La nostra città andrebbe sicuramente disinfestata: comincerei dai politici!”

Ah! Parla di politica? Io non ne ho responsabilità, sia chiaro! Le sfumature per lei quanta importanza hanno? Grigio, grigio-scuro, sfumate nere, sfumate bianche. Quanto ci mette lei a prendere una decisione e poi come capisce che è quella giusta?

“Guardi, io non ragiono mai, seguo l’istinto. Ma non posso riferirle ciò che il settimo senso mi sta dicendo adesso riguardo la sua persona. In ogni modo quando prendo una decisione, allora vuol dire che in quel momento storico è giusta. Se poi dovesse rivelarsi errata non vado a piangere sul cognac versato. Del senno di poi sono piene le fosse, come si suol dire. Perciò, guai a tornare sui propri passi, sarebbe un segno di debolezza. Però se la stronzata è davvero grossa, c’è solo da fare ammenda”.

E quando ha finalmente preso una decisione, che fa? Fuma?

“Bevo. Prima e dopo. Mai durante. Però mi verrebbe da chiederle cosa abbia fumato lei prima di porre queste domande. E siccome sono un gentleman non oso. Ma posso supporlo”.

Mi dispiace deluderla, caro Ignoto, io non fumo e non bevo, dico solo parolacce!

Siamo felici di aver ritrovato l’Ignoto in ottima forma e sempre con l’ironia che lo contraddistingue. L’Ignoto si era reso ignoto per un po’ di tempo, ma ho anche notato dalle sue parole che perde colpi. Pronuncia la parola “Politica”, dice il nome della città in cui vive. Non è che sotto sotto, nutre il desiderio di essere scoperto, e non essere più Ignoto quindi?

Vedremo… intanto ci ha regalato perle della sua saggezza, parlando di animali, scoprendo i suoi lati più evidenti, quello di piccolo frate e quello del Re della foresta! Bravo Ignoto! Ci vediamo alla prossima intervista!

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