Disinformazione su aiuti cinesi a Gaza: Analisi Completa

TikTok continua a fare danni; notizie vere e false notizie si mescolano. La Cina salva Gaza? Qual è la verità sui video virali di TikTok che attaccano l’Occidente e su quelli che mostrano l’invio di aiuti cinesi a Gaza?

Nel frullatore TikTok spopolano video di aiuti che la Cina avrebbe inviato a Gaza. Molte immagini, però sono palesemente false o manipolate, in perfetto stile dittatoriale. Di questo stile ormai diffuso, bisogna leggere strategie social; infatti, è ormai noto che Pechino abbia tutta l’intenzione di influenzare il Sud del mondo. Anche sul web si combattono guerre.

Il 20 maggio 2025 è stato pubblicato un video su Facebook in cui alcuni pacchi vengono lanciati con dei paracadute da due aerei che sorvolano una zona di terra costiera caratterizzata da macerie e palazzi distrutti. Mentre i pacchi scendono, si vede una grande folla ad aspettare. 

In sovrimpressione compare un testo in italiano che recita: «Il Presidente Cinese ha detto che se dovessero sparare un solo colpo contro i nostri aerei che lanceranno aiuti umanitari su Gaza, in poche ore Israele verrebbe rasa al suolo!!».

In realtà, ci sarebbero prove che la Cina abbia inviato aiuti umanitari aerei sulla Striscia di Gaza a maggio 2025. Va anche detto che Pechino dall’inizio del conflitto in Medio Oriente ha fornito aiuti e assistenza attraverso altre strade. Ad aprile 2024, ad esempio, la Cina aveva inviato lotti di aiuti umanitari alla Striscia di Gaza che sono stati trasportati su strada passando per l’Egitto. A febbraio 2025 altri aiuti sono stati recapitati alla popolazione con camion passando per la Giordania. 

La Cina difende Gaza

Mai come oggi il mondo è tanto diviso. La Cina invia messaggi e dice al mondo che gli aerei non servono solo per sganciare bombe. Questo ci fa capire che Pechino è dalla parte del popolo palestinese. In un altro breve video, tra i tanti che circolano sui social, si vedono pacchi di aiuti umanitari sganciati da un aereo cargo sulla Striscia di Gaza. Negli ultimi giorni, soprattutto su TikTok, sono spuntati migliaia di filmati che mostrano scene di aiuti che atterrano sulle spiagge di Gaza accompagnate da emoji con le bandiere cinesi e una serie di elogi alla Repubblica popolare per non aver abbandonato i palestinesi.

Un modo questo, anche per colpevolizzare l’Europa, che non ha fatto la stessa cosa. Un tempo questi ultimi erano detenuti dall’Occidente. Un Occidente che oggi fa fatica a mettere in pratica quei valori, e si accorge che i valori non vanno solo decantati, ma vissuti.

L’importanza del pensiero critico

I video, spesso molto brevi, hanno quasi tutti un montaggio serrato tra pacchi aviotrasportati, aiuti che planano coi paracadute e assalti dei palestinesi agli imballi. Il problema è che l’origine della maggior parte di questi video non è verificabile. Alcuni video mostrano le immagini di lanci fatti da velivoli americani nel 2024, e lo si capisce perché nelle immagini si vedono bene le sagome dei cargo C-17 Usa. In altri casi ancora, come il video da cui siamo partiti, si vedono gli imballi accompagnati da bandiere degli Emirati Arabi Uniti. Alcuni falsificano persino le stesse immagini cinesi mostrando aiuti destinati al Pakistan, ma scrivendo che si trattava di aiuti per il popolo palestinese. Nel frullatore social, nel quale entra l’IA, le strategie e chissà cos’altro ancora, solo il pensiero critico può salvarci.

Propaganda, disinformazione o verità?

“Non ci sono prove che la Cina abbia violato il blocco israeliano e spostato aiuti da Beirut a Gaza. Pechino fornisce aiuti ai palestinesi, ma gli ultimi 60 mila pacchi, datati febbraio 2025, sono arrivati attraverso la Giordania” – è quello che si legge in una risposta a un profilo che celebrava, in indonesiano, la missione cinese. Notiamo da questi fatti, come siano cambiate le modalità delle guerre, che si spostano sul web, sui social, che si servono dell’IA e che mirano a conquistare non solo terre e risorse, ma anche il cervello delle persone.

Parallelamente all’attività diplomatica, la macchina della propaganda si è attivata con un blob-social che mescola di tutto. I video fake si accompagnano ad altre immagini reali, ma datate gennaio 2024. Vengono rilanciati contenuti non collegati come le immagini degli aerei da guerra cinesi che sorvolano le piramidi nell’ambito dell’esercitazione congiunta sino-egiziana Eagles of Civilization conclusa a inizio mese. Una macedonia di contenuti spinti dall’algoritmo social per dare un’immagine di pace made in China e insinuare il dubbio in Occidente. Occidente che non ha fatto mancare i suoi aiuti a Gaza, ma che rimane escluso da questa guerra social. Inoltre, pare ci sia una dichiarazione della Cina a favore di Gaza, ma non vi è nulla di ufficiale.

Nell’ultimo periodo, la Cina ha poi dimostrato di volere uscire dalla propria comfort zone, andando al di là del suo tradizionale ruolo economico per acquisire maggiore rilevanza anche nella sfera geopolitica. L’accordo di normalizzazione tra Arabia Saudita e Iran, firmato a Pechino il 10 marzo 2023, evidenzia l’accresciuta influenza diplomatica della Cina all’interno della regione, sebbene l’intesa si inserisse in coda ai negoziati intra-arabi già da tempo avviati. In un ordine internazionale sempre più multipolare, con il centro di gravità geoeconomica globale che si è spostato dal Nord America e dall’Europa verso l’Asia, la Cina ha stabilito legami solidi e approfonditi con quasi tutti i paesi della regione Mena (Medio Oriente e Nord Africa).

In risposta alle domande della stampa internazionale che cercava di ottenere chiarimenti sulla posizione dei vertici di Pechino riguardo al gruppo Hamas (considerato un’organizzazione terrorista da numerosi paesi, inclusi gli Stati Uniti), la portavoce cinese ha evitato di fornire una risposta categorica, ribadendo invece la generica preoccupazione del suo governo per l’escalation di violenza in corso. Di conseguenza, l’atteggiamento di (apparente) neutralità adottato dalla Cina rispetto alla guerra e il silenzio sugli avvenimenti del 7 ottobre erano sembrati – e sembrerebbero – suggerire un’inclinazione di Pechino verso le istanze dei palestinesi. Strategie sopra strategie. La Cina sembra voler primeggiare non solo nell’economia e nei commerci, ma insinuarsi anche sui nervi scoperti dell’Occidente, ormai ferito, in piena crisi di valori.

Il discorso su un nuovo eventuale assetto geopolitico sarebbe troppo lungo, e includerebbe il ruolo del Medio Oriente, con il principe ereditario Bin Salman, che punta anch’egli ad allargare le sue conquiste alla cultura e all’arte, con strategie simili alla Cina.

Il primato dell’Europa vacilla, come il Know How, i cosiddetti valori occidentali, l’arte, il pensiero, la filosofia. Bisognerebbe rialzarsi, abbandonare la forma e la propaganda e gridare forte i propri veri valori. E difenderli, con ogni mezzo, contro tutti, prendendo per mano chi oggi si erge a “colonizzatore” e ritornare ad essere esempio di civiltà.

Fonti: ISMI, IlGiornale

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