Continua a fare scalpore la riapertura del caso dell’assassinio di Chiara Poggi , avvenuto a Garlasco diciotto anni fa. Le notizie e i colpi di scena si susseguono, senza mai restituire certezze, tanto che l’opinione pubblica è spaccata da forti dubbi.
Forse proprio spaccato a metà resterà il mistero della villetta di Garlasco; troppi dubbi, molti indizi, ma mai schiaccianti. Ormai è terminata anche la prima parte dell’incidente probatorio nell’ambito delle nuove indagini sul delitto di Garlasco, più volte interrotto da un blackout che ha colpito la zona della Questura di Milano. Il prossimo appuntamento del team per le altre analisi è fissato al 4 luglio prossimo.
Risultati incidente probatorio sul delitto Garlasco
Come riporta l’AdnKronos, già dalla prossima settimana si potrà avere prima risposta in merito alla concentrazione di Dna che potrebbe essere rilevata dalle oltre 30 impronte “catturate” nella villetta di via Pascoli e sui reperti trovati nella spazzatura, tra cui il famoso Fruttolo e residui di biscotti. Su queste possibili tracce di Dna inizierà il confronto il prossimo 4 luglio quando verrà svolta l’analisi sulla dozzina di provette, tra cui i tamponi fatti sulla vittima. La prossima data potrebbe essere l’ultima prima di una pausa per periti e consulenti.
Alcuni pensano che dal dna che sarà ritrovato sul cibo presente nella spazzatura arriverà la vera svolta al delitto di Chiara Poggi. Si tratta di elementi che potrebbero sembrare banali, ma che potrebbero contenere tracce biologiche decisive per individuare l’assassino. Il contenuto del cestino potrebbe vere impronte digitali o residui di dna, mentre i vasetti fruttolo e la confezione di tè freddo potrebbero testimoniare che Chiara quella mattina prima di essere uccisa abbia fatto colazione proprio con il suo assassini. Il frammento del tappetino, invece, potrebbe confermare la dinamica dell’aggressione e la presenza di una persona non ancora identificata sulla scena del crimine.
Cosa ha in mano la Procura contro Sempio?
Bisogna dire che l’amico del fratello di Chiara è stato indagato ben tre volte, senza esito. Ciò su cui punta la Procura in questa nuova ondata di indagini è l’impronta 97F che sarebbe attribuibile all’assassino di Chiara Poggi. Il segno era presente sulla parete sinistra del muro in cima alla scala che conduce alla tavernetta dell’abitazione, sui cui gradini era stato rinvenuto il cadavere della giovane.
Gli indizi contro Andrea Sempio
L’impronta sulle scale della villetta è dell’assassino – è quanto affermano i carabinieri della squadra Omicidi di Milano nell’informativa indirizzata al procuratore aggiunto di Pavia delle prime indagini, Mario Venditti. Ma le stesse indagini diciotto anni fa, avevano escluso che su tale impronta ci fosse del sangue. E l’assassino di Chiara non poteva non avere sangue sulle mani.
All’epoca, l’impronta no fu attribuita, oggi la Procura l’attribuisce ad Andrea Sempio.
Secondo quanto rivelato da La Repubblica, i magistrati avrebbero scoperto che durante l’interrogatorio del 4 ottobre 2008, Andrea Sempio ebbe un malore, fatto mai messo a verbale. Altri indizi a carico di Sempio sono alcuni bigliettini scritti di suo pugno e ritrovati nella spazzatura. “Ho fatto cose talmente brutte che nessuno può immaginare”.
A volte la disinformazione può fare molti danni a carico di presunti assassini, che non lo sono fino a prova contraria. Ma poi se le prove non ci sono? Ci si basa sugli indizi, sulle suggestioni. All’epoca dei fatti, Alberto Stasi veniva giudicato dalla gente, ancor prima che dalla Magistratura. Non è immaginabile ritrovarsi da un giorno all’altro sotto ai riflettori, non è facile, se si è assassino e anche se non lo si è. Diciotto anni fa, si parlava di Stasi come un ragazzo freddo, con gli occhi di ghiaccio. Anni dopo è stato condannato per aver mentito, cioè ciò che aveva raccontato alla polizia non era la verità. E anche se sul luogo del delitto non vi erano sue tracce, i giudici lo hanno condannato, proprio per questo. Come faceva ad essere entrato in casa e a non essersi sporcato le scarpe di sangue?
Pubblico ed esperti continuano a dividersi. Come in tutti i casi, le opinioni sono diverse. Alcuni pensano che a breve ci sarà una svolta, mentre altri pensano che ciò che le nuove indagini non porteranno a nulla. Resta l’opinione pubblica e la facilità con cui cambia idea. L’informazione e la disinformazione, che a volte spinte da interessi di vario genere costruiscono sentenze e diventano promotori di processi mediatici infiniti. Forse resteranno i dubbi sull’innocenza di alcuni e sulla colpevolezza di altri.

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