Gli Stati Uniti sono diventati lo Stato più prepotente del mondo. Mentre Washington minaccia di imporre dazi ai paesi che non si piegano al suo volere, le aziende del settore tecnologico approfittano della situazione. Gli svantaggi della nostra dipendenza da questi colossi sono sempre più evidenti.
Negli ultimi due mesi ho cercato di sostituire i servizi e gli strumenti che uso con alternative che non siano controllate da aziende statunitensi o da altre che hanno forti legami con gli Stati Uniti. Devo ammettere che non sempre è stato facile. In alcuni casi ci sono diverse soluzioni, ma in altri abbandonare questi servizi o prodotti significa uscire da comunità che non esistono altrove o che, quando esistono, sono molto meno funzionali. Per non parlare della quantità di aziende non statunitensi che usano comunque server di proprietà di Amazon, della Microsoft o di Google.
Essere puristi, dunque, è impossibile. Eppure penso che sia importante provare a fare il massimo, perché se riuscissimo a ridurre la base di consumatori delle aziende dominanti nel campo della tecnologia e dimostrare che c’è un mercato per un modo diverso di immaginare e usare la tecnologia digitale, potremmo stimolare la crescita delle alternative non statunitensi e perfino spingere i governi a finanziare un movimento per l’indipendenza digitale.
Mettiamo prima in chiaro una cosa: Con questo articolo non c’è l’intenzione di proporre alternative impossibili per chi non sa programmare, anche se ogni tanto vengono citate anche opzioni del genere.
Pacchetti di programmi
Google, la Apple e la Microsoft non sono le uniche aziende che offrono suite di servizi, cioè pacchetti di programmi che comprendono email, calendari, cloud e software per la produttività. Trovare suite alternative invece di affidarsi a una serie di opzioni singole può essere un buon modo per liberarsi rapidamente da molti servizi offerti dai giganti statunitensi.
Una delle piattaforme alternative è Proton (Svizzera). Ho lasciato la posta di Gmail per passare a quella di ProtonMail, ma nel corso degli anni ho usato anche il suo cloud, il vpn e il sistema di gestione delle password. L’azienda ha migliorato il suo calendario, con un importante aggiornamento in arrivo quest’anno. Ho provato anche il programma di scrittura. In sostanza Proton offre un buon servizio, e nel corso del tempo continua a migliorare i suoi servizi.
All’inizio dell’anno Proton è finita al centro di una polemica dopo che su Reddit hanno scovato un tweet in cui l’amministratore delegato elogiava la persona nominata da Donald Trump all’antitrust. L’accusa è diventata quella di essere un sostenitore di Trump, ma credo che la faccenda sia stata esagerata a causa del clima politico del momento.
Esistono altre suite di buon livello. In molti consigliano l’indiana Zoho, anche la tedesca Mailbox offre spazio cloud, un programma di scrittura, uno per le presentazioni, un foglio di calcolo e un programma per videoconferenze, oltre alla posta.
Altre alternative come quelle offerte da Framasoft (Francia) o anche NextCloud (Germania), una suite open source che chiede all’utente di gestire i propri servizi di archiviazione invece di iscriversi al servizio. Se volete usare NextCloud, sul sito troverete una serie di fornitori di servizi come The good cloud (Paesi Bassi) per rendere il vostro compito relativamente semplice.
email alternative
La posta e un indirizzo email sono fondamentali per essere online. Il servizio ProtonMail è criptato, permette di usare un indirizzo personalizzato.
Mailbox o Zoho Mail sono due possibilità, così come i tedeschi Posteo o Tuta. Ci sarebbe anche Fastmail (Australia), ma i suoi server sono negli Stati Uniti.
Motori di ricerca alternativi a Google
Dopo aver impostato un indirizzo email, passiamo alle ricerche online, un’altra attività essenziale. Per la maggior parte delle persone questo significa usare Google, oppure, per una minoranza, Bing. Anche in questo caso esistono altre soluzioni, ma qui la faccenda si fa difficile.
Inoltre Google da alcuni mesi ha implementato nelle ricerche IA Overview, che sta penalizzando alcuni siti web. Abbiamo spiegato in un altro articolo come liberarsi di IA Overview, per chi non voglia rinunciare al motore di ricerca statunitense.
Le migliori alternative ai servizi statunitensi siano Ecosia (Germania) e Qwant (Francia), anche se Startpage (Paesi Bassi) è comunque una scelta valida. In realtà non sono piattaforme minori, infatti, ad esempio Qwant offre molto in quanto a ricerche. Il problema è che quasi tutti i motori di ricerca alternativi prelevano i risultati da Bing o Google, che hanno gli indici più esaustivi.
Ecosia e Qwant stanno lavorando su un indice di ricerca europeo, ma probabilmente non arriverà in tempi brevi. Mojeek (Regno Unito) è uno dei pochi motori di ricerca non statunitensi che si affida unicamente al proprio indice, ma non l’ho trovato molto affidabile (senza offesa per chi ci ha lavorato).
Qual è la tecnologia americana da cui dovremmo liberarci?
Le “Magnifiche Sette” (Alphabet, Amazon, Apple, Meta, Microsoft, Nvidia e Tesla) sono esempi di aziende americane che dominano il settore tecnologico, con un impatto significativo sull’intelligenza artificiale e altri campi. Dovremmo essere più consapevoli nelle scelte che compiamo ogni giorno e capire che boicottare la tecnologia americana può essere una buona azione collettiva.
Fonte: Internazionale, Paris Marx
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