Chi accende la tv, spegne la mente

Dopo una certa esperienza e un’attitudine all’osservazione, potremmo scrivere guide chilometriche su come si può ottenere audience, click e visualizzazioni, ma poi entra in gioco l’etica e ciò che siamo.

Esistono programmi tv, che alcuni, con ragione chiamano tv spazzatura. Si tratta di pessimo intrattenimento, fatto di gossip, curiosità, cose inutili. L’antitesi della cultura e dell’informazione vera. Come fa un sito ad avere milioni di visite? Come fa u programma tv ad ottenere grosse fette di share?

Il mondo della comunicazione è pieno di spazzatura appunto, di trasmissioni, di siti web che trasmettono il nulla. Mi riferisco ai tanti c’è posta per te, fino ad arrivare a siti web che parlano di tv o di altre inutilità. I troni troneggiano, come gli amici di tizio e Caio e infine le marchette. Tutto ciò che serve, insomma per attirare pubblico pagante va bene. Già perché gli spot tv sono soldoni, i fastidiosi banner sui siti web sono denaro scrosciante per ogni visitatore che vi entra. Quindi, l’imperativo di oggi sono i numeri, non la qualità, la cultura o la vera informazione. I numeri.

Perché guardiamo la tv?

Purtroppo, la gente vuole distrarsi, sorridere, prendere la vita come viene. Come dargli torto, in un mondo che va a rotoli? Ma è forse gente con non molta istruzione? Un interessante articolo apparso su Il fatto quotidiano a cura di Domenico Naso – rivolgendosi ai mercenari della comunicazione – afferma proprio quanto segue:

Fate le pulci a tutti, non difendete nessuno solo perché l’ufficio stampa di un programma o di un conduttore è amico vostro. E cercate, soprattutto, di cambiare la percezione della donna che trasuda dalla tv. Per carità, nessuno qui li prende molto sul serio come è giusto che sia. Sul web c’è posto per tutti, ma perché sprecare un’occasione così?

Il business è business, e quando si capisce il meccanismo il gioco è fatto. Alcuni siti web che parlano di programmi tv, che parlano dell’isola dei famosi o di altri reality che tutto sono tranne che realtà – anche un bambino lo capirebbe – riescono ogni anno a essere tra la stampa presente a Sanremo. Se poi gli viene data la parola (che occasione!), magari provano a dire qualcosa di impopolare, fanno finta di criticare così vengono attaccati da qualcuno. Niente paura, è solo tanta ma tanta pubblicità gratuita e click e ancora visualizzazioni.

Il web gira come girano i social (e non solo) e spesso ci ritroviamo a guardare video trash, ma che più trash non si può. Influencer, tiktoker, i quali hanno capito bene che i numeri sono sinonimo di autorevolezza, sintomo di un popolo che ti ama, che si strappa i capelli per te. D’altro canto, mi pare che Hitler e Mussolini avevano un certo numero di follower, e quindi? Cosa vuol dire?

I numeri stanno sostituendo la cultura e il buon senso, l’intelligenza e il pensiero critico. Fortunatamente, almeno quest’ultimo a noi non manca. Pertanto crediamo ancora che i numeri siano solo numeri. Siamo fermamente convinti che se prendi uno stupido, gli affianchi un altro stupido e un altro ancora, tre, quattro, cinque, sette, dieci, centomila – ciò non vuol dire che un elevato numero di idioti alla fine compone uno intelligente. Nella mia lingua, dalle mie parti potrei dire, per rendere meglio l’idea che – uno scemo più un altro scemo più un altro più ecc. ecc. non fa uno intelligente ma fana band e sciem“. E questo non esiste traduzione, va capito così com’è.

Il senso critico e il buon senso non dovrebbe far dire – tanto ha cinque milioni di follower, ma tanti milioni di persone lo hanno votato! Che sono tutti stupidi? Certo, il dubbio sorge, ed è più che reale.

E dagli archivi storici di “Io speriamo che me la cavo“, dalla regola il business è business, a dimostrazione che non conosciamo né pratichiamo le regole di quel mondo – il nostro sito web non cerca in tutti i modi di acchiappare click, anzi ha deciso – non adesso – ma da molto tempo – di non pubblicare sciocchezze. Ha scelto di non inserire alcun banner pubblicitario. A discapito dell’audience e dei numeri. Il solo e unico interesse è quello di accendere il pensiero critico, di parlare non a tutti, ma a molti. Il sensazionalismo e la banalità le lasciamo ad altri. Si sa, per certe cose c’è sempre mercato!

Noi siamo fuori mercato.

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