Thunberg: Bloccato il più grande terminal petrolifero della Norvegia per 36 ore

In attesa del 31 agosto, giorno in cui dalla Spagna salperanno navi provenienti da quarantaquattro paesi alla volta di Gaza, Greta Thunberg si unisce ad altri attivisti in Norvegia

Dal suo profilo social, l’attivista svedese rilancia:

Attualmente mi unisco alla più grande mobilitazione di sempre contro il petrolio norvegese, in vista delle elezioni definitive di settembre. Centinaia di attivisti provenienti da tutta Europa hanno appena bloccato il più grande terminal petrolifero del Paese per 36 ore, e altre azioni in attesa.

La Norvegia è il più grande produttore di petrolio d’Europa ha le mani sporche di sangue. Nonostante i suoi tentativi di farsi apparire come una voce per la pace e la sostenibilità, il suo petrolio causa morte e distruzione in tutto il mondo.

Chiediamo che la Norvegia presenti un piano concreto e giusto per una graduale eliminazione dei combustibili fossili in linea con la scienza.

È cristallino che non c’è futuro nei combustibili fossili. Più ritardiamo la graduale eliminazione immediata e urgente, più sarà dolorosa, e più saremo costretti a cambiare a causa del collasso ecologico.

Se nemmeno i paesi più ricchi possono intervenire e presentare un vero e proprio piano di eliminazione graduale, come possiamo aspettarci che qualcun altro lo faccia? La crisi climatica è qui e ora, sta già prendendo vite. Non possiamo permettere a chi è al potere di continuare a rischiare e sacrificare il benessere umano e un pianeta vivibile per i propri profitti a breve termine.

Il gruppo Extinction Rebellion ha annunciato che le proteste continueranno durante tutta la settimana. Erano oltre 200 persone tra cui anche Carola Rackete, a bloccare la più grande raffineria di petrolio norvegese nella mattina del 18 agosto per chiedere la fine dell’industria petrolifera del Paese. La raffineria interessata dalle proteste appartiene al colosso petrolifero norvegese Equinor, la cui quota di maggioranza è detenuta dallo Stato.

Come si legge su IlfattoQuotidiano – L’iniziativa fa parte della Nordic Climate Justice Coalition, un’alleanza di movimenti climatici nata per sfatare il mito dei paesi nordici come leader “verdi e progressisti”, che dal 16 al 23 agosto ha lanciato una mobilitazione in Norvegia per protestare contro l’industria petrolifera del Paese. La Norvegia è infatti il maggiore produttore di petrolio e gas dell’Europa occidentale, produzione per cui viene spesso criticata.

Dove si trova la Norvegia?

La Norvegia si affaccia per i 3400 km delle sue coste sull’Oceano Atlantico e sui mari dipendenti (di Barents, di N., del Nord), mentre per via di terra confina a NE con la Russia (per 120 km) e la Finlandia (per 800 km), a E con la Svezia (per 1650 km).

Petrolio norvegese: I fatti

La Norvegia è uno dei principali produttori internazionali di petrolio e uno dei primi esportatori al mondo di gas naturale. Gli idrocarburi sono localizzati nella piattaforma continentale su cui il Paese esercita la sua giurisdizione, che si estende tra il Mare del Nord, il Mare di Norvegia e il Mare di Barents.

Nel 1980 il più grande disastro in mare in Norvegia fu il naufragio della piattaforma petrolifera Alexander L. Kielland, che causò 123 vittime. Nel 2007 dalla piattaforma Statfjord fuoriuscirono 3.84 milioni di litri di petrolio. I disastri sono stati tanti, tra cui a marzo 2025, quando circa 60 tonnellate di petrolio sono fuoriuscite domenica da una centrale elettrica nel comune di Bærum, vicino a Oslo.

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