Denuncia alla Corte penale internazionale per Governo e Ministri per sostegno a Israele

09/10/2025 – Aggiornamento denuncia alla corte penale internazionale Meloni da Huffingtonpost

Dalla società civile in tutte le sue espressioni, dal Clero a privati cittadini, lavoratori arriva la denuncia del genocidio in atto a Gaza. Il 22 settembre in Italia è stato indetto uno sciopero generale, con blocco trasporti.

In questo articolo vi è un’attenta analisi delle motivazioni della denuncia alla Corte internazionale penale del governo italiano

Denuncia al governo italiano per sostegno materiale e politico allo Stato israeliano anche dopo che la Corte internazionale di giustizia, il 26 gennaio 2024, ha riconosciuto «plausibile» la fattispecie di genocidio, ordinando a Israele misure immediate per prevenirlo.

La data fissata è inizio ottobre. Arriverà alla Corte penale internazionale una denuncia che chiama in causa il governo italiano per complicità nel genocidio a Gaza.

Fabio Marcelli, direttore dell’Istituto di Studi Giuridici sul Mediterraneo del Cnr presenterà la denuncia a carico della premier Giorgia Meloni, dei ministri Antonio Tajani e Guido Crosetto e dell’amministratore delegato di Leonardo Roberto Cingolani.

Si ritengono i suddetti soggetti, responsabili di condotte penalmente rilevanti. L’accusa è di avere fornito sostegno materiale e politico allo Stato israeliano anche dopo che la Corte internazionale di giustizia, il 26 gennaio 2024, ha riconosciuto «plausibile» la fattispecie di genocidio, ordinando a Israele misure immediate per prevenirlo.

Intanto, cosa accade all’interno della politica e dell’economia di Israele?

Come riporta open on line – 80 tra i più importanti economisti israeliani hanno detto che l’economia del paese è in pericolo, in un documento visionato da Yedioth Ahronoth.

«Questo è un severo avvertimento per il timore di una catastrofe economica senza precedenti in Israele, se non si verificherà un drastico cambiamento nell’attuale situazione politica e di sicurezza del Paese, che continua a peggiorare», hanno affermato. Stamane il premier Netanyahu ha riconosciuto la difficile situazione in cui si trova il Paese che sta scivolando verso l’isolamento internazionale. La soluzione, ha aggiunto, è diventare una “super-Sparta” e adottare una economia con «caratteristiche autarchiche». Per il leader dell’opposizione Yair Lapid è una follia: «L’isolamento non è un destino, è il risultato delle politiche sbagliate e fallimentari di Netanyahu e del suo governo, che stanno trasformando Israele in un Paese del terzo mondo e non stanno nemmeno cercando di cambiare la situazione». Israele non è la Russia, e sostenere una guerra lunga e logorante può essere disastroso per l’economia.

Secondo ispionline – il PIL pro-capite di Israele quest’anno ha smesso di crescere e anzi ha già subìto una leggera ma sensibile contrazione. A maggio la Banca d’Israele ha stimato che i costi associati alla guerra quest’anno avrebbero raggiunto i 66 miliardi di dollari, equivalenti al 12% del PIL israeliano. Una cifra già molto alta e destinata a lievitare ulteriormente adesso che il conflitto si è allargato. Bisogna considerare che la popolazione israeliana ha intensificato le manifestazioni contro il Presidente, affinché cessi il conflitto e Hamas liberi gli ostaggi.

Le prove dell’accusa al governo

Coeweb-Istat, ha fornito statistiche ufficiali, in base alle quali nel 2024 l’Italia ha esportato verso Israele oltre 5,8 milioni di euro in armi, munizioni e accessori. Nei primi mesi del 2025 i flussi non si sono interrotti.

L’azienda a controllo pubblico (il Ministero dell’Economia ne possiede circa il 30%) ha confermato la continuità delle attività di supporto tecnico, che si inseriscono in un accordo di cooperazione industriale firmato oltre dieci anni fa e tuttora operativo.

Le attività a cui si fa riferimento, riguardano la manutenzione e fornitura di ricambi di velivoli M-346, di addestratori esperti in uso alle forze aeree israeliane fin dal 2024.

Inoltre, la denuncia fa riferimento agli articoli 25 e 27 dello Statuto di Roma, che riguardano la responsabilità individuale per «aiuto o assistenza» a crimini internazionali e la non rilevanza delle immunità politiche.

A rafforzare l’impianto accusatorio alcuni precedenti: la Corte penale internazionale ha già emesso mandati d’arresto per il premier Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant, riconoscendo la possibilità di perseguire condotte legate al conflitto a Gaza.

Alcuni elementi già ufficiali, dunque, esistono e bastano a supportare l’accusa. In più, la legge 185 del 1990 vieta l’export di armamenti verso Paesi impegnati in conflitti che violano i principi della Carta delle Nazioni Unite o responsabili di gravi violazioni dei diritti umani.

Altri Stati europei, tra cui la Spagna hanno deciso di sospendere ogni fornitura militare ad Israele.

Infatti, la Spagna ha cancellato nel 2025 due maxi contratti per sistemi d’artiglieria e missili Spike, avviando un decreto-legge che istituzionalizza l’embargo totale. Il Belgio ha sospeso le licenze nel 2024. La Corte d’appello dell’Aja ha imposto ai Pesi Bassi, lo stop all’export di componenti per gli F-35 destinati a Israele. L’Italia non ha intrapreso alcuna azione per condannare il massacro che Israele sta compiendo nei confronti dei palestinesi.

L’Italia vende armi a Israele?

Su questo punto ci sono molte ombre. Infatti, l’Italia ha bloccato le nuove autorizzazioni dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, ma non le vecchie licenze. queste ultime, infatti hanno continuato a produrre spedizioni di armi. Inoltre, non sono mancate accuse di traffici sospetti e inchieste giudiziarie, alcune delle quali da portuali di Genova.

Le inchieste sulle esportazioni di armi in Israele

Il governo è stato poi accusato di esportare verso Israele non armi, ma sostanze e materiali che possono avere un impiego bellico. Un’inchiesta pubblicata a luglio da Altraeconomia, infatti ha documentato che, dall’inizio della guerra a Gaza fino a marzo 2025, l’Italia avrebbe esportato in Israele migliaia di tonnellate di nitrato di ammonio. Si tratta di una sostanza che può essere utilizzata per produrre esplosivi.

Sciopero generale del 22 settembre 2025

Intanto la società civile avvisa che il 22 settembre 2025 ci sarà un grande sciopero generale: rompere con lo stato terrorista di Israele, difendere Gaza, dire no al riarmo, a fianco della Flotilla e con la Palestina nel cuore Le piazze dello sciopero

La denuncia che verrà depositata ha lo scopo di ricorrere alla giustizia, per stabilire le responsabilità un governo, di fronte a un conflitto qualificato come plausibile genocidio dall’Onu e dalla Corte internazionale di giustizia, ha mantenuto rapporti economici, industriali e politici con lo Stato aggressore. La situazione che si delinea è complessa, non potrà non avere ripercussioni e conseguenze nella società civile e agli occhi del mondo. Complicità in genocidio, se dovesse essere confermato, si tratterebbe di un reato molto grave.

Il contenuto della denuncia contro il governo

Nella documentazione predisposta, particolare attenzione è rivolta al ruolo dell’industria bellica nazionale, con riferimento specifico a Leonardo S.p.A., indicata come fornitore di tecnologie e armamenti impiegati da Israele  nel contesto del conflitto. Secondo Marcelli, tale coinvolgimento implicherebbe una corresponsabilità materiale nelle conseguenze umanitarie del conflitto.

Aggiornamento denuncia alla corte penale internazionale Meloni 08/10/2025 da Huffingtonpost:

“Sosteniamo che vi sia una presumibile complicità del governo italiano nei crimini israeliani menzionati e che la relativa responsabilità sorga presumibilmente in capo ai principali componenti del governo italiano e cioè il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro degli esteri nonché vicepremier Antonio Tajani, e il ministro della difesa Guido Crosetto, da ritenere presumibilmente colpevoli in quanto titolari del potere decisionale in ordine alla cooperazione militare e di sicurezza con Israele e all’autorizzazione delle forniture di armi, senza che possano opporre alcuna immunità di natura personale e funzionale, dato che le relative attività si sono svolte nel più evidente dispregio delle normative interne e internazionali”. È quanto si legge nella denuncia per concorso in genocidio trasmessa al Procuratore presso la Corte Penale Internazionale, nei confronti della premier, dei ministri degli Esteri e della Difesa e dell’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, firmata da avvocati, giuristi, esponenti politici e sindacali. 

Qui il link alla denuncia con l’elenco dei 52 firmatari, tra cui spiccano i nomi di Maurizio Acerbo, Moni Ovadia, Alessandro Di Battista, Luigi De Magistris, Pino Arlacchi e altri. 

Fonte: Agenziastampaitalia

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