Proteggere le persone, non i confini
Sono passati dodici anni dal naufragio del 3 ottobre 2013, dove persero la vita 368 persone a largo di Lampedusa, battezzata la porta d’Europa. Dal 30 settembre al 3 ottobre 2025, Lampedusa ospita la XII edizione della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, un appuntamento nato per ricordare le vittime del naufragio del 3 ottobre 2013.
Trecentosessantotto persone partite dalla Libia nel disperato tentativo di raggiungere l’Europa, annegarono. Lampedusa ogni anno diventa luogo di memoria e coscienza collettiva. Il 3 ottobre 2013 un migrante a bordo del barcone aveva agitato uno straccio infuocato per segnalare la loro presenza in mare, provocando il ribaltamento dell’imbarcazione. Il Mediterraneo si trasformò in pochi minuti in un cimitero.
Da allora il Comitato 3 ottobre lavora con le scuole europee per costruire un’idea diversa dell’immigrazione, creare memoria, sostenere politiche di accoglienza e inclusione e costruire una banca dati del DNA delle vittime. Il Mediterraneo, trasformato in un cimitero da troppi anni, è il luogo dove si interrompono le vite di esseri umani, le loro relazioni, i legami familiari e futuri. In questo contesto, riconoscere chi è morto significa restituire voce, dignità e verità. Identificare i corpi delle persone migranti scomparse è anche una scelta politica ed etica, un atto di giustizia, un’azione di resistenza contro l’indifferenza. Tutto ciò, soprattutto in questo periodo storico ha un enorme valore.
Oggi, la commemorazione delle vittime ha un senso diverso. Infatti, il 3 ottobre 2025 è anche la giornata dello sciopero e delle manifestazioni in tutta Italia contro il genocidio di Gaza e a sostegno della Flottilla.
La memoria, l’incontro e anche la protesta e la denuncia con un unico obiettivo: difendere i diritti umani.
Sul corso principale dell’isola è stata esposta una bandiera palestinese lunga cinque metri, iniziativa del gruppo “Lampedusa per Gaza”.
La vigilia delle celebrazioni è stata dedicata al dialogo tra sopravvissuti e giovani, come le terze medie degli istituti romani Montessori Pini e Via dell’Aeroporto. Ai ragazzi è stato rivolto un invito semplice: “restare umani”, dare voce ai nomi che mancano e impegnarsi per un futuro in cui il mare non sia più una fossa comune. Il presidente del Comitato 3 ottobre, Tareke Brhane, ha ricordato il senso della marcia: “Ogni passo sarà dedicato a chi ancora oggi è disperso, in mare o sotto le macerie dei bombardamenti. Cammineremo per non lasciare soli né i morti né i vivi che lottano senza protezione.
La marcia è culminata con la deposizione di una corona presso la Porta d’Europa, in memoria dei 368 morti in mare del 2013.
Il Comitato 3 ottobre
Il 16 marzo del 2016, il Senato italiano ha approvato in via definitiva la proposta di legge del Comitato per l’istituzione della “Giornata della Memoria e dell’Accoglienza”, da celebrarsi il 3 ottobre di ogni anno.
Contributi alla commemorazione: Scuola Superiore Sant’Anna
A rappresentare la Scuola Superiore Sant’Anna Kamilla Galicz e Simone Frega, assegnisti di ricerca dell’Istituto Dirpolis e componenti dell’area DREAM – Dati, Ricerca E Analisi sulle Migrazioni, che hanno un contributo scientifico e formativo.
Il loro workshop, dal titolo “Memoria, migrazioni e diritti”, intende offrire uno spazio di confronto su come la memoria delle tragedie del mare possa trasformarsi in consapevolezza critica e in azioni concrete a sostegno dei diritti fondamentali. Il percorso proposto mira a stimolare il dialogo tra studenti, cittadini e operatori, sottolineando come ricerca accademica e impegno civile possano alimentarsi a vicenda.
La partecipazione della Scuola Sant’Anna a questo evento sottolinea il ruolo dell’università come spazio di dialogo tra ricerca e società, ma anche come attore attivo nel promuovere responsabilità condivise. È un segnale concreto dell’impegno della comunità accademica nel connettere la produzione scientifica con le esigenze della collettività, trasformando l’elaborazione culturale in strumenti utili a immaginare e costruire un futuro più giusto e inclusivo.
Fonte foto africarivista.it: End of Dreams, il gruppo di 48 statue di Nikolaj Bendix Skyum Larsen, temporaneamente collocate sul fondale di Pizzo Calabro, in memoria dei migranti vittima del mare.

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