In Italia si sta sviluppando un sistema antidemocratico come mai accaduto in tempi recenti. Un cambiamento imminente sembra lontano. La coalizione di destra che attualmente governa ha innescato istinti che sembravano sopiti, le opposizioni non riescono a rinnovarsi e a fare i conti con un profondo esame di coscienza
Una vera alternativa politica è in fase di costruzione, ma non esiste ancora nella realtà. Le alleanze sono equilibri delicati. In questo quadro tra destra e sinistra, si inserisce una terza gamba: Italia Viva e Azione. Il ruolo e il disegno dei centristi è ben preciso. Generalmente queste forze politiche “minori” possono esercitare un grande potere quando viene decretato il vincitore, ad urne chiuse. Infatti, il 2% o 3% può rappresentare l’ago della bilancia, quel piccolo punto che fa la differenza. E dunque, dove si va? Di solito al miglior offerente.
Le anime presenti in Italia
Nel paese coabitano tante anime. Abbiamo visto quanto possa essere determinante e scuotere le coscienze un fenomeno come la Flottilla, come anche le manifestazioni. Infine, liberi pensatori e intellettuali hanno il dovere di creare conoscenza e coscienza, ma anche di sostenere il pensiero critico. Non tutti lo fanno.
Quale sarà la prossima forza politica che governerà l’Italia? In questo marasma internazionale, dove l’Italia e l’Europa hanno perso certamente la bussola, forse qualche speranza esiste ancora.
L’intellettuale, colui che analizza la realtà, senza banalizzarla, che conosce il peso delle parole potrebbe ridisegnare il futuro. Molti giovani di oggi fanno bene sperare (non tutti ovviamente); pensiamo agli studenti che hanno occupato le università in difesa dei Palestinesi e sfilano nei cortei, pensiamo ad alcuni giovani Influencer del pensiero. Da qualche tempo la parola Influencer non fa più tanta paura; proprio grazie a ragazzi e ragazze che muniti di telecamera e microfono dicono quello che pensano. Sarebbe bello, nei prossimi anni essere rappresentati da questi giovani liberi, da questi ragazzi che praticano il pensiero e lo insegnano agli altri.
Nell’attesa, l’opposizione dovrebbe fare un profondo esame di coscienza e con un atto di coraggio presentarsi alle elezioni (comunali, regionali e nazionali) con un programma condiviso da tutte le forze che decidono di unirsi. Non è più tempo per le ipocrisie, né da una parte, né dall’altra.
Gli errori della sinistra; Perché la sinistra perde le elezioni?
Il 4 dicembre 2014 il Senato della Repubblica (166 voti a favore, 112 no e 1 astenuto) ha approvato il decreto legge delega sul lavoro meglio noto come “Jobs Act”. Tale provvedimento voluto da Matteo Renzi e contrastato dalla minoranza dell’epoca del PD che oggi controlla gran parte del partito. Tuttavia anche la minoranza del PD, il 4 dicembre 2014, anche se “in modo sofferto” testuali parole – approvò l’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori proposta da Renzi.
In altre parole anche chi oggi sostiene Schlein all’interno del PD preferì rispettare più il partito che i lavoratori. Dunque, l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori è stato abolito dalla sinistra, su proposta di Renzi.
Con il governo Renzi il controllo della Tv di Stato passa dal Parlamento al Governo
Un altro errore compiuto dalla sinistra riguarda il controllo della Rai. Il 22 dicembre 2015 il Senato della Repubblica ha approvato il Ddl di riforma della Rai, il provvedimento voluto ancora una volta dal Governo Renzi per permettere che il controllo della TV di Stato passasse dal Parlamento al governo.
I voti a favore furono 162; tutti provenienti dal PD e dai suoi alleati. È da quel giorno che il governo, controlla la TV pubblica.
Chi controllava prima la Rai? Prima di quella data, il servizio pubblico era più libero, anche se subiva influenze politiche. La storia ci dice che vi era una lottizzazione: Rai Uno controllata dalla DC, il partito più votato, Rai Due dal PSI e Rai Tre era controllata dal PCI.
Vi era, quindi una ripartizione dell’informazione primaria come è stata ed è ancora oggi (nonostante i social e altri mezzi di comunicazione) più popolare in assoluto.
La morale della favola è che in realtà, la differenza tra una forza politica e l’altra è quasi solo apparente. La verità è che nelle parole c’è tutto, la violenza come l’odio e quando ci sono le elezioni, i cittadini già sanno che oggi chi approfitta di una legge è solo la punta dell’iceberg. Perché quella legge, nella migliore delle ipotesi è stata approvata da chi oggi la critica.
Il ricambio generazionale si fa attendere. Le buone leve ci sono, bisogna coltivarle e sostenerle.

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