Domenica 26 ottobre 2025 è andata in onda la prima puntata di Report dopo l’attentato al conduttore Sigfrido Ranucci. Nella trasmissione tv di Rai 3 si è parlato anche di Project 2025, un’agenda conservatrice dell’America, per cui anche del resto del mondo, compresa l’Italia.
La seconda elezione di Trump a Presidente non è stata uguale alla prima, per diversi ordini di ragioni. Innanzitutto, dopo il Covid si sono acuite le tensioni in Europa e Medio Oriente, che hanno complicato non poco il panorama politico internazionale. Inoltre, una crisi migratoria al confine sud degli Stati Uniti e la ridiscussione in atto in molti stati del diritto all’aborto, hanno gettato le basi per un nuovo Presidente degli Stati Uniti e sulla futura politica da adottare.
Come si legge su affarinternazionali – Da una parte, Joe Biden aveva adottato una strategia focalizzata sull’idea di difesa della democrazia dalla minaccia Trump. Dall’altra, il tycoon mette in guardia i suoi sostenitori da altri quattro anni dalle politiche del Presidente in carica, che identifica come le cause del declino americano. La linea d’azione scelta dell’ex-inquilino della Casa Bianca si fonda proprio su un presunto dovere Repubblicano di riportare gli Stati Uniti a godere del benessere economico e sociale che le amministrazioni democratiche hanno distrutto negli anni.
Cos’è Project 2025, l’agenda politica americana della Heritage Foundation?
“Project 2025”, di cui ha parlato Report è un manuale per la ricostruzione del Paese. La politica attuale di Trump è ispirata da questo progetto di transizione dal nocivo Governo liberale, verso un’America conservatrice, che inizia con l’elezione di Trump a Presidente. Il percorso poggia su quattro fondamenta essenziali che lavoreranno sinergicamente per preparare il terreno a un’amministrazione conservatrice di successo: l’agenda politica, la selezione di un personale adeguato, un programma formativo e un piano operativo di 180 giorni.
La trasmissione Report del 26 ottobre 2025 ha parlato anche di The Heritage Foundation e dei suoi rapporti con l’Italia e con il mondo conservatore e delle estreme destre europee. L’ipotesi dell’inchiesta giornalistica è che la fondazione americana insieme ad altre forze di estrema destra e di governi consenzienti voglia demolire l’Europa. D’altra parte, anche Trump, quando si discuteva dei dazi, disse espressamente che l’Europa era nata per – fregare l’America – testuali parole.
Circa il 47% di quel programma è stato attuato. Sulle politiche ambientali e l’energia si prevede la cancellazione dell’approccio Biden, ponendo fine all’attenzione rivolta al cambiamento climatico e ai sussidi verdi, abolendo i Clean Energy Corp e il Climate Hub Office, revocandone i relativi finanziamenti.
Per il tema di gestione della salute pubblica si propone un abbandono del ruolo del governo nella promozione della salute pubblica per bambini e adulti americani, facendo riferimento alla gestione della pandemia di Covid-19 in cui il governo federale viene tacciato di una gestione eccessivamente dettagliata, disinformata e politicizzata. “Family Agenda”, invece promette di riportare l’attenzione verso una struttura familiare ideale, votata al diritto dei bambini di essere cresciuti dagli uomini e dalle donne che li hanno concepiti.
Attacchi alla democrazia in Usa
La politica migratoria con l’incarcerazione dei migranti irregolari è un altro esempio, l’atteggiamento sull’aborto, sul mondo Lgbt, sui diritti in generale, come quello sulla libertà di informazione. Il nuovo Presidente Usa fa la guerra alle Università (centri di pensiero libero), ai giudici, licenzia dipendenti pubblici non allineati con il pensiero governativo.
Per fare tutto ciò ed esportare questa nuova vecchia politica è necessario di un gancio in Europa. Di ganci, di patrioti, conservatori, ultradestre e sovranisti ce ne sono molti. Queste forze interne potranno dare una mano a demolire l’Europa. Lo scenario futuro probabile e auspicato da tali forze è il ritorno alla sovranità nazionale (mai messa in dubbio o in pericolo da un’Europa unita), tolleranza zero verso chi decide di abortire, verso le unioni civili, verso i gay e verso tutti i diritti delle minoranze, compresi i migranti.
Gli attacchi di Calenda a Jeffrey Sachs
A piazza pulita, qualche giorno fa è andato in onda un siparietto tra Carlo Calenda e Jeffrey Sachs, il quale ha pronunciato queste testuali parole: “È incredibile, lei non sa quanto gli Stati Uniti hanno pagato per il rovesciamento di Janukovyč? Io ero lì, l’ho visto, mi hanno portato in piazza Maidan”.
Leonid Kučma divenne presidente dell’Ucraina, promettendo un riavvicinamento alla Russia, oltre che misure economiche “occidentali”. Pensava che fosse giusto avere buoni rapporti sia con la Russia sia con l’occidente. Riteneva che fosse nell’interesse di Kiev mantenere buoni rapporti sia con Mosca che con il blocco occidentale.
Calenda ha dato del bugiardo a Sachs quando quest’ultimo ha raccontato come gli americani abbiano finanziato il golpe con cui Viktor Janukovyč è stato cacciato (primo ministro ucraino durante la presidenza Kučma) e presidente dell’Ucraina colpevole, di volere un’Ucraina neutrale tra Mosca e la Nato.
Il siparietto Calenda Sachs:
Sachs: “È incredibile, lei non sa quanto gli Stati Uniti hanno pagato per il rovesciamento di Janukovyč? Io ero lì, l’ho visto, mi hanno portato in piazza Maidan”.
Calenda risponde: “c’ero anche io, ero ministro”, ma mica era a Kiev, “era ai Parioli” (cit. Marco Travaglio).
Sachs riprende: “Lei non c’era quando mi hanno portato in giro a Kiev e mi hanno detto che hanno dato 15.000 dollari a uno, 20.000 dollari a un altro”.
A quel punto Calenda gli ha dato del bugiardo e del propagandista di Putin.
Bisogna anche dire che Victoria Nuland, sottosegretario di Stato per gli affari politici USA con delega all’Ucraina nel bel mezzo dell’Euromaidan, parlando al telefono con l’ambasciatore USA in Ucraina Geoffrey Pyatt, disse: “E per quel che riguarda l’Unione Europea… vada a farsi fottere”. L’inviata USA in Ucraina stava discutendo sulla composizione del nuovo governo ucraino, un governo che sarebbe dovuto nascere dopo la cacciata di Viktor Janukovyč.
Sempre la Nuland, un mese prima dell’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, disse – riferendosi ai gasdotti nel Baltico voluti da Putin e Merkel: «Se la Russia invade l’Ucraina, in un modo o nell’altro Nord Stream 2 non andrà avanti».
Gli USA finanziano Kiev da anni, si sono intromessi nella composizione del governo di Kiev durante l’Euromaidan e subito dopo la caduta di Janukovyč.
Gli americani hanno apertamente parlato di sabotaggio dei gasdotti nel Baltico in caso di invasione di Mosca dell’Ucraina (sabotaggio che c’è stato e che è stato utilizzato da Washington per sostituire il gas russo venduto all’Europa con gas liquido americano).
Calendo ha definito bugiardo Sachs, il quale ha semplicemente detto di essere stato testimone oculare del tentativo — riuscito — da parte degli USA di mettere fine alla presidenza Janukovyč anche mediante il pagamento di tangenti. I fatti a volte parlano, le chiacchiere, invece stanno a zero.

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