La tregua a Gaza è una fake news. È servita soltanto a una cosa: far abbassare da un giorno all’altro l’attenzione sul genocidio del popolo palestinese – è quello che sostiene Alessandro Di Battista e molti altri.
È servita soltanto a far abbassare da un giorno all’altro l’attenzione sul genocidio del popolo palestinese. Bisogna continuare a tenere alta l’attenzione. Dopo lo show del presidente americano al parlamento israeliano, è difficile capire se la tregua a Gaza tiene. Alcune testimonianze parlano di una situazione ancora molto difficile, soprattutto per l’ingresso di cibo e medicinali.
I negazionisti del genocidio a Gaza
Il 30 ottobre scorso, l’associazione “SetteOttobre” di Stefano Parisi ha organizzato una manifestazione, alla quale hanno partecipato Pina Picierno del PD, Donzelli di Fratelli d’Italia, Boschi di Italia Viva, Malan di Forza Italia. E infine la Lega, rappresentata da Simonetta Matone. Donzelli ha detto: “Vorrei che si ricordassero che prima del 7 ottobre c’era un 6 ottobre, un 5 ottobre e in quei giorni prima, i palestinesi uscivano liberamente dalla Striscia di gaza, andavano a lavorare in Israele e la sera tornavano. Israele aiutava gli arabi, i palestinesi ad arrivare a mangiare la sera e gli dava una mano. Non c’era nessun odio da parte del popolo di Israele verso i palestinesi.”
A Settembre 2023 Save the Children ha pubblicato un rapporto nel quale si evidenziava che il 2023era stato l’anno più letale per i bambini palestinesi.
Gli aggiornamenti sulla situazione a Gaza arrivano da Emergency. “A Gaza stiamo tagliando le poche garze rimaste per ricavarne altre sempre più piccole. Molti dei nostri pazienti hanno bisogno di medicazioni quotidiane, ma la portata degli aiuti è insufficiente e le scorte di materiali stanno finendo. Con condizioni di vita al limite, ci vorrà molto tempo perché le loro ferite possano rimarginarsi.”
Nonostante i proclami seguiti al cessate il fuoco, le forniture alimentari e mediche nella Striscia non entrano come dovrebbero. La quantità di aiuti non basta a colmare i bisogni della popolazione, che continua a soffrire la fame, tra distruzione e assenza di servizi essenziali – si legge sul sito di Emergency.
“Alla tregua non è seguita un’adeguata catena di distribuzione degli aiuti e a farne le spese sono anche le nostre attività sanitarie”, come racconta la nostra infermiera Eleonora Colpo, dalla clinica di EMERGENCY ad Al Qarara, un’area centrale tra le più affollate, dove migliaia di persone sotto le tende attendono l’inizio dell’inverno senza mezzi per vivere. La risposta a Gaza è insufficiente ad affrontare la crisi umanitaria. Emergency chiede l’ingresso e la distribuzione degli aiuti necessari per alleviare la sofferenza della popolazione civile.
29 Ottobre 2025: A Gaza il fuoco non è cessato, la testimonianza di Alessandro Migliorati. Come sostengono in moti ormai, la messa in scena del piano di pace di Trump fa acqua da tutte le parti. Quella macchina mediatica, ciò che è stato rappresentato, firmato era un viatico per tenere a bada un’opinione pubblica che si era riversata nelle piazze, anche dopo le vicende della Flottilla. I paesi occidentali continuano a ripetere “diritto di Israele a difendersi”. Persino in Italia, politici e giornalisti stanno cercando di far dimenticare e di riabilitare Israele. Stando ai fatti la tregua a Gaza non è pace; è molto fragile, spesso si spezza e ci esce qualche morto. La situazione sanitaria è grave e il cibo scarseggia. Questa non è pace.
Francesca Albanese intervistata da Euronews: “Quello che sta succedendo a Gaza non è un cessate il fuoco”
Poche ore fa Francesca Albanese, intervistata da Euronews ha detto che “Il cessate il fuoco a Gaza non è reale, i morti aumentano e gli aiuti sono insufficienti”. Nessuna prova del furto di aiuti da parte di Hamas.Secondo Albanese, lo stop alle ostilità annunciato non corrisponde a un vero cessate il fuoco sul terreno. “Non esiste un vero cessate il fuoco. Dall’inizio di questo cosiddetto accordo sono stati uccisi più di 230 palestinesi”, afferma la relatrice Onu.Molti beni essenziali restano nella lista delle merci proibite, e secondo Albanese gli abitanti di Gaza vivono oggi in condizioni tali da “non avere praticamente nulla per sopravvivere”.
Esecuzioni pubbliche e collasso dell’ordine interno
Nel corso dell’intervista, Albanese commenta anche le notizie riguardanti esecuzioni sommarie di presunti collaboratori di Israele da parte di Hamas. Conferma che le segnalazioni ricevute menzionano persone accusate di collaborazione, ma denuncia con forza la violazione del diritto internazionale. “Condanno fermamente queste azioni. Il diritto internazionale è per tutti o per nessuno. Le esecuzioni extragiudiziali non sono ammissibili in nessuna circostanza“, dichiara. A suo avviso, però, l’attuale collasso dell’ordine interno a Gaza è una conseguenza diretta della “vasta distruzione provocata da Israele” nel territorio. Nonostante questo, ribadisce che “anche in tali circostanze, i principi umani fondamentali devono essere rispettati”.
Fonti: Globalist, Emergency, Euronews – Immagine: Globalist

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