L’economia circolare è il modello economico che bisognerebbe seguire. Dopo la pandemia, purtroppo, quasi tutti i paesi hanno perso, in termini di sostenibilità, quanto fatto per l’ambiente in precedenza.
Infatti, dopo il Covid si è ritornati a seguire il modello di economia lineare, cioè quel tipo di produzione e consumo che tende a utilizzare ogni risorsa non rinnovabile, fino al suo esaurimento. A differenza, dunque dell’economia circolare che prevede una circolarità delle risorse e dei consumi. L’economia circolare, infatti mira a riutilizzare, riciclare, a ridurre i consumi e le emissioni, insomma a risparmiare sia in termini economici che in termini di ambiente.
Nei diversi rapporti e studi, che da anni i vertici dei paesi industrializzati effettuano, si fa il punto della situazione e si individuano indicatori e soluzioni possibili. In tale scenario, molti indicatori si riferiscono al riciclo e al riutilizzo, alla riparazione e al ricondizionare dispositivi elettronici o vecchi elettrodomestici.
Le ricerche evidenziano anche un altro punto importante. I prodotti dovrebbero essere pensati per durare più a lungo, pensati anche per poter essere rigenerati, ricondizionati, magari adatti ad aggiungere nuove funzionalità. In questo modo, la vita di un prodotto si allunga, con benefici per le tasche degli acquirenti e minore impatto ambientale. Ciò perché i materiali, televisori, elettrodomestici, pc, smartphone ecc. buttati, andrebbero ad inquinare l’ambiente. Invece, il nuovo rappresenta un ulteriore dispersione di energie, emissioni CO2 nell’ambiente e spreco economico.
Ricondizionamento dispositivi elettronici
La rigenerazione di dispositivi elettronici, come il riutilizzo di alcune parti di essi ha notevoli vantaggi oltre al basso impatto ambientale. Uno di questi è rappresentato da nuove opportunità di lavoro, dalla diminuzione di emissioni ecc.
Il ricondizionamento è un processo molto complesso, che deve seguire alcuni standard come test, regole di igiene e pulizia. I dispositivi, infatti, vengono igienizzati e resettati e infine riportati alla condizione iniziale. Gli smartphone ricondizionati vengono venduti con garanzia e al tempo stesso sono un’alternativa sostenibile.
Cos’è un prodotto ricondizionato? Sicurezza smartphone ricondizionato
Un prodotto ricondizionato si inserisce nell’economia circolare. Si tratta di prodotti o dispositivi usati con marchio originale, che hanno funzionalità simili a dispositivi nuovi. Per rigenerare un prodotto o ricondizionare un tablet o uno smartphone è necessario, come già detto una procedura ben precisa. Il ricondizionamento viene effettuato da laboratori specializzati, da tecnici esperti, come ingegneri informatici ecc.
I dispositivi elettronici ricondizionati provengono da resi, per diversi motivi, come anche un difetto di fabbrica, oppure da utenti che desiderano un dispositivo con altre funzionalità. Infine, un prodotto ricondizionato può arrivare direttamente da grandi aziende che stanno effettuando un roll-out dei propri dispositivi elettronici.
Il prodotto “ricondizionato” per legge deve essere: rigenerato, riparato, igienizzato, testato e sigillato “come nuovo” per esser messo nuovamente in vendita sul mercato secondario.
Inoltre, la cancellazione di tutti i dati presenti sul dispositivo è certificata e completa. Infatti, un prodotto ricondizionato viene resettato, in modo da eliminare definitivamente tutti i dati del vecchio proprietario.
Qual è la differenza tra ricondizionato e rigenerato?
Generalmente ricondizionato e rigenerato sono termini utilizzati come sinonimi, se intendiamo che, ad esempio un tablet o uno smartphone viene riportato a condizioni uguali al nuovo. Il ricondizionato può riferirsi a un prodotto con qualche difetto, che viene poi risolto. Per quanto riguarda il rigenerato, parliamo di un procedimento più complesso, che avviene smontando l’apparecchio, sostituendo alcune componenti con ricambi originali. Insomma, il rigenerato risponde alla definizione “come nuovo”.
Oggi la tecnologia ha fatto passi avanti da gigante, e immaginare famiglie dove non si regala uno smartphone oppure un tablet è molto difficile. Purtroppo, molti ancora non sono entrati nell’ottica dell’economia circolare e del ricondizionato. Tale visione infatti abbraccia un modo di pensare al pianeta e agli esseri viventi, ma anche a se stessi.
Una delle domande che ci si può porre è: Conviene acquistare uno smartphone ricondizionato? Oppure quanto si risparmia acquistando un cellulare ricondizionato? Il risparmio è notevole, senza considerare l’impatto ambientale pari a zero. Infatti, uno smartphone ricondizionato si può risparmiare circa il 60% rispetto al prezzo di listino nuovo. Differenze tra uno smartphone nuovo e uno ricondizionato sono pari a zero.
Demanufacturing e Remanufacturing
Il Demanufacturing si riferisce al disassemblaggio, vale a dire al recupero di un prodotto vecchio, per riciclarlo, recuperando alcune componenti, smontando il dispositivo e così via. Per quanto riguarda il remanufacturing, ossia rigenerazione o rifabbricazione prevede il processo di smontare, riparare, pulire e rimontare per portare il dispositivo alle condizioni iniziali.
I prodotti circolari sono quei dispositivi, elettrodomestici o altro predisposti per poter essere disassemblati, smontati, riparati e rigenerati. In questo modo si vanno a creare filiere certificate direttamente dai produttori o da esperti specializzati.
Nell’economia circolare e nella rigenerazione parliamo anche del prodotto come servizio. Infatti, un utente sa che acquisterà un prodotto servizio, cioè che utilizzerà. Potrà poi recuperarlo, ricondizionando alcune funzionalità o componenti. Il risparmio è notevole, l’utente sta investendo non più in un prodotto, ma in un servizio.
Dal punto di vista delle aziende, la fidelizzazione del cliente è uno degli obiettivi del prodotto come servizio. Il ricondizionamento permette alle aziende un impiego dei consumi ottimale, di massimizzare il valore dei prodotti. Quest’ultimo, infatti è maggiore, in quanto il produttore rigeneratore abbatte i costi della costruzione di un dispositivo ex novo.
Cos’è Upcycling
All’interno del discorso di economia circolare, esistono diverse declinazioni di risparmio e riciclo, di valore e servizio. L’Upcycling è un processo mediante il quale, l’azienda realizza prodotti di valore superiore, utilizzando lo scarto.
Questo tipo di procedimento trova impiego anche nel processo artigianale. Basti pensare a materie povere per scopi nobili, design e opere d’arte. Materiali di scarto, come plastica, cartone, cartapesta e altro vengono utilizzati per creare opere d’arte oppure lavori artigianali di uso comune.
Sono molte le aziende e gli artisti che da anni si mettono in gioco. Basti pensare alle installazioni artistiche nel periodo natalizio a costo zero. Ma anche a beni utili, creati utilizzando bottigli di plastica o carta riciclata oppure qualsiasi altro materiale, che in caso contrario andrebbe ad inquinare l’ambiente.
Economia della ciambella
Il modello dell’economia della ciambella è stata introdotto grazie ad un libro di Kate Raworth. Sette mosse per pensare come un economista del XXI secolo. L’economia della ciambella ha come scopo quello di raggiungere lo sviluppo senza danneggiare la terra.
Il modello economico oggi prevalente ha aiutato miliardi di persone a migliorare le proprie condizioni di vita. Tuttavia, questi risultati sono stati ottenuti imponendo un prezzo altissimo ai sistemi naturali prima e a quelli sociali dopo. Da un lato, inquinamento, cambiamenti climatici e distruzione della biodiversità; dall’altro, livelli di diseguaglianza che non hanno probabilmente uguali nella storia dell’umanità e che, assieme alle crisi innescate dal sistema finanziario, contribuiscono a dare forza ai movimenti populisti che incendiano gran parte dei paesi dell’Occidente.
È chiaro che qualcosa non funziona, e che l’economia deve essere aggiornata alle realtà del XXI secolo. Per farlo, Kate Raworth ricostruisce la storia delle teorie che stanno alla base dell’attuale paradigma economico, ne evidenzia i presupposti nascosti e con grande sagacia li smonta pezzo per pezzo.
Dopo aver fatto piazza pulita di teorie che, pur risalendo all’Ottocento continuano a essere insegnate ancora oggi, Raworth presenta l’economia della ciambella, che attinge alle ultime acquisizioni dell’economia comportamentale, ecologica e femminista, e a quelle delle scienze del sistema Terra. Indica sette passaggi chiave per liberarci dalla nostra dipendenza dalla crescita, riprogettare il denaro, la finanza e il mondo degli affari e per metterli al servizio delle persone. In questo modo, si può arrivare a un’economia circolare capace di rigenerare i sistemi naturali e di redistribuire le risorse, consentendo a tutti di vivere una vita dignitosa in uno spazio sicuro ed equo.
Ricco di storie e prospettive sorprendenti, attento alle realtà profonde degli esseri umani, L’economia della ciambella è una straordinaria opportunità per imparare a pensare come economisti del XXI secolo.
Si tratta di un modello che analizza i limiti ambientali, oltre i quali è possibile uno sviluppo sostenibile. Si parla di dimensioni sociali o inner boundary o base sociale e limiti ambientali o tetto ambientale. Lo spazio tra i due confini è lo Spazio operativo sicuro per l’umanità, dove lo sviluppo sostenibile è attuabile. Sotto al confine interno, cioè della base sociale si sviluppano condizioni per la privazione umana. Superando, invece il tetto ambientale si assiste ad un degrado ambientale.
Cosa possiamo fare per l’ambiente?
Le azioni che possiamo compiere a favore dell’ambiente e per combattere i cambiamenti climatici sono molte. Si può partire dal rendere le proprie abitazioni smart ed ecologiche, utilizzando piccoli o grandi accorgimenti per risparmiare energia. Parliamo di pannelli fotovoltaici, ma anche stufe a basso consumo, installazioni di tende da esterno ed interne. Inoltre, è possibile sostituire gli infissi, effettuare lavori di cappotto termico isolante e così via.
Nella vita quotidiana, di può essere cittadini e consumatori consapevoli acquistando bio, studiando le etichette dei prodotti, riducendo o eliminando il consumo di carne, facendo la raccolta differenziata, acquistando acqua in bottiglie di vetro con reso ecc.
Inoltre, scegliere free plastic non solo con l’acqua, ma anche per prodotti di igiene e detergenti. Acquistare prodotti rigenerati, ricorrere più spesso al riciclo e al riutilizzo, acquistare capi di seconda mano, ma anche oggetti, mobili, elettrodomestici, giocattoli.
Rientrano nell’economia circolare anche le cartucce rigenerate e i toner rigenerati. Molte aziende si sono specializzate, negli ultimi tempi per proporre agli utenti, oltre un risparmio economico sui materiali da ufficio rigenerati, anche la possibilità di fare qualcosa di concreto per l’ambiente.
Le cartucce rigenerate riducono l’impatto ambientale e i rifiuti elettronici, che provocherebbero un notevole impatto, perché si tratta di rifiuti pericolosi, anche per la salute umana. I toner e le cartucce rigenerati sono simili alle cartucce originali in termini di qualità. Le aziende specializzate rigenerano le cartucce con procedimenti altamente professionali. per ottenere un prodotto di qualità, le cartucce vengono ispezionate per poi essere sottoposte a pulizia industriale. In un secondo momento vengono sostituiti componenti critici: tamburo, testina, serbatoio ecc. La cartuccia viene resettata e sottoposta a test delle funzionalità. Inoltre, viene sigillata e viene apposto un sigillo di garanzia.
Infine, bisogna dire che le cartucce rigenerate garantiscono anche una maggiore durata.
Quest’ultima rientra nel concetto di allungamento della vita di un prodotto, uno dei capisaldi dell’economia sostenibile.
Come sostenere l’ambiente con gli investimenti?
Oggi, la finanza si sta concentrando su un tipo di economia da guerra. Infatti, gli ultimi avvenimenti hanno fatto sì che molte industrie siano state riconvertite e molti Stati stanno attuando azioni per il riarmo. Le risorse impiegate nell’industria delle armi, rappresentano liquidità sottratte ad altri servizi essenziali. Nonostante ciò, nel 2022 la Bce ha deciso che acquisterà bond solo di aziende attente all’ambiente. Infatti fondi e prodotti che integrano criteri ESG (Environmental, Social, Governance), come “Poste Investo Sostenibile”, promuovono obiettivi ambientali e sociali, accessibili tramite gli sportelli di Poste o online.
Museo A come Ambiente – Environmental Museum
Le iniziative sostenibili si allargano non solo alla produzione e alla vendita, alle costruzioni e ai consumi in generale, ma anche alla cultura. A Torino, ad esempio, si trova il primo museo europeo interamente dedicato ai temi ambientali.
Attraverso diversi padiglioni si svolge l’attività del Museo con exhibit, mostre, laboratori, un sito web ricco di contenuti, proiezioni di film, eventi artistici e scientifici per adulti e molto altro ancora.
Creiamo anche programmi di sviluppo professionale per educatori ambientali e docenti e siamo in prima linea per inserire le tematiche ambientali nei percorsi scolastici e trovare strumenti stimolanti e innovativi per insegnare e imparare più efficacemente.
Inoltre, gli spazi del Museo possono essere visitati anche attraverso un tour virtuale. Il Museo di Torino è un laboratorio attivo, che coltiva e insegna la sostenibilità. Oltre ad attività didattiche, si occupa di formazione, sviluppo professionale e un’associazione che si occupa di consulenze e altri tipi di attività per le imprese e per i cittadini.
Sostenibilità e ambiente: Tre scenari possibili
Il tema ambientali è in discussione già da moltissimi anni. Gli scienziati lanciano continui moniti alla politica, per un cambio rotta. Nonostante si sappia che molte pratiche, come l’inquinamento, lo sfruttamento indiscriminato delle risorse, l’accumulo di rifiuti e tutte le azioni che vanno in senso contrario ad un’economia circolare ci avvicinano sempre più al baratro, il centro di ogni Stato è il Pil.
Le evidenze scientifiche sono tante, ma in ogni caso anche per gli studiosi è difficile prevedere con esattezza futuri scenari possibili. Sono innumerevoli gli studi di previsione, ma si tratta di stime, che possono avvicinarsi alla realtà, ma si tratta di ipotesi. Ciò che è difficile prevedere sono le modalità, come la natura risponderà all’azione dell’uomo, se già è in atto un cambiamento silenzioso e così via.
I tre scenari per l’ambiente
I tre principali scenari che gli esperti prevedono si riferiscono ad un arco di tempo relativamente breve: 2030 e 2050.
Primo scenario: La tempesta perfetta. Potrebbe derivare dal superamento dei tipping points, cioè delle soglie critiche. In altre parole la tempesta perfetta potrebbe arrivare, semplicemente dal punto di non ritorno.
Secondo scenario: La possibilità che si rispettino gli impegni Agenda 2030. Visione ottimista.
Terzo scenario: Degrado progressivo. La possibilità che smog, inquinamento, sfruttamento risorse non rinnovabili e stili di vita ostili all’ambiente, guerre e carestie logorino lentamente il pianeta, la salute di tutti gli esseri viventi e ci si avvii verso il punto di non ritorno, abituandosi.
Un elemento a favore del pianeta potrebbe essere rappresentato dalla rete, intesa come comunicazione e web. Qui, infatti nascono diverse iniziative per l’ambiente e internet e le diverse piattaforme di comunicazione sono il trampolino di lancio per sensibilizzare le persone.
La giornata internazionale della felicità
Già in passato, alcuni paesi hanno iniziato a misurare il Pil in termini di felicità. Infatti, è entrato nel pensare comune, il principio secondo cui al Pil è legato il benessere delle persone.
L’Onu nel 2011 ha istituito la giornata internazionale della felicità. Il presupposto della felicità è la ricerca di valori oltre il Pil. Ogni anno attraverso la pubblicazione “World happiness report” vengono rilevati i dati di un sondaggio di soddisfazione della vita in 146 paesi e popoli di cultura diversa. Le risposte variano, e il rapporto sottolinea le enormi diseguaglianze che ancora esistono all’interno del pianeta.
Una consapevolezza in più riguardo al pianeta e alla felicità esiste, e sta camminando già da qualche tempo. Si tratta di un cammino, che non ha sempre la stessa velocità, a volte lascia indietro molti. È questa coscienza la sfida e la speranza per il futuro. Va coltivata.
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