Armanda Trentini, la mamma di Alberto, affida a Ottavia Piccolo la lettura del suo messaggio: “Mi chiedo ogni mattina, quando inizia un nuovo giorno, cosa penserà del suo Paese che sembra averlo abbandonato?“. Il cooperante veneziano è detenuto in Venezuela dal 15 novembre dell’anno scorso, quindi da 13 mesi. La mamma ringrazia tutti coloro che si stanno mobilitando per chiedere al Governo un’azione incisiva per riportare a casa Alberto, “perché ogni giorno di detenzione in più – dice – ci risulta insopportabile“.
Al Centro culturale Candiani di Mestre una nuova iniziativa pubblica dal titolo “Un anno in carcere senza colpe: liberatelo subito!”. Oltre a familiari e agli amici di Alberto sono intervenuti in collegamento Carlo Verdelli, editorialista del Corriere della Sera che ha definito la vicenda “una vergogna sin dal primo giorno” e Alessandra Ballerini, legale delle famiglie Trentini, Regeni, Paciolla e Rocchelli. Questa nuova mobilitazione è organizzata dall’Associazione Articolo 21 liberi di… con la Fondazione Gianni Pellicani.
Mobilitazione a Mestre per Alberto Trentini: “Fare tutto il possibile per la sua liberazione”. Su Rainews Video e articolo.
Chi è Alberto Trentini?
Alberto Trentini è un cooperante italiano di 46 anni, originario di Lido di Venezia, arrestato in Venezuela il 15 novembre 2024 mentre lavorava per l’ONG Humanity & Inclusion, ONG che opera in diversi paesi per l’inclusione e i diritti delle persone con disabilità.
Una pagina facebook è stata creata – Alberto Trentini Libero – per il ritorno a casa di Alberto Trentini | Take Action: Bring Alberto Trentini Homeche ad oggi conta 6619 followers. Dalla pagina social è partito a marzo scorso il digiuno a staffetta. Nel post, c’è un link nel quale ci si può registrare per il digiuno.
Conferenza Stampa di Armanda Colusso, madre di Alberto Trentini
Il 15 novembre 2025, durante una conferenza stampa a Palazzo Marino, a Milano, Armanda Colusso ha rivolto al governo parole cariche di dolore, annunciando un’interrogazione parlamentare:
“È un’ingiustizia di cui non sappiamo darci pace. Alberto ci è mancato e ci manca ogni giorno. Voglio dirvi quanto difficili siano stati questi 12 mesi per me e la mia famiglia. Mio marito non sta bene. Abbiamo vissuto notti insonne a immaginare come sta Alberto, cosa spera, di cosa ha paura. A mio figlio è stato tolto un anno di vita in cui non ha potuto godere dell’affetto della famiglia.
Fino ad agosto il nostro governo non aveva avuto alcun contatto col governo venezuelano. Fino ad agosto. E questo dimostra quanto poco si sono spesi per mio figlio. Sono qui dopo 365 giorni a esprimere indignazione. Per Alberto non si è fatto ciò che era doveroso fare. Sono stata troppo paziente ed educata ma ora la pazienza è finita. In 12 mesi ho avuto tre telefonate dalla premier Giorgia Meloni e ho avuto due incontri con Mantovano. Dai rappresentanti del governo, da subito, ci è stato imposto il silenzio per non danneggiare la posizione di mio figlio. Ci siamo fidati e abbiamo operato in silenzio. Ma non potendo continuare a essere ignorati, con il nostro benestare è stata fatta un’interrogazione parlamentare”.
Le iniziative per la scarcerazione di Alberto Trentini
Oltre al digiuno a staffetta, nel Veneto sono state organizzati diversi eventi e manifestazioni a favore di Alberto Trentini. Nel maggio scorso, infatti corteo sul Canal Grande, da Santa Chiara al bacino di San Marco a sostegno del cooperante del Lido, in carcere da mesi in Venezuela. Coinvolti amici, cittadinanza e le storiche remiere. Sulla vicenda si sono espressi rappresentanti del Clero, come il Patriarca di Venezia, Moraglia, che ha partecipato al digiuno.
Le condizioni dei detenuti nel carcere di Caracas
Inoltre, l’ONG ha denunciato le condizioni disumane del carcere di Caracas. Secondo “Justicia, encuentro y perdon” sono frequenti i casi di percosse, restrizioni alimentari e trattamenti umilianti. Il “Comité por la libertad de los presos politicos” racconta la situazione di quattro attivisti: in totale isolamento, senza vestiti, ammanettati 24 ore su 24 e senza accesso neppure ai farmaci.
Nicolás Maduro, Presidente del Venezuela viene descritto come un dittatore. Il suo governo è riuscito a rendere marginale l’opposizione, ha represso diritti e libertà dei cittadini e spesso ricorre a repressioni militari e di polizia. Il clima che si respira nel paese e il controllo da parte delle istituzioni dei diritti civili e della vita dei cittadini ha creato una grave crisi economica e umanitaria.
Fonti: Rainews – TGr Veneto

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