Cosa risulta dai dati Ipsos Predictions Survey 2026?
Anno 2025: Due persone su tre (66% a livello globale) ritengono che il 2025 sia stato un anno negativo per il proprio paese, percentuale che in Italia si attesta al 63%. Quando si tratta della sfera personale, tuttavia, il giudizio si fa meno severo: il 50% a livello globale considera l’anno appena trascorso negativo per sé e la propria famiglia, mentre in Italia questa percentuale scende al 44%.
Il sentiment attuale mostra un netto miglioramento rispetto al 2020, quando il 90% della popolazione mondiale aveva definito quell’anno negativo per il proprio paese e il 70% lo aveva giudicato tale anche a livello personale.
Il 71% della popolazione globale guarda al 2026 con ottimismo, convinta che sarà un anno migliore del 2025. L’Italia si posiziona tra i paesi meno ottimisti con il 57% di fiduciosi, superando soltanto Francia (41%), Giappone (44%) e Belgio (49%).
Sul fronte economico, meno della metà degli intervistati (49%) prevede un miglioramento dell’economia globale nel 2026. Gli italiani si mostrano decisamente più pessimisti: il 66% ritiene che l’economia mondiale peggiorerà nel corso del prossimo anno. In un contesto internazionale segnato dalle politiche tariffarie del presidente americano Donald Trump, il sentiment economico è diminuito o rimasto stabile in 19 dei 30 paesi analizzati, con significative oscillazioni in entrambe le direzioni.
Cosa aspettarsi dal 2026?
L’ottimismo per il futuro, sceso di 9 punti percentuali al 65% alla fine del 2022 (un anno caratterizzato da inflazione, pandemia e invasione dell’Ucraina), fatica ancora a riprendersi completamente. In Italia, solo il 34% crede che le persone inizieranno a essere più ottimiste riguardo al futuro.
Rischi e minacce percepite
Il 29% della popolazione globale teme un importante attacco terroristico nel proprio paese nel 2026, percentuale che in Italia scende al 18%. Sulla sicurezza locale le opinioni si dividono: il 46% prevede che la propria area di residenza sarà meno sicura nel 2026, percentuale che sale al 50% in Italia.
Il 59% a livello globale (58% in Italia) si aspetta disordini pubblici su larga scala, come proteste o rivolte, contro le modalità di governo del paese. Rispetto al 2019, tre paesi del G7 – Gran Bretagna, Giappone (entrambi +11 punti percentuali) e Stati Uniti (+10 pp) – hanno registrato aumenti a doppia cifra nelle aspettative di disordini sociali.
Clima e ambiente
Il 78% degli intervistati globali (80% in Italia) prevede un aumento delle temperature medie mondiali nel 2026, con una maggioranza concorde in tutti i 30 paesi analizzati. Il 69% (sia a livello globale che in Italia) si aspetta un incremento degli eventi meteorologici estremi nel proprio paese rispetto all’anno in corso.
Le aspettative di azione governativa sul clima rimangono relativamente stabili: il 48% prevede che il proprio governo introdurrà obiettivi più ambiziosi per la riduzione delle emissioni di carbonio, in lieve calo dal 52% dell’anno precedente. In Italia questa percentuale si ferma al 36%.
Economia, lavoro e AI
Il 48% a livello globale (46% in Italia) prevede una recessione nel proprio paese nel 2026, mentre un terzo (33%) la ritiene improbabile. Sul fronte del potere d’acquisto, le opinioni si dividono: il 47% prevede un aumento del reddito disponibile nel 2026, mentre il 43% non concorda. L’Italia si posiziona penultima con solo il 29% di ottimisti, precedendo unicamente la Francia (27%).
Il 38% teme un crollo dei principali mercati azionari mondiali nel 2026 (29% in Italia), mentre il 39% lo ritiene improbabile.
L’impatto dell’intelligenza artificiale sul lavoro preoccupa: il 67% (sia globalmente che in Italia) prevede significative perdite di posti di lavoro, in leggero aumento dal 64% dell’anno scorso. Solo il 43% a livello globale (30% in Italia) prevede che l’AI creerà nuovi impieghi. Nell’ultimo anno, la preoccupazione per l’impatto occupazionale dell’AI è cresciuta in 21 dei 30 paesi analizzati.
Immigrazione e demografia
Il 62% prevede un aumento dell’immigrazione nel proprio paese, in calo dal 67% dell’anno precedente. Gli Stati Uniti registrano il calo più drastico (dal 56% al 29%), complici le riforme sull’immigrazione di Trump. In Italia, il 71% si aspetta un incremento dei flussi migratori.
Il 40% teme un calo demografico del proprio paese (41% l’anno scorso). In Italia questa preoccupazione sale al 63%.
I buoni propositi per il 2026
- Il 75% a livello globale (67% in Italia) intende fare più esercizio fisico.
- Il 60% dedicherà più tempo al proprio aspetto (62% in Italia).
- L’82% pianifica di trascorrere più tempo con famiglia e amici (84% in Italia).
- Il 37% intende ridurre l’uso dei social media (41% in Italia), mentre il 53% non prevede cambiamenti.
- Il 59% seguirà FIFA World Cup 2026 (62% in Italia).
Agenda 2030 è già un buon proposito, bisognerebbe attuarla
Buoni propositi 2026 per la sostenibilità
Potremmo chiedere alle istituzioni un salto di qualità: riprendere in mano il discorso della transizione con pragmatismo, maturità e visione, costruendo politiche credibili, progressive e ancorate ai dati.
Non arretrare, ma evolvere.
La transizione non è un tema tecnico né un esercizio di comunicazione: è una scelta di futuro, soprattutto per le nuove generazioni.
La crisi climatica non si manifesta nei report, ma nei territori: città stressate, aree interne fragili, infrastrutture impreparate, filiere vulnerabili.
Il 2026 potrebbe essere l’anno in cui smettiamo di trattare la sostenibilità come un tema “di settore” e iniziamo a considerarla per ciò che è: un progetto collettivo di futuro.
Non per idealismo, ma per realismo.
Si potrebbe:
- investire in prevenzione più che in riparazione;
- rigenerare spazi urbani e rurali;
- favorire comunità energetiche e modelli cooperativi;
- sostenere economie di prossimità.
La sostenibilità accade nei luoghi, non nei convegni.
Nella direzione giusta è la recente proposta UE relativa al settore auto e sostenibilità. Le case automobilistiche avranno l’obbligo di ridurre le emissioni del 90% compensando il 10% con biocarburanti, e-fuel o acciaio a basse emissioni prodotto nell’Unione Europea. Un obiettivo più realistico, rispetto allo stop totale dei motori imposto entro il 2035, e che aveva sollevato le proteste della case automobilistiche.
Cabina di regia “Benessere Italia”
Cos’è la Cabina di Regia “Benessere Italia” ? Benessere Italia è stata istituita per sviluppare politiche di sviluppo sostenibile e benessere in linea con l’Agenda 2030, lavora su indicatori specifici (BES – Benessere Equo e Sostenibile) per monitorare il progresso del Paese, con risultati che evidenziano progressi in aree come il reddito disponibile, ma anche sfide significative, posizionando l’Italia in una posizione intermedia tra i paesi OCSE, specialmente in termini di parità di genere e lotta alla povertà, e segnalando una necessità di accelerare su vari fronti per raggiungere gli obiettivi entro il 2030.
Immagine creata con IA
Fonti: Nagelsustainability, Ipsos

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