Vasco va sempre più forte, la sua musica non conosce battute d’arresto. Il 2025 è stato un anno grandioso, ancora come tutti gli altri per Vasco Rossi.
Ecco i numeri del 2025:
- 600 mila biglietti venduti per il tour negli stadi (che hanno portato a quota 3 milioni il numero di spettatori complessivi radunati sotto i palchi dal 2022 ad oggi);
- 400 milioni di streams sulle piattaforme per le sue canzoni, premi, riconoscimenti e quant’altro.
L’ultimo album di Vasco è “Siamo qui”, pubblicato nel 2021. Ma la sua musica si ascolta, si vive, si beve a grandi dosi nei concerti. Nell’estate 2026, il cantante girerà tutta l’Italia e i biglietti del tour sono già sold out.
Novità 2026 Vasco Rossi
Il tour di Vasco partirà il 30 maggio dallo Stadio Romeo Neri di Rimini. Il cantautore ha dichiarato, a proposito del tour 2026 sui social: «Una definizione per la set list? Strepitosa, entusiasmante, incredibile, inimmaginabile. Con un sacco di pezzi che non si sono mai sentiti dal vivo. Inediti e rarità. Tante chicche»
Poche parole, che però hanno fatto subito partire la caccia alla toto-scaletta. Spulciando su Setlist.Fm, archivio che raccoglie in maniera impeccabile le scalette dei concerti, redatte direttamente da fan e appassionati, abbiamo cercato i titoli di dieci canzoni che Vasco non ha mai cantato dal vivo, o quasi. Li trovate qui sotto: chissà che (almeno) un paio di questi brani non finiscano nella scaletta del tour 2026.
Il Comunicato Stampa Tania Sachs
2025 Rewind di un anno che Riconferma l’eccezionalità di Vasco Rossi.
L’ artista multigenerazionale che più di ogni altro riesce a parlare a ogni fascia di età, tra i 18 e i 60 anni, e a mobilitare milioni di fan. Fedele alle sue radici rock, nessuno come lui, ha saputo evolversi mantenendo sempre nelle sue canzoni un’attualità che attrae nuovi ascoltatori e fidelizza i vecchi.
Sempre sulla breccia: i suoi testi trascendono le epoche e le età parlando alle diverse generazioni attraverso temi universali come l’amore, la ribellione e la vita. Il “provocautore”, simbolo di libertà e ribellione, ha influenzato non solo la musica ma anche il linguaggio, con frasi e modi di dire entrati nell’uso comune e creando un forte e duraturo legame con il pubblico
Centrale nella scena del rock da (quasi) 50 anni, i suoi concerti – di anno in anno sold out da oltre dieci anni – sono irrinunciabili. Oltre all’ esperienza diventano miti e non si misurano con nessun record. L’ eccezionalità dei suoi concerti :
VASCO LIVE, alla sua quinta edizione, 2022/ 2026, ha totalizzato 3 milioni biglietti venduti
Ogni anno in concerto dal 2013 , Vasco Rossi è l’unico artista che faun tour all’anno, sempre sold out. Nessuno vanta un simile risultato, nessuno come lui nella storia della musica italiana.
Tour 2025 spettacolare, as usual “, il concerto è il più potente e emozionante al mondo”, quest’anno esplode di vita. 7 doppie date tra Bibione, Torino, Bologna, Firenze, Napoli, Messina e Roma, tutte sold out da un anno e 600.000 spettatori
Per la prima volta, da quando è nata, VITA SPERICOLATA, la canzone che per eccellenza è un inno alla vita, guida la scaletta e da Voglio una vita spericolata diventa Io sono , anzi NOI SIAMO UNA VITA SPERICOLATA. Si celebra LA VITA quest’anno, in tutte le sue forme e accezioni, pulsano di vita tutte le canzoni per di una scaletta lunga oltre oltre due ore.
Si parte a mille dalla prima data a Torino, due notti di folla e entusiasmo alle stelle, il popolo del Blasco intasa le vie del centro sotto l’albergo. (Don Ciotti porta allo stadio la bandiera della Pace).
E così, avanti per tutto il tour: A Napoli, viene giù lo stadio Maradona , quando arriva “Je so’ pazzo in omaggio a Pino Daniele, un tripudio A Firenze la consegna delle chiavi della città, la sindaca Sara Funaro balla al concerto. A Bologna, Bari, Messina tutti gli stadi gremitiall’inverosimile, un pubblico caldissimo.
A Roma record all’Olimpico per la 26 e 27esima volta.
A proposito di Toffee
Vasco, a proposito della canzone Toffee ha detto: è stato uno degli esperimenti più spinti del mio repertorio. Mi ero posto come obiettivo quello di riuscire a raccontare qualcosa senza raccontarlo, senza la narrazione, solo con le impressioni. Ho scelto di puntare sul minimalismo, cercando di dire le cose con meno parole possibili, che poi è il concetto della comunicazione in forma poetica.
Ho voluto superare il limite, andare oltre quello che avevo sperimentato in Ogni volta che è stata il primo tentativo, forse nemmeno troppo consapevole, di trovare un nuovo modo di comporre e usare le parole: l’ho scritta una mattina sul letto, buttando giù il testo in fretta e senza pensare troppo alle frasi che venivano, credendo di fare un esercizio utile a me e basta. Ecco, quel giorno credo di aver affinato il mio stile: pochi tocchi di pennello e via.
È stato molto sorprendente anche per me. In definitiva, con Toffee ho fatto un altro passo avanti e ho raggiunto l’obiettivo che mi ero prefisso: raccontare le cose senza raccontarle, trasmettendo solo delle sensazioni. È stata una bella sfida. Adesso che sulle origini di Toffee abbiamo sviscerato tutto, resta solo un grande mistero irrisolto: ma è mai arrivato quell’asciugamano?
Chi lo sa? Mi piace l’idea che ognuno si scelga il finale che vuole
(Tratto dal libro a cura di Gianni Poglio nella confezione COSA SUCCEDE IN CITTÀ 40th RPLAY Special Edition).
Appena il 21 dicembre salla sua pagina social aveva dichiarato: Subito in studio… Per la playlist più stupefacente della storia dell’umanità.
C’è chi di no
Il cantautore emiliano è uno tra i pochi personaggi famosi ad esporsi e a dire la sua nel sociale. Anzi, incarna “C’è chi dice no”. Verrebbe da dire quasi: “C’è chi non dice niente”. Essere un personaggio pubblico e avere un seguito comporta delle responsabilità. Si tratta di una sorta di missione. Creare emozioni, far ridere o far piangere non può essere una cosa sterile.
Vasco, spesso sui social lancia messaggi importanti; recentemente infatti, il 6 novembre in un post ha annunciato “C’È CHI DISSE NO – La Resistenza degli Internati Militari Italiani”, in onda su Rai Storia il 7 novembre 2025, e visibile su Rai Play.
Con le testimonianze di figli di IMI (Internati Militari Italiani) tra cui Vasco Rossi con il diario ritrovato del papà Giovanni Carlo Rossi.
“Cose viste coi propri occhi non si dimenticheranno mai più.
Prigioniero di guerra
Rossi Giovanni
Classe 1923”.
Il documentario della regista
Miraglia @marialuisamiraglia è un viaggio nella storia straordinariamente coraggiosa dei 650.000 militari italiani che preferirono la prigionia nei lager del Reich piuttosto che piegarsi e combattere per il nazifascismo.
“Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, oltre 650mila soldati italiani, catturati dalle truppe di Hitler, si rifiutarono di continuare a combattere al fianco della Germania e di aderire alla Repubblica Sociale Italiana. Per il loro «no» pagarono un prezzo altissimo: trascorsero quasi due anni nei lager del Reich, dove soffrirono il freddo, la fame e il lavoro forzato. I tedeschi li chiamarono IMI – Internati Militari Italiani – una categoria creata appositamente per negare loro le tutele internazionali previste per i prigionieri di guerra. Decine di migliaia di uomini morirono nei campi. Chi riuscì a tornare in patria, fu segnato per sempre”. (L’ECO DI BERGAMO).
Clemente Mimum ha scritto di Vasco: “Vasco scrive non testi ma pallottole che centrano il cuore. Uno dei suoi segreti è la spontaneità.
I post di Vasco Rossi
Le illustrazioni satiriche dell’artista polacco @pawel_kuczynski1
valgono più di mille parole, sono metafore visive che fanno riflettere
Fonti: Comunicato stampa (Tania Sachs ); rockol.it











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