Emergenze e Risanamento a Napoli

Napoli è sempre stata amministrata male, ha sempre avuto due volti: la città bene e i vicoli stretti e cupi. Fra miseria e nobiltà in passato, come oggi si sono consumati anni difficili fra l’enorme popolazione che vi vive. La maggior parte dei napoletani, specie quelli dei quartieri difficili e delle periferie è stata sempre costretta a vivere in condizioni precarie e le emergenze che hanno colpito Napoli sono sempre state frutto di ignoranza, miseria e degrado.

Dopo l’epidemia del 1884, il colera, che si diffuse appunto per le precarie condizioni igieniche della maggior parte della popolazione che abitava bassi scuri, senza servizi igienici scatta l’operazione Risanamento. Quell’epidemia provocò 7000 morti, ragion per cui speculatori, politici corrotti e imprenditori del Nord corsero per salvare la città.

I Giornali e i giornalai, purtroppo, molto spesso hanno dipinto un’immagine di Napoli povera, irrecuperabile, maledetta, anche per colpa di molti abitanti con modi e maniere non proprio nobili. Ancora oggi molti reportage e servizi televisivi mandano in onda scene del peggio di Napoli.  

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Con l’operazione Risanamento la popolazione più povera fu costretta a ritornare nei bassi, in condizioni peggiori, perché ciò che fecero molti imprenditori piemontesi con la complicità dello Stato fu realizzare furono costruite case di lusso per speculare e basta. Tutto ciò lo rivelò un’inchiesta che scoprì l’intreccio fra malaffare e politica, solo che non si riuscì a condannare nessuno.

Il ventre di Napoli

Il “quartiere angioino” l’area costituita dei  “quartieri bassi”, oggetto dell’ operazione “Risanamento”: Porto, Pendino, Mercato e Vicaria.  Lo slogan ripetuto in quegli anni era: «Bisogna sventrare Napoli», così il sindaco Nicola Amore fece richiesta al governo di una legge speciale approvata nel 1885. Dove si doveva risanare e ricostruire fu distrutto in nome del Dio Denaro.  Il programma urbanistico  fu messo a punto non tenendo conto della tutela dei centri storici e dell’ambiente. Quella classe politica non pensò alle reali condizioni dei napoletani e dove c’era bisogno di fogne, acqua non fu fatto nulla e ancora una volta la gente meno abbiente fu lasciata al suo destino, senza pensare ad un progresso umano e sociale. I quartieri bassi furono distrutti per guadagnare terreno su cui costruire abitazioni su cui lucrare.

Fu quindi denunciato, per la prima volta e già prima dell’inizio dei lavori, l’effetto della legge 1885: essa aveva provocato a Napoli una speculazione sui suoli fino ad allora sconosciuta. Il consigliere Enrico Arlotta enfaticamente dichiarò: “Dopo l’invasione colerica e l’iniziativa del Municipio per combattere le cause di tanta sciagura, la speculazione di tutta Italia si è riversata sulla Città di Napoli. La speculazione che a volte ha colpito i valori dello Stato, altre il debito pubblico, oggi ha preso di mira i suoli edificatori”. E il Giambarba confermando, aggiunse: “La febbre dell’acquisto dei terreni su larga scala ha invaso gli speculatori, si sono comprati fondi decuplicandone il valore e ciò doveva menare ad un aumento sensibile nei prezzi di rivendita delle aree edificabili”.

Con Risanamento  si intende il grande intervento urbanistico che cambiò il volto della città di Napoli, in particolare di quei quartieri più ricchi di storia: Chiaia, Pendino, Porto, Mercato, Vicaria. Il colera fu una tragedia per i popolo napoletano e una grande occasione per imprenditori del Nord e politici corrotti. 

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Anche a Napoli c’è un Nord e un Sud, lo ha dimostrato l’incidente accaduto sulla linea della Metropolitana, in seguito allo scontro fra tre convogli a gennaio 2020. Dopo pochi giorni furono aperte solo alcune tratte, non a caso quelle che riguardavano i quartieri alti di Napoli, mentre i collegamenti fra Chiaiano – Secondigliano – Marano – Giugliano chiusi fino a data da decidersi, hanno costretto i pendolari ad arrangiarsi, i quali potevano arrivare in ritardo o non arrivare mai a scuola, al lavoro, in ospedale ecc. In alternativa darsi ammalati e restare a casa…

…continua su WSI articolo di Giovanna Angelino

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