Nel 2016 l’Italia si trovava al Settantasettesimo posto nella classifica stilata da Reporters sans Frontiers. Nel 2020 l’Italia guadagna il quarantunesimo posto, ma c’è poco da rallegrarsi.
Paesi come Ghana, Sud Africa, Burkina Faso, Botswana godono di una maggiore libertà di stampa rispetto all’Italia.
Il livello di violenza e di minacce contro i giornalisti cresce soprattutto a Roma e nelle regioni del Sud. In Campania il direttore di Campanianotizie.com, Mario De Michele, ha rischiato di morire in un agguato di stampo camorristico a novembre 2019 a seguito di un’inchiesta giornalistica. Si segnalano casi di violenza fisica e verbale nei confronti di giornalisti da parte di gruppi appartenenti all’ala neofascista. Sono circa 20 i giornalisti che vivono sotto protezione – è quanto si legge in una nota di Reporters senza frontiere, l’associazione internazionale, che difende i giornalisti di tutto il mondo.
Il rapporto sulla libertà di stampa nel mondo, ci suggerisce che i prossimi anni saranno decisivi per il giornalismo e il diritto a essere informati. Sono molti i fattori che hanno creato caos nel mondo dell’informazione. In primo luogo, l’assenza di una normativa che faccia ordine nel digitale, dove vi è un’enorme confusione di notizie e fake news. Divulgazione e pubblicità si confondono con un giornalismo, che a causa della crisi economica spesso si vende per pochi euro, a svantaggio dell’informazione di qualità. Nel mondo le dittature non fanno bene al giornalismo, perché minacciano e aggrediscono proprio ciò che sta alla base di esso,appunto la libertà. Infine, la crisi sanitaria che sta attanagliando i paesi del mondo è un’ulteriore occasione per limitare la libertà di informazione, infatti, molte notizie sono censurate e tenute nascoste, basti pensare a ciò che ha fatto la Cina. I governi usano l’informazione per imporre nuove misure e disorientare l’opinione pubblica. Non parliamo del mondo islamico, dove ci si nascondo dietro al velo, dove l’analfabetismo raggiunge i massimi livelli e le notizie arrivano sotto forma di vignette, disegnate da qualche giornale occidentale. Secondo Rsf, circa il 9% della popolazione vive in Paesi in cui la libertà di stampa è davvero riconosciuta o quasi.
Libertà di stampa: gli ultimi e i primi della lista
I paesi in cui la libertà d’informazione soffre sono Cina (177° posto su 180), Russia, (149° posto), Brasile (150° posto), Arabia Saudita (172° posto), Egitto (163° posto), Libia (162° posto), Iran (170° posto), Messico (144° posto), India (140° posto), Corea del Nord (179° posto) e Turkmenistan (180° posto, l’ultimo al mondo).
La libertà di stampa è più garantita in paesi come Norvegia, Finlandia, Svezia, Paesi Bassi, Danimarca, Svizzera, Nuova Zelanda, Giamaica, Belgio e Costa Rica, Germania, Canada.
Nel sud Italia è sempre più difficile fare informazione, gruppi criminali minacciano continuamente i giornalisti, grazie anche al silenzio delle forze dell’ordine e delle istituzioni.
In Europa è sempre più difficile fare informazione libera. A Malta, ad esempio, diventata centro dei traffici della Mafia, la giornalista Daphne Caruana Galizia fu uccisa con un’autobomba, per aver scoperto il sistema di riciclaggio. Di giornalisti uccisi, purtroppo ce ne sono centinaia in tutto il mondo. Accanto al giornalismo censurato e imbavagliato, esiste il giornalismo degli avvoltoi, assoggettati al potere e la fabbrica della disinformazione continua a tessere la sua rete. La cattiva informazione è lo strumento più potente in mano ai governanti.
Le scuole chiuse e le ore passate su internet non aiutano affatto a far crescere bene una generazione, che ha il gravoso compito di ricostruire e cambiare il mondo attuale.
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