I viaggi d’affari o di lavoro sono un settore molto affascinante per diverse ragioni. Il business travel include l’organizzazione di una trasferta di lavoro in tutti i suoi aspetti, da quello economico a quello organizzativo-logistico.
I viaggi di lavoro rientrano tra i costi più importanti che un’azienda sostiene. Infatti, le piccole e le grandi imprese hanno la necessità di spostarsi per intrattenere relazioni con clienti o fornitori, stipulare nuovi contratti, partecipare a fiere o convegni, inviare propri dipendenti a seguire corsi di formazione e così via.
Rientrano nel concetto di viaggi di lavoro anche i viaggi premio per i dipendenti.
Il 2022 è stato l’anno della ripresa di partenze e viaggi di lavoro; lo stop imposto dalla pandemia è terminato. Il business travel è stato uno dei settori più colpiti, infatti, è stato necessario intrattenere tutte le relazioni di lavoro attraverso il web.
Questo periodo ha visto la diffusione di videoconferenze e videocall sia tra gruppi di lavoro sia con fornitori e clienti. I collegamenti on line sono stati estesi anche alla politica, infatti, spesso si è reso necessario organizzare conferenze utilizzando grandi schermi al posto dei saloni tradizionali.
Business travel, i numeri
I segni di ripresa ci sono tutti, nonostante lo smart working e le riunioni online che hanno reso possibile aggirare gli spostamenti con treno o aereo. La pandemia aveva risolto, anche se per poco tempo, il problema dell’inquinamento dei mezzi di trasporto e del traffico. Infatti, il minore impiego dei trasporti era stato ricollegato anche all’esigenza di ridurre le emissioni di carbonio.
L’ISTAT registra che, nel 2022, il 6,9% dei viaggi è avvenuto per motivi di lavoro e la durata media è stata di 3,8 notti. Tra le motivazioni più frequenti compaiono le riunioni d’affari (17,1%), seguite da convegni, congressi e seminari (16,1%) e dalle attività di installazione, rappresentanza o vendita (9,7%).
Nuove tendenze Business travel
Nel settore delle fiere si assiste ad un considerevole aumento dell’affluenza, come nel caso della Milano Design Week e al Vinitaly. Il 2023 mostra ottime prospettive, grazie a una stabilizzazione del business travel. Una ripresa record, che dovrebbe giungere con un anticipo di ben due anni rispetto a quanto previsto degli analisti. La crescita è stata superiore alle aspettative, dato che, nel 2022, la spesa per i viaggi d’affari ha superato i 22 miliardi di euro, raddoppiando il valore registrato nel 2021.
Holiday working
L’holiday working si conferma come un trend crescente: il 49% delle strutture ricettive ha ospitato lavoratori in smart working, grazie all’apertura mostrata dalle aziende che, per il 54%, permettono di lavorare pure dai luoghi di vacanza. Inoltre, i viaggiatori sono molto più attenti alla qualità del servizio e scelgono soluzioni economiche convenienti per l’azienda d’appartenenza, preferendo il bleisure per coniugare giorni di vacanza a viaggi di lavoro.
Secondo l’Osservatorio Business Travel, si tratta di un segnale di ripresa molto importante, sia se si tiene conto dei viaggi d’affari da parte delle aziende, sia se si guarda l’incremento delle attività corporate in presenza, anche se i dati non hanno ancora raggiunto i livelli pre-pandemici.
La ripresa del Business travel è evidente e ci restituisce un segnale forte di ripartenza”, dichiaraAndrea Guizzardi, direttore dell’Osservatorio Business Travel. I dati risentono anche delle contingenze e dei fattori esterni. La dinamica di spesa ha infatti come propellente sia le tensioni geo-politiche, sia la forte ripresa della domanda leisure che determina il razionamento dell’offerta di servizi. La digitalizzazione delle attività consente un ingente risparmio di tempo e quindi di costi. Inoltre, la digitalizzazione delle procedure consente il raggiungimento di maggiori benefici, se accompagnata da una corretta gestione e utilizzo dei dati”.
Molte aziende decidono di affidarsi a delle business travel management company, cioè delle vere e proprie agenzie o piattaforme il cui scopo è quello di ottimizzare tutte le attività inerenti ai viaggi di lavoro.
Incluse tra queste attività possiamo trovare:
- acquisto di biglietti di viaggio di aerei o treni, prenotazione hotel e vetture a noleggio
- controlling e fatturazione spese di viaggio
- organizzazione di manifestazioni (MICE – meeting, incentive, congress, exhibition)
- creazione e controllo di travel policy
Chi si occupa di Travel management?
- business travel management company
- agenzie di viaggio
- Alberghi e Ristoranti
- travel manager
- GDS (Global distribution system)
- fornitori di sistemi di self booking
I dipendenti, gli Area Manager che viaggiano portano in giro l’immagine dell’azienda.
Cosa devono o non devono fare gli ambasciatori aziendali?
Non perdere tempo, se possibile essere in anticipo su voli, meeting ecc..
Rispettare le culture locali
Usare cautela nelle relazioni (gentilezza ecc.
Cercare hotel sostenibili, utilizzare trasporto pubblico ecc.
Rispettare la Travel policy aziendale
Come diventare un Travel Manager?
Per diventare travel manager occorre una formazione scolastica alla base, diploma oppure una laurea con indirizzo turistico, inoltre, un corso specializzato o un Master che permetta di acquisire competenze ed esperienza. Quest’ultima è quella che fa la differenza. Infine, è importante conoscere almeno due o tre lingue.
Quanto guadagna un Travel Manager?
In media tra i 46 mila euro e i 60 mila annui.
Cosa fa il travel manager?
Il Travel Manager è il responsabile della gestione dei viaggi all’interno di un’azienda. Il suo compito è quello di trovare un equilibrio tra il comfort dei viaggiatori e la riduzione dei costi per le trasferte sostenuti dall’azienda.
Fonte: Millionaire
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