Governo contro gli ambientalisti e uno spazio che non c’è

Accade nella politica, nello spettacolo, nel mondo della cultura. Personaggi antichi, tipo Zanicchi, per citarne uno, in balia di un ego spropositato e di una forma di protagonismo asfissiante, si aggirano tra i palchi più in vista. Parliamo principalmente della Tv, uno dei canali ancora più seguito, nonostante i social.

La stessa presidente del consiglio, giovane, ma con tanti, troppi anni di carriera alle spalle. Il vecchio avanza, verrebbe da dire. E lo spazio ai giovani? Non c’è.

Il Senato della Repubblica, il ministero della Cultura e il Comune di Roma si sono costituiti parte civile nel processo in cui tre attivisti di Ultima Generazione sono imputati per aver lanciato vernice lavabile sulla facciata di Palazzo Madama. Nel frattempo il Gup di Brescia, a causa del ritardo con cui la domanda è stata presentata da Palazzo Chigi, ha respinto la costituzione di parte civile della Presidenza del Consiglio dei ministri al nuovo processo per la strage di piazza della Loggia del 28 maggio 1974, in cui è imputato Roberto Zorzi.

Riepilogando, lo Stato sarà parte civile contro gli attivisti, non lo sarà contro gli stragisti

In occasione della prima udienza  il movimento ambientalista ha organizzato una manifestazione di protesta, esponendo striscioni con le scritte “La disobbedienza civile non è reato” e “Non paghiamo il fossile”. Il Louvre di Parigi, la National Gallery a Londra, il Museo del 900 a Milano, gli Uffizi a Firenze. Questi sono solo alcuni dei luoghi presi di mira durante le recenti proteste per il clima.

Sicuramente gli attivisti sbagliano l’approccio, ma in quegli atti vi è un messaggio. Sono prese di mira opere d’arte che resistono da secoli, e quello che probabilmente si vuole trasmettere è la corsa contro il tempo del nostro pianeta. I giovani ci stanno dicendo: Tra qualche anno il nostro meraviglioso pianeta, le opere d’arte, noi stessi non ci saremo più.

Non è giusto imbrattare muri o deturpare opere d’arte, anche se lo si fa con vernice lavabile. Non vanno affatto bene gli episodi di violenza che alcuni giovani compiono nelle scuole, nelle famiglie o per strada. In questi comportamenti c’è qualcosa che non va e che non ha funzionato. Forse sono figli di una società malata, che non sa dare esempio e non li sa educare.

Una parte della sinistra,  Greenpeace e Amnesty International difendono gli attivisti, mentre il sindaco di Roma espressione della stessa forza politica – si dichiara parte civile contro di loro.

Forti con i deboli e deboli con i forti? Nel processo per le stragi non ci sarà la presenza giuridica dello Stato, per ritardi, per negligenza, per indifferenza, per priorità. Nel costituirsi, invece, parte civile nei confronti degli ambientalisti, lo Stato mostra di essere molto solerte e pronto.

Spazio ai giovani

Certi compiti hanno bisogno di competenze e di esperienza, su questo non vi è alcun dubbio. Ma nella società di oggi, purtroppo, i giovani sono emarginati, non riescono ad entrare in alcun contesto. La ragione? Non c’è spazio, perché il vecchio avanza, il vecchio è sempre là e non si scolla.

Sarebbe opportuno dare una grande prova di generosità e fare spazio ai giovani. Ma non solo, educarli, dare l’esempio, affiancarli, guidarli, appoggiarli, farli studiare, e infine, vigilare affinché non facciano gli stessi errori del passato.

Per me questo si chiama cambio generazionale, generosità, avanzamento, evoluzione.

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