Come arginare la sottocultura degli Influencer, rischi per la psiche

Disagio mentale. Oggi, rispetto al passato si parla molto più di salute mentale. Sono stati proprio i giovani a sdoganare il tema. Spesso, gli adulti ne parlavano e ne parlano con qualche pregiudizio.

Ma la realtà va affrontata, e molti giovani, anche a causa della Pandemia hanno gridato tutto il loro disagio mentale. In queste settimane il dibattito pubblico è incentrato sulle figure degli psicologi nelle scuole di ogni ordine e grado. Il disegno di legge è di Forza Italia ed è stato sottoposto alle camere lo scorso ottobre 2022. L’obiettivo del provvedimento è quello di regolamentare e rendere stabile, nelle scuole di ciascun ambito territoriale, una figura fondamentale come quella dello psicologo scolastico. La sua prestazione di lavoro ordinario dovrà avere una durata pari a 36 ore settimanali e la sua retribuzione non potrà essere inferiore a quella di un docente al momento dell’immissione in ruolo e potrà essere incrementata solo a seguito di rinnovo contrattuale.

Come inciderebbe la legge sull’introduzione degli psicologi nelle scuole?

L’attività dello psicologo scolastico comprende le seguenti aree di intervento:
a) supporto nell’inserimento, o reinserimento a seguito di periodi di lontananza, dell’alunno o studente all’interno del sistema scolastico;
b) sostegno alla costruzione della personalità degli alunni o studenti e allo sviluppo delle competenze emotive e sociali;
c) predisposizione di un ambiente di apprendimento responsabilizzante e motivante;
d) supporto al benessere degli alunni o studenti e del personale scolastico;
e) individuazione precoce delle situazioni di devianza, quali bullismo e cyberbullismo, e di disagio, quali disturbi alimentari e dipendenze, nonché dei bisogni educativi speciali;
f) supporto e formazione nei confronti dei docenti, con riguardo alle specifiche problematiche dell’età evolutiva e alle eventuali difficoltà relazionali esistenti all’interno della classe e tra docenti e alunni o studenti;
g) supporto e formazione, nei confronti del personale docente e del personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA), per una migliore gestione delle situazioni di disagio;
h) consulenza psicologica rivolta alle famiglie per il supporto alla genitorialità;
i) interazione, ove richiesto, con le altre figure professionali che operano nell’ambito della scuola;
l) consulenza psicologica individuale e di gruppo per gli alunni o studenti, il personale docente e ATA e i genitori, finalizzata a ottimizzare le prestazioni scolastiche e le relazioni umane, a sostenere il processo di formazione e crescita dell’alunno o studente, a prevenire disagi, patologie e devianze e a valorizzare le responsabilità genitoriali nei percorsi formativi scolastici.

Social, influencer e rischi per la salute mentale

Psicoterapeuta, caso di Casalpalocco interroga tutta la società. La dittatura del Like e la crescente tendenza a sfidare i limiti ci sottomettono e le prime vittime sono i giovani

Più che parlare di colpe – ora sarebbe meglio parlare di responsabilità e consapevolezza. E di questo “dovrebbe prendersi carico, non solo la famiglia dei ragazzi coinvolti nell’incidente di Casalpalocco, ma tutta la società.

Così Giuseppe Lavenia, psicoterapeuta e presidente dell’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche e Cyberbullismo, in merito all’incidente che ha causato la morte di un bimbo a Roma – come riposta un articolo apparso su Ansa.
I giovani sono spesso spinti a cercare sempre più estremi per ottenere l’approvazione e l’attenzione online. Proiettarsi così fortemente nel mondo virtuale ha portato i giovani coinvolti a sganciarsi dalla realtà e a creare video con contenuti sempre più borderline, come indica il nome dei loro profili social, e orientati al superamento del limite, di cui manca sempre più il senso. Ora dovranno confrontarsi oggi con le loro responsabilità nella vita reale.

L’ossessione dei Like – ci porta a desiderare l’aumento di follower per sentirci qualcuno, anche solo nel mondo etereo della rete”. A sua volta, la ricerca incessante di follower, precisa, può creare una dipendenza emotiva che influenza la percezione della propria identità e autostima. Ma più che giudicare questo è il momento in cui interrogarci su come prevenire altri episodi simili nell’era dei social media.
In questo contesto, aggiunge Lavenia, la famiglia dei ragazzi influencer non può essere considerata l’unica responsabile, ma tutta la società deve assumersi il compito di prevenire episodi simili. È fondamentale promuovere una cultura di responsabilità e bilanciamento nell’uso dei social media. È necessario adottare approcci educativi che incoraggino una sana autostima indipendente dalla quantità di like o follower.


L’obiettivo non è demonizzare i social media o vietarne l’uso, ma piuttosto sviluppare una consapevolezza critica e un equilibrio tra la vita online e quella reale, facendo capire che la ricerca di popolarità virtuale può portare a conseguenze tragiche nella vita reale. 

I giovani stanno gridando il loro disagio mentale e non ce ne accorgiamo

I segnali che i giovani inviano al mondo adulto e alla società moderna sono tanti. Il numero dei suicidi tra adolescenti e giovani aumenta, questo è un dato di fatto. Qualche giorno fa ho scritto un post su facebook, riguardo alle aspettative di cui i ragazzi sono investiti, soprattutto dalle famiglie, la necessità di primeggiare e di essere geni. Sulla competizione, la vita non è una gara!

A 19 anni una studentessa universitaria si suicida dicendo che la sua vita è un fallimento😳Idiot-nfluencer si mostrano a milioni di deficenter su auto di lusso che sfrecciano ad alta velocità. Un/una presidente del Consiglio dice, riferendosi a un morto – Ha vinto

Ma cosa si vince? Chi vince e chi perde? Qual è la gara? In cosa consiste? A cosa giochiamo?

A chi è più furbo, più stronzo, più famoso, più influencer, più social, più cliccato, più laureato, a chi ha più superpoteri, a chi è più cretino, a chi fa più soldi?Decidete le regole del gioco una volta per tutte e togliamoci il pensiero!

Fate chiarezza su cosa vuol dire vincere o perdere, e soprattutto secondo quale logica, quale verità, quale metro – ne esiste uno omologato per tutti? Vince chi ha tre lauree a 24 anni? Gli imbecilli da milioni di follower semplicemente perché scimmiottano sui social? Chi si è arricchito? (in che modo che cacchio ce ne frega), chi diventa una star? Chi suona, canta, scrive, legge, dipinge e fa ceramica? Chi vince Sanremo? Chi vince il campionato?

Adulti travestiti da ragazzini? Ragazzini che hanno già 40 anni? Ho la sensazione che non vada tutto bene oggi. Forse.E se fosse per me, non mi limiterei a cambiare le regole

cambierei proprio il gioco – S.P. docet 😉

…Meditiamo 🤔 o no?

Il disagio mentale nei giovani si manifesta in tantissimi modi, come sono diverse le cause. La fragilità contro bullismo o aspettative enormi sono alcuni motivi che spingono al suicidio. La pandemia ha ancora i suoi effetti, nonostante le aperture. Sentirsi inadeguati per tanti motivi è qualcosa di reale. Infine, i giovani cercano spazi, senza trovarli realmente: nella politica, nello spettacolo, nel lavoro. Il vecchio, purtroppo avanza sempre, e non si stacca dai luoghi dove ha attecchito. Chi ha più anni dovrebbe dare spazio ai giovani, e guidarli con generosità.

I giovani imbrattano le opere d’arte, fanno manifestazioni, gesti estremi, cercano like e approvazione – è evidente che sono alla ricerca di un posto nel mondo e di spazio. E’ evidente che i giovani vogliano essere ascoltati.

Infine, nelle famiglie, spesso esistono le più atroci dinamiche. Infatti, sono luoghi dove, nella maggior parte dei casi nasce il disagio e ci si sente inadeguati. Troppi elogi o troppe critiche fanno male entrambi. Poi i ricatti morali, le ritorsioni, le ingiustizie e le piccole prepotenze non permettono di crescere e costruire una personalità sana e libera da preconcetti.

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