Gentilezza, una questione di scienza

La gentilezza è un anti infiammatorio, un anti depressivo e un anti invecchiamento. Il movimento internazionale della gentilezza è stato fondato dal biologo naturalista, docente e autore bestseller Daniel Lumera e promosso dall’Organizzazione di Volontariato My Life Design

Oggi la scienza è in grado di dare una corrispondenza biologica esatta all’ottimismo, alla gentilezza, al perdono, alla gratitudine e alla felicità, mostrando quanto questi valori siano fondamentali per vivere a lungo, sani e felici. Incontro tra scienza e consapevolezza è il must del futuro.

Sul sito web del movimento internazionale della Gentilezza si legge: Una rete mondiale per diffondere la gentilezza e i valori ad essa correlati nel tessuto sociale e promuoverne l’applicazione attraverso i 6 “pilastri del benessere”: relazioni felici, alimentazione, meditazione, movimento fisico, arte, musica e natura.

Le aree di intervento sono:

  • Salute
  • Educazione
  • Impresa
  • Giustizia
  • Cultura
  • Ambiente

Tra i tanti progetti promossi dal Movimento Italia Gentile, che ispirandosi alla sua espressione internazionale, l’International Kindness Movement,mercoledì 5 luglio, nell’ambito di una serata evento, proclamerà Singita a Fregene Spiaggia Gentile.

Il Movimento della gentilezza, nato nel 2020, oggi coinvolge oltre 300.000 persone e centinaia di enti, imprese e istituzioni in Italia e all’estero nella diffusione del valore universale della Gentilezza, trasformandolo in progetti concreti ad alto impatto sociale per le comunità e i territori in tutto il mondo. 

La scienza della gentilezza, ce n’era bisogno?

Negli ultimi tempi ritorna alla ribalta un tema importante, quello della salute mentale, troppo spesso dimenticato o sottovalutato. Grazie ai giovani, ai social e a tutto ciò che ha innesecato il lockdown, di questo tema si parla di più, andando oltre i pregiudizi.

Persino MrRain, nella scorsa edizione di Sanremo ha sollevato il tema, con il successo “Supereroi”, che proprio di questo parla. Che ci sia legame tra gentilezza, felicità e scienza è qualcosa che spetta agli esperti scoprire.

Essere gentili ha un impatto diretto sui nostri geni? L’ottimismo ci fa vivere più sani e più a lungo? La felicità aiuta i processi antinfiammatori?

La gentilezza ha legami con la biologia e il DNA?

Sembra che esista proprio una biologia della gentilezza, un percorso di crescita che arriva fino alla comprensione del potere che può avere la mente sui nostri geni. L’abitudine ad un atteggiamento gentile può far nascere dentro di noi una grande energia positiva da condizionare i processi anti-infiammatori e anti-invecchiamento. La Mindfulness, ad esempio introdotta in alcuni percorsi terapeutici può aiutare a lenire il dolore cronico e il dolore acuto.

Abbiamo scoperto, dunque, che la gentilezza, non solo è a costo zero, ma allunga anche la vita. Meglio praticarla.

La professoressa Immaculata De Vivo, scienziata di origine italiana, docente di medicina alla Harvard Medical School e Daniel Lumera, esperto nelle scienze del benessere e della qualità di vita hanno scritto “La biologia della gentilezza”.

In una recente intervista, la professoressa ha affermato: “Per me la gentilezza ha tante forme. Di base, significa avere a cuore le cose e le persone, sia nelle parole che nelle azioni. La gentilezza può essere espressa con un semplice sorriso, ma anche sotto forma di gratitudine, affetto, riconoscenza, gioia, tutte qualità che possono avere un impatto positivo sulla nostra vita quotidiana, sia a livello mentale che a livello biologico. Lo spieghiamo nel libro, usando la misurazione dei telomeri come indice dell’impatto di questi attributi sul DNA. I telomeri sono impiegati per misurare l’invecchiamento cellulare e, per estensione, dell’intero organismo. Un metodo ormai affermato per valutare gli effetti a lungo termine che vari fattori hanno sul DNA umano”.

Secondo la professoressa, la gentilezza è contagiosa. Forse, è anche innata o si può imparare a essere gentili. Credo, che si tratti anche e infine, di avarizia. Quando si pensa a qualcuno avaro, si va con la mente subito ai soldi, o a qualcosa di materiale. Ma il mondo materiale e quello immateriale, spirituale, quello dei gesti e dei modi è un unico grande mondo. E spesso, chi è avaro di cose, di denari, di ricchezze sarà anche avaro di sentimenti. Ecco, perché si misura, si pesa ogni cosa, un chilo di patate come uno di sentimento, interessamento o favori. Quest’ultimo è il mio pensiero, che va preso per quello che è. Generalmente non ho confidenza con la scienza.

Fonte: ANSA

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