Libri e mondo, paesi e città

Leggere il mondo attraverso i libri. La lettura permette immensi viaggi, e consente al lettore di immergersi integralmente in culture e tradizioni, modi di vivere e di assaporare l’essenza di un popolo

Prima di scegliere un libro, mi piace esplorare, conoscere la vita dello scrittore, e cosa pensa di lui la gente. Sperimentare è la regola, quando si parla di lettura, almeno per me. La lettura di un libro può diventare addirittura una folgorazione. Mi capita, però, che il secondo testo che cerco e leggo dello stesso autore, mi sembri quasi una minestra riscaldata. Cala l’effetto sorpresa. Questo mi è successo anche con il grande Wilbur Smith. Cliccando sul nome dell’autore, tutta la sua vasta e grandiosa produzione.

Se è vero che un libro fa viaggiare, lo possiamo fare in Italia o all’estero. Qualche viaggetto in Spagna e Francia, come negli Stati Uniti è stato divertente, piacevole. Di recente sono stata in Giappone e nel quartiere Montedidio a Napoli. “Un amore di zitella” di Andrea Vitali, invece è il libro che ho finito di leggere proprio ieri. Se parliamo di lettura come viaggio, allora qui si va a Bellano, sul lago di Como. L’autore racconta la vita di provincia, la sua terra insomma. Non potrebbe fare diversamente. Di cosa parli o scrivi se non di ciò che conosci? Questo faceva anche Wilbur Smith, residente proprio nel Sudafrica, che raccontava lunghi viaggi di navi e dinastie di navigatori, di pirati e avventure che ti tolgono il fiato.

Ad avvalorare questa tesi, una giornalista francese, forse per provocare, in un’intervista chiese a Maurizio De Giovanni se avesse mai pensato di ambientare un suo romanzo a Parigi. Lo scrittore napoletano, autore di “Mina Settembre”, “I Bastardi di Pizzofalcone” e del “Commissario Ricciardi” tra gli altri, ironicamente rispose. ” Parigi l’hanno inventata gli uomini, Napoli, invece dio”.

Come si fa a raccontare ciò che non si conosce? Già, perché, nella maggior parte delle volte, il sottofondo di una storia è una città, i suoi umori, i modi di fare che a volte si fa persino fatica a rappresentare. Le vicende raccontate in “Un giorno di Settembre a Natale”, “Dodici rose a Settembre”, “Una sirena a Settembre” e tanti altri libri di De Giovanni, diventati poi episodi della famosa serie televisiva si svolgono nei Quartieri spagnoli. Ogni epoca racconta una storia, così come fa ogni quartiere di Napoli, proprio perché sono diversi l’uno dall’altro, per storia, modi di fare, ricchezza, usi e costumi, persino per lingua.

In ogni città esistono periferie e quartieri più o meno simili, e anche diversi tra loro. Leggere un libro vuol dire tante cose: imparare a pensare, esercitare la fantasia, accrescere la propria cultura e così via. Significa anche conoscere, carpire i segreti, le cose non dette, andare nelle profondità di alcune realtà, nei vicoletti stretti, nel tessuto sociale, analizzare il DNA della gente del luogo raccontato.

In un episodio di “Mina Settembre”, una donna si affaccia al balcone srotolando la tovaglia piena di molliche, proprio mentre Mina sta passando. Ogni giorno. Ciò avviene realmente, ma solo chi lo vive, chi lo vede con i suoi occhi può capirlo e infine, condividerlo. E’ difficile, ma non impossibile raccontare l’ironia, quel modo che la gente ha di vivere la vita, l’unicità, la filosofia, l’anima di un posto, le atmosfere.

Ritornando allo scrittore nato e cresciuto a Bellano, molto apprezzato dalla critica e vincitore di numerosi premi letterari, purtroppo, non posso unirmi alla platea di estimatori delle sue opere. Senza infamia e senza lode (e senza peli sulla lingua), penso che sullo stesso lago, un tizio chiamato Alessandro Manzoni ha creato un capolavoro assoluto (è solo un’osservazione, senza malizia). Questione di gusti la mia, preferisco viaggiare altrove, in Europa o nelle Americhe, nei quartieri di Napoli al massimo.

Libri e bambini

I bambini che fin dalla prima infanzia cominciano a leggere libri per il piacere di farlo, durante l’adolescenza tenderanno a mostrare migliori capacità cognitive e godranno di una migliore salute mentale. Lo dice uno studio condotto negli Stati Uniti su un campione di più di 10mila ragazzi. I ricercatori dell’Università inglese di Cambridge e di quella cinese di Fudan che hanno condotto lo studio, hanno scoperto che chi si avvicina alla lettura da piccolo e per almeno 12 ore alla settimana, ha possibilità maggiori di migliorare la propria struttura cerebrale.

La lettura ha un profondo impatto sulla nostra mente e sul cervello, attraverso un processo subconscio. Funziona come un setaccio, lascia sempre qualcosa, anche se molte cose lette si possono dimenticare.

Cosa leggere è una delle domande frequenti. Sul web si trovano numerosi articoli con titoli diversi: Libri da leggere assolutamente almeno una volta nella vita, ad esempio. In quegli articoli troviamo i classici, molti dei quali potrebbero anche non essere nelle nostre corde. Non scoraggiamoci però. Bisogna affidarsi all’istinto, al caso e a piccole ricerche fai da te.

Buona lettura

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