Il governo taglia i fondi ai disturbi alimentari, a chi rivolgersi?

Cosa sono i disturbi alimentari? Quante persone ne sono affette? Come fare se si soffre di disturbi alimentari? Proveremo a dare queste risposte e ad approfondire l’argomento. Ma la notizia del taglio fondi non è affatto buona

I disturbi alimentari riguardano diversi aspetti. Spesso, quando l’autostima è influenzata dall’immagine del proprio corpo è molto facile che ciò comporti problemi sull’alimentazione.  

Le malattie del comportamento alimentare aumentano, ma le cure rischiano di diminuire dopo che l’ultima legge di bilancio non ha rinnovato il Fondo per il contrasto dei disturbi alimentari. Istituito nel 2021, stanziava 25 milioni di euro per il biennio 2022-2023 da spendere entro il 31 ottobre del 2024. La somma aveva permesso di assumere 780 professionisti del settore, e di costruire il livello base dell’assistenza in tutta Italia, avviando programmi sia di prevenzione sia di cura, implementando i centri esistenti e mettendoli in piedi là dove non c’erano. Ora, questi interventi rischiano di ridursi o fermarsi per sempre, soprattutto dove è solo negli ultimi due anni che sono nate le prime strutture – è quanto si legge su IlfattoQuotidiano, e gli altri media fanno eco.

Disturbi alimentari: La seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali

Da fonti autorevoli, pare che i casi accertati nel 2019 siano stati circa 681mila, nel 2023 sono arrivati a un milione e 700mila circa. Secondo i Rencam regionali (Registro nominativo cause di morte), di anoressia e bulimia cinque anni fa sono morte circa 2mila persone.

L’età media delle vittime è 25 anni. I dati statistici ci dicono che quella dei disturbi alimentari è la seconda causa di morte tra i giovani dopo gli incidenti stradali. Si attende ancora un decreto legge, che possa aiutare le famiglie in difficoltà. Per il momento, i fondi sono tagliati dal governo.

L’anoressia nervosa e la bulimia nervosa sono i disturbi più diffusi, soprattutto tra i giovani. Queste patologie, se non sono curate, causano un crollo delle capacità di alcuni organi e possono compromettere le funzioni vitali. Le stime parlano di tre milioni di persone con malattie di questo tipo.

 Il Sud è il più penalizzato, con 40 strutture contro le 63 del Nord Italia e le 23 del Centro. Tale divario sarà maggiore con la mancanza di investimenti, che il governo si appresta a fare. Le diagnosi tempestive sono un vero salvavita, perché intercettare la patologia all’inizio, vuol dire evitare il ricovero.

Come si curano i disturbi alimentari?

La cura dei disturbi alimentari deve procedere per livelli i a seconda della gravità del disturbo. Si evidenziano cinque livelli, e quelli specialistici riguardano:

  • Ambulatorio;
  • Trattamento semiresidenziale;
  • Trattamento residenziale

La risposta è diversa in base alla gravità della patologia. In generale, gli specialisti coinvolti sono: Endocrinologo, Nutrizionista e Psichiatra.

  • Endocrinologo si occupa dei problemi ormonali, del metabolismo, cardiaci ecc.
  • Nutrizionista segue il paziente con  prescrizioni alimentari, lavora sul diario alimentare, sui progressi e sulle difficoltà che il paziente può incontrare nel seguire le indicazioni. 
  • Psichiatra aiuterà il paziente con una psicoterapia o attraverso la somministrazione di farmaci

Disturbi alimentari, dove rivolgersi?

Fondazione Veronesi avverte – L’importanza dell’identificazione e dell’intervento precoce sta nel fatto che, se non trattate adeguatamente, tali patologie aumentano il rischio di danni permanenti a carico di tutti gli organi e apparati dell’organismo (cardiovascolare, gastrointestinale, endocrino, ematologico, scheletrico, sistema nervoso centrale, dermatologico ecc.) che possono portare, nei casi più severi, alla morte. L’esperienza maturata e riferita dai professionisti del settore evidenzia l’importanza di prevedere per queste condizioni un intervento precoce, strutturato e multidisciplinare, che si avvalga quindi della collaborazione di diverse figure professionali.

Quali sono i sintomi di un disturbo alimentare?

Una scelta vegana, se varia e ben condotta con l’aiuto di un esperto in nutrizione, può essere una scelta rispettabile, condivisibile, certamente benefica per la salute della persona e sostenibile per il pianeta. D’altra parte, una scelta vegana rigida e limitante, che comporti l’esclusione di nutrienti essenziali, comporta sempre dei rischi per la salute. L’inizio di una dieta rigida e limitante – vegana o meno – è il più frequente sintomo iniziale di un esordio di anoressia (capita in più del 90% delle pazienti).

I campanelli d’allarme di disturbi alimentari:

  • Alta preoccupazione per le calorie ingerite, per i valori nutrizionali degli alimenti;
  • Variazioni nell’alimentazione (pasti silenziosi, pensierosi, masticazione lenta ecc.
  • Preoccupazione per la forma fisica;
  • Eccessiva attività fisica per dimagrire

I centri per la cura dei disturbi alimentari

Al 31 dicembre 2021 la mappatura dei centri dedicati ai disturbi alimentari conta 91 strutture su tutto il territorio nazionale: 48 centri al Nord (di cui 16 in Emilia Romagna), 14 al Centro Italia e 29 tra Sud e Isole. Sono 963 i professionisti che lavorano nei centri, tutti formati e aggiornati: soprattutto psicologi (24%), psichiatri o neuropsichiatri infantili (17%), infermieri (14%) e dietisti (11%). Sono inoltre presenti gli educatori professionali (8%), i medici di area internistica e pediatri (5%), i medici specialisti in nutrizione clinica e scienza dell’alimentazione (5%), i tecnici della riabilitazione psichiatrica (3%), gli assistenti sociali (2%) ed infine i fisioterapisti (1%) e gli operatori della riabilitazione motoria (1%).

Il censimento, in ogni caso è sempre in aggiornamento e consente anche di conoscere informazioni relative all’utenza assistita.

Esistono circa 126 centri in Italia per la cura dei disturbi alimentari. L’Istituto superiore di sanità ha aggiornato i dati sulla mappa consultabile on line.

L’ISS ha messo a disposizione una mappa per cercare il centro disturbi alimentari più vicino, piattaformadisturbialimentari.

In un precedente articolo, abbiamo trattato la Mindfulness del cibo, ovvero, la consapevolezza a tavola. La mindfulness da sola non è la cura ai disturbi alimentari, ma può affiancare alcune terapie messe in campo da specialisti e psicologi.

Disturbi alimentari: I provvedimenti “insufficienti” del governo

Il 17 gennaio 2024 in commissione Sanità  è iniziato l’esame di un disegno di legge di maggioranza che introduce pene severe, dalle multe fino al carcere, per istigazione ai disturbi alimentari. Servirebbero fondi e investimenti, ma il governo decide di introdurre sanzioni per nuovi reati.

Sul sito ANSA si legge – Per arginare questa emergenza, il ddl punta alla prevenzione ma anche a colpire chi istiga i giovani. Varie le novità: riconosce tali disturbi come malattie sociali e l’articolo 2 prevede che “chiunque, con qualsiasi mezzo, anche per via telematica, determina o rafforza l’altrui proposito di ricorrere a condotte alimentari idonee a provocare o a rafforzare i disturbi del comportamento alimentare, e ne agevola l’esecuzione, è punito con la reclusione fino a due anni e la sanzione amministrativa da euro 20.000 a euro 60.000”. Inoltre, se il reato è commesso nei confronti di una persona indifesa minorata o di ragazzi under 14, “si applica la pena della reclusione fino a quattro anni e la sanzione amministrativa da euro 40.000 a 150.000 euro”. Previsti anche l’istituzione di una Giornata nazionale, il 15 marzo, ed un piano di interventi da parte del Ssn.

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