Il nuovo simbolo del cambiamento climatico, l’orso che dorme sul ghiaccio

Non fa poi così freddo sul ghiaccio se un orso si addormenta su un piccolo iceberg. La foto dell’orso bianco addormentato su un ghiacciaio è stata scattata da Nima Sarikhani, Wildlife Photographer of the year, vincitrice del concorso internazionale che dal 1965 è promosso dal Bbc Wildlife Magazine e al quale dal 1984 si è unito il Museo di Storia Naturale di Londra.

Le altre quattro foto finaliste sono altrettanto emblematiche e curiose. Si tratta di una tartaruga che gioca con un insetto e due leonesse che coccolano un cucciolo. Inoltre, un uccello con le ali spiegate disegnato da uno stormo nel cielo di Roma e una meravigliosa aurora polare che illumina delle meduse.

Le immagini catturano tutta la bellezza della natura, che l’uomo sta distruggendo, e gli animali, vittime inconsapevoli del cambiamento climatico in atto.

Foto orso bianco su un ghiacciaio

Le cinque foto sono state selezionate da una rosa di 25, delle oltre 75mila che hanno partecipato al concorso da tutto il mondo.

La foto vincitrice è intitolata “Letto di ghiaccio“, ed è stata scattata nell’arcipelago norvegese delle Svalbard da Nima Sarikhani. Il direttore del Museo, Douglas Gurr pensa che l’immagine mette in evidenza la fragilità del pianeta e al tempo stesso la sua bellezza. “E’ un’immagine provocatoria, che ricorda il legame fra un animale e il suo habitat” e che nello stesso tempo rappresenta, aggiunge, “i pericolosi impatti del riscaldamento globale della perdita di habitat”.

L’altra foto finalista si chiama “La tartaruga felice“,scattata Tzahi Finkelstein in Israele e che immortala una tartaruga che sembra sorridere e giocare con la libellula che si è posata sul suo becco.

Il “Mormorio degli storni” invece è stata scattata a Roma. L’autore di questa bellissima immagine, Daniel Dencescu, è riuscito a catturare il momento in cui un volo di storni assume l’aspetto di un grande uccello. Appunto, con la parola mormorio si indica il richiamo degli uccelli dello stormo.

Mark Boyd ha intitolato “Genitorialità condivisa” l’immagine scattata in Kenya, nella quale in un mattino presto, due leonesse si prendono cura di un cucciolo. Forse, l’emblema della madre natura che nonostante tutto, si prende cura di noi. E forse, anche dell’amore che non conosce confini, né ruoli. Il titolo scelto ha un richiamo alle leggi dell’uomo, e alle regole. Infatti, in diritto un piano genitoriale condiviso è un accordo tra due genitori sui diritti e sulle responsabilità legali nei confronti del figlio. Nulla di più lontano da ciò che appare e trasmette questa foto.

La quarta finalista è “Meduse dell’aurora“, nella quale Audun Rikardsen, immerso in un fiordo norvegese, ha fotografato, due meduse quadrifoglio illuminate dai riflessi dell’aurora boreale. Spesso, queste meduse si raggruppano in centinaia, attratte proprio dalla luce delle aurore. I fiordi somigliano a laghi, ma in realtà sono prolungamenti del mare.

Gli elementi naturali ci sono tutti, a quanto pare: Il ghiaccio e l’acqua, l’aria nella quale volteggiano stormi di uccelli e infine, il fuoco dell’amore condiviso.

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