Liberarsi da Tik Tok potrebbe essere un bene: e basta con i numeri

Tik Tok: Ogni pretesto è buono se riusciamo a liberarci da catene che influiscono negativamente sul nostro cervello. L’occasione l’ha colta l’America, anche se in passato gli States erano stati molto critici verso il gigante cinese

Un interessante articolo apparso sul quotidiano Avvenire, a cura di Pietrò Saccò prende la palla in balzo per fare una bella riflessione dicendo: Che invidia per gli Stati Uniti, che presto potrebbero liberarsi di TikTok. Le motivazioni della legge approvata mercoledì alla Camera Usa riguardano la sicurezza nazionale: i parlamentari non si fidano di una app che, come ogni società cinese, potrebbe consegnare dati al Partito Comunista o prestarsi a strategie di disinformazione in vista delle presidenziali.

E’ fondato il sospetto che le accuse a TikTok siano pretestuose, e che l’America voglia soprattutto aiutare i campioni californiani Instagram, Facebook o YouTube) a liberarsi di un rivale temibile. In ogni caso, il legame con l’amministrazione cinese è solo una delle caratteristiche che rendono TikTok una creatura sgradevole, qualcosa senza la quale, vien da dire, staremmo probabilmente meglio.

Catturare l’attenzione del pubblico per vendere pubblicità è una delle attività che i media – giornali compresi – fanno da sempre. Nessuno però è mai riuscito a farlo con la sofisticatezza dei social network più potenti. TikTok, Instagram e gli altri hanno fatto tesoro di decenni di ricerche sul funzionamento dei meccanismi di motivazione-ricompensa del cervello umano e hanno perfezionato i loro metodi grazie a una raccolta di dati sul comportamento delle persone che non ha paragoni nella storia dell’umanità.

Parliamoci chiaro, i social network sono uno strumento per vendere pubblicità, un posto dove ci si incontra per odiarsi di più. Infine, attraverso campagne ad hoc, i social riescono a influenzare le opinioni, anche politiche di milioni di persone.

L’intramontabile Morgan

Ho guardato in tv un’intervista a Morgan, il genio della musica. E’ proprio un pazzo visionario, e anche di più. In poche battute, parlando di arte e di musica, ha detto, con semplicità che la musica non deve vendere, ma deve essere bella. Che l’arte è sinonimo di una società sana, e quindi ricca. Non contano i numeri, ma la bellezza, l’arte. Il riferimento è a tutta la musica “nuova” che impazza sul web. “Sì, però vende” ha detto l’intervistatrice.

L’amara considerazione è che  TikTok rischia di essere chiuso in America non per i danni alla salute mentale della popolazione, ma per il legame con la Cina. Anche se spezzare i contatti con u regime totalitario sia sempre un bene.

Attendiamo, come sempre, da anni, nuove leggi che regolino la politica dei social, che da un lato predicano bene, ma che poi razzolano malissimo.

Tik tok provoca depressione e peggiora la salute mentale

Tik Tok spinge i e le giovani verso contenuti dannosi per la salute mentale. La denuncia arriva da Amnesty International: da due rapporti dell’ONG emerge come la piattaforma amplifichi i contenuti depressivi e suicidi rischiando di peggiorare la salute mentale di bambini e adolescenti.

Mark Zuckerberg chiede scusa al parlamento europeo

Di pochi giorni fa è la notizia che Mark Zuckerberg, CEO di Facebook ha risposto alle domande di alcuni parlamentari a porte chiuse ma in diretta streaming. All’ordine del giorno: lo scandalo Cambridge Analytica e le misure per tutelare gli utenti europei, anche alla luce dell’entrata in vigore del GDPR.

Mark Zuckerberg si è scusato per non aver fatto abbastanza per proteggere i dati degli utenti – alla luce dello scandalo Cambridge Analytica. Cos’è Cambridge Analytica: è lo strumento psicologico di Steve Bannon per fottere il cervello della gente. Si tratta della storia di come Cambridge Analytica ha usato i dati ottenuti illegalmente da Facebook per entrare nella mente di milioni di persone e indurle con l’inganno ad aderire a precisi modelli di comportamento.

Il suo intervento non è stato convincente. Alcuni eurodeputati, come il conservatore Manfred Weber, ritengono che l’utilizzo di dati personali da parte di facebook possa avere degli effetti devastanti sulla democrazia a sulla concorrenza. Non hanno trovato risposta infatti le domande sulla separazione dei dati tra WhatsApp e Facebook o la possibilità da parte degli utenti di non essere bersaglio delle pubblicità personalizzate. Zuckerberg si è detto disponibile a fornire risposta scritta ad alcuni quesiti come questi, rimasti in sospeso, e che gli verranno inoltrati dopo il meeting.

Il 99% dei cittadini europei ha riscontrato notizie totalmente false diffuse dalle piattaforme. L’83% ritiene le fake news una minaccia per la democrazia. Per contrastare questa pericolosa deriva, abbiamo bisogno di buone regole e di piattaforme più responsabili e disposte a collaborare”, ha detto il vice presidente e Ministro degli esteri Antonio Tajani.

Fonte: Euronews

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