Gli effetti e i limiti degli spot gay friendly e le insurrezioni di popolo e associazioni.
Da diversi anni ormai stiamo assistendo a un profondo mutamento nell’approccio che aziende e multinazionali mettono in atto attraverso lo strumento della pubblicità e degli spot tv.
Le campagne di marketing sono ormai improntate alla realtà, ovvero ispirate da ciò che accade intorno a noi, dall’atmosfera che si respira, dai valori che si diffondono. La pubblicità diventa quasi una forma di letteratura. Tanto è vero che una tecnica di uso comune è appunto lo Storytelling. Quest’ultimo non è altro che il racconto di un’azienda, dei suoi valori in chiave marketing. Lo scopo? Aumentare le vendite.
Si fa leva sui sentimenti e sulle emozioni. Come se le diverse tecniche di persuasione non bastassero. Sembra quasi che la pubblicità voglia insegnare, che desideri entrare nelle tematiche sociali e cose del genere.
Findus sommersa dalle critiche delle associazioni LGBT: ha ridotto lo spot gay friendly! E il motivo per il quale le associazioni sono insorte mi è ancora ignoto. Allora ho indagato.
Spot gay friendly ridimensionato
Lo spot gay friendly della Findus aveva fatto discutere. Nello spot veniva rappresentato il coming out del figlio con la madre. Sullo sfondo un buon prodotto facile da preparare ovviamente Findus.
Una domanda intelligente potrebbe essere questa: L’obiettivo di questi spot è la vendita oppure diffondere valori gay friendly?
Ad un certo punto, dopo l’avvio dello spot Findus, la ditta produttrice riduce la durata dello spot da 30 secondi a 15. A questo punto le associazioni LGBT insorgono, pensando che Findus voglia fare un passettino indietro.
Ecco come nasce un caso. E se posso aprire una parentesi, credo che cercare di sollevare polemiche e creare casi inesistenti sia semplicemente una trovata pubblicitaria. Infatti, dopo l’insurrezione arriva il comunicato stampa di Findus, il quale recita: “Ci terremmo infatti a sgomberare il campo dai dubbi che sembrano essere sorti da questa nuova versione dello spot. Perché si tratta solo di un riadattamento dello spot integrale da 30 secondi al format da 15 secondi, format spesso utilizzato da Findus nelle proprie campagne pubblicitarie”.
“Ci rendiamo conto” prosegue la nota “che a volte le sintesi possono risultare meno efficaci sotto il profilo dei messaggi che si vogliono comunicare. Ma non c’è alcun “cambio di direzione” da parte di Findus, che continua a voler rappresentare la vita normale di tutti i giorni nei suoi spot, senza discriminazioni o pregiudizi.”
La guerra tra diversità
Mi viene più di un dubbio. Primo: perché è tanto importante rappresentare la vita normale? Lo dice la parola stessa! “Normale”. E se è normale, perché fare uno spot? Altro quesito: Ma come vanno le vendite delle società non-gay friendly? Queste ultime, a mio parere vendono molto, anzi molto di più. Inoltre hanno un inconveniente in meno. Infatti, nel momento in cui mandassero in onda uno spot gay-friendly e qualcosa andasse storto, non potrebbero più tornare indietro e verrebbero accusate. Insomma, potrebbero passare anche qualche guaio.
Ciò che mi ha sempre provocato fastidio, indipendentemente dal genere di appartenenza è la volgarità, intesa come eccesso e ostentazione. Infatti, la rozzezza non ha età e non ha sesso, è una cosa brutta e basta.
Secondo il mio giudizio, nulla va esibito, mostrato per compiacere o per fare dispetto a qualcuno. E poi, penso che una cosa non ha mai escluso l’altra. Al contrario, per colpa di questi eccessi madornali, a qualcuno è saltato in mente di difendere la famiglia (la quale secondo me non è in pericolo). A causa dell’esibizionismo distorto LGBT e Co., degli imbarazzanti eccessi, è diventato luogo comune il fatto che sia in atto una guerra tra famiglia e unioni civili. Tra Etero ed Omo e così via.
Non esiste una contrapposizione tra diversità, non è mai esistita. Gli esseri umani sono diversi gli uni dagli altri per antonomasia, come marchio di fabbrica.
La polemica è pronta
Correva l’anno 2014. «Dovrebbe essere di esempio per la comunicazione delle aziende italiane – dice il portavoce di Gay Center, Fabrizio Marrazzo – Sicuramente mostrare chiaramente la semplicità e la quotidianità di una coppia gay e la sua accettazione è una scelta intelligente. Un plauso alla Findus e un invito a tutte le grandi e piccole aziende a fare lo stesso. Aspettiamo sempre che la Barilla dia un segnale in tal senso».
Infatti, il presidente della Barilla durante la trasmissione Radio24 aveva dichiarato: Non faremo pubblicità con omosessuali- perché a noi piace la famiglia tradizionale. Se i gay non sono d’accordo, possono sempre mangiare la pasta di un’altra marca. Tutti sono liberi di fare ciò che vogliono purché non infastidiscano gli altri”. Le dichiarazioni del presidente Barilla fecero il giro del mondo.
…e le vendite?

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