L’isola che non c’è è l’isola del Giglio.
L’isola del Giglio, famosa per le vicende avvenute nel 2012, quando la Costa Concordia, una nave da crociera impattò sugli scogli, provocando morti e feriti, oggi ha un altro primato: resiste al Coronavirus. L’isola si trova in provincia di Grosseto e prende il nome dall’Arcipelago toscano.
Covid-19 sull’isola del Giglio
Nel periodo fra il 29 aprile al 3 maggio, 723 persone presenti sull’isola (634 residenti e 89 non) sono state sottoposte a tampone per SARS-CoV-2 e solo una è risultata positiva, e anche asintomatica. La persona era rientrata dopo essersi recata fuori dall’isola. Questo caso ha spinto l’Università di Milano ad approfondire i motivi, per i quali la popolazione dell’isola risulta resistere al Covid-19.
Paola Cornelia Maria Muti, coordinatrice dello studio in un’intervista rilasciata all’Ansa afferma:
“Abbiamo compreso che l’assenza di casi conclamati successiva all’introduzione del virus nel contesto isolano, non sia verosimilmente attribuibile a un fenomeno di siero-protezione, ma ad altri fattori come il ridotto tasso di inquinamento atmosferico, le peculiari condizioni geoclimatiche e micro-ambientali, che potrebbero ridurre la carica virale del Sars-CoV-2”.
Lo studio sarà approfondito con l’ausilio dell’Università di Trento, per indagare sulle risposte immunitarie e su altri fattori, che potrebbero essere determinanti nel contagio. Bisogna sottolineare, che già studi precedenti hanno dimostrato come il Coronavirus possa diffondersi maggiormente in zone dove l’inquinamento supera i limiti consentiti dalla legge. Lo studio ha ottenuto l’approvazione dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, in qualità di comitato etico unico nazionale per la valutazione delle sperimentazioni cliniche per l’epidemia COVID-19, e avrà la collaborazione delle autorità dell’Isola e del Medico di Medicina Generale.
Dall’inizio della Pandemia sono stati studiati anche altri casi come quello di Vo’ Euganeo.
…è ora partita la campagna di raccolta dati che una volta completata e riportati e analizzati i test di laboratorio, potrà dare un ulteriore contributo, su un modello di isolato geografico, alla comprensione dei meccanismi di funzionamento di questa malattia fino a pochi mesi fa sconosciuta – si legge sul sito dell’Università di Trento, ache affiancherà quella di Milano– I risultati di questa ricerca possono infatti portare a una interpretazione biologica del fenomeno dei soggetti “asintomatici” e ad una stima della prevalenza di anticorpi anti-SARS-CoV-2 o di siero-conversione protettiva in una popolazione coinvolta solo marginalmente dalla pandemia”.
Lo studio dei dati è fondamentale nelle ricostruzione dei passaggi di questo virus sconosciuto, perché consente di effettuare statistiche, analizzare dati concreti, ponendo le basi per cure e prevenzione.
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