Come finanziamo il terrorismo islamico

In un paese democratico come l’Italia, prima di esprimere un’opinione è diventato necessario fare delle premesse. Gli umori degli italiani sono diversi, alcuni arrivano dal cervello, altri dalla pancia, alcuni ancora da parti del corpo ancora più basse.

La premessa è che personalmente io non andrei mai in un paese straniero per aiutare il prossimo, lo farei nel mio paese, ma non siamo tutti uguali. Personalmente se mi imprigionassero, spererei con tutto il cuore, che qualcuno pagasse un riscatto per liberarmi, sempre se sopravvivessi allo spavento e alla paura. Nella premessa ci metterei che se una giovane ragazza torna dalla sua famiglia sana e salva, tutti sono contenti, e se qualcuno non lo fosse, dovrebbe pensare ad aggiustarsi quella rotella nel cervello che si è inceppata.

In un paese democratico e civile tutti possono esprimere liberamente la propria opinione, ed è proprio per questo che alcuni non hanno bisogno della scorta, non è necessario sporgere denunce ed è proprio grazie alla civiltà che nessuno insulta e minaccia di violenza sui social. In altre parole, chi non la pensa come te può liberamente circolare per strada e non temere assolutamente nulla.

Come finanziamo il terrorismo islamico

Se poi, hai un’opinione diversa da altri sei insensibile, oppure sei cinico o non capisci niente. La ragazza convertita sta bene e le crediamo, è stata trattata bene e le crediamo, ma purtroppo è stata rapita da terroristi, che anche se non le hanno toccato un capello, sono pur sempre dei criminali. Si sono spostati più volte per non essere intercettati, hanno aspettato tanti mesi per creare tensione, sapevano benissimo che l’Italia avrebbe pagato (campagna comunicativa strategica). Infine sono riusciti in pochi secondi a promuovere il nuovo modello di abito somalo stagione primavera -estate, facendo impallidire perfino Giorgio Armani. Il terrorismo islamico si finanzia attraverso numerose attività fra cui le opere d’arte, i Money transfer, di recente con i Bitcoin, la moneta virtuale, ma ci sono tantissime attività (commerciali e no) con le quali i terroristi reperiscono fondi e fra questi vi sono anche i riscatti per i rapimenti. Sembra che al-Qaida con i riscatti finanzi il 50% delle sue attività. Per quanto riguarda i rapimenti assoldano bande locali, per non essere intercettati.

Gli Stati Uniti e il Regno Unito non pagano riscatti, nell’eventualità barattano i prigionieri, ma hanno deciso di non dare al terrorismo nemmeno un centesimo, e ciò non avviene in altri paesi, come l’Italia. Inoltre questi paesi, piuttosto che pagare i terroristi, tentano azioni militari per liberare i loro connazionali. In realtà, chi pensa che sia sbagliato pagare un riscatto non è un insensibile, bisognerebbe cambiare le leggi a monte, in questo modo i terroristi ci penserebbero bene prima di rapire un italiano. Il deputato di Fratelli d’Italia Edmondo Cirielli ha proposto che per legge siano vietati i riscatti in caso di rapimento di concittadini per non finanziare i terroristi. Inoltre le associazioni travestite da organizzazioni caritatevoli, che mandano in Africa giovani volontari, senza nessun tipo di tutela e per pochi soldi, andrebbero denunciate, perché anche lì c’è qualche cosa che non funziona. Le organizzazioni umanitarie agiscono come vere e proprie società per fini di lucro, hanno perfino soldi per pagare spot televisivi sulle reti nazionali, per promuovere le loro attività benefiche e convincere le persone a pagare un cifra prestabilita al mese per adottare, per aiutare, per salvare da una malattia e così via; si tratta di veri e propri abbonamenti alla carità. Sulle emergenze che restano tali nei secoli dei secoli, perché sono convenienti per alcuni ci sarebbe molto da dire, ma basterà citare un antico proverbio cinese che dice: Dai un pesce ad un uomo e lo nutrirai per un giorno. Insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita – ma la solidarietà parla un’altra lingua.

Perché è sbagliato pagare un riscatto? Il governo che salva la vita ad un suo cittadino, provoca la morte di migliaia di vite. I paesi che hanno scelto di non pagare riscatti, sono paesi che hanno scelto di non finanziare i terroristi, ed è la cosa migliore da fare. I soldi per salvare una vita saranno sempre pochi, ma pagare per finanziare morte e distruzione è un boccone troppo amaro per scendere giù.

Pagando un riscatto diamo soldi per bombe e armi, per attentati, aiutiamo a sterminare interi popoli, e se pensiamo di aver salvato una vita, ne abbiamo assassinato migliaia.

Per quel che riguarda il gossip e cose simili, crediamo davvero nella libertà di religione e di opinione, di seguire una moda o indossare un vestito, le cose che contano veramente sono altre.

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