La foresta amazzonica nel territorio brasiliano sta perdendo una superficie equivalente a oltre tre campi da calcio al minuto
Il dramma dell’Amazzonia continua, lo grida il WWF dal suo sito web:
In Amazzonia non si fermano gli incendi che stanno devastando la foresta. Solo nel mese di agosto sono stati 30mila i roghi registrati, con un aumento del 196%rispetto allo stesso mese dell’anno precendete. Nelle ecoregioni del Pantanal e Cerrado l’allarme è ancora molto alto, con un numero di incendi registrati in aumento. In Bolivia nella regione di Santa Cruz sono stati 3,5 milioni di ettari distrutti e oltre 4.000 famiglie e innumerevoli specie colpite.
Papa Francesco, di fronte alla drammatica emergenza ambiental ha convocato un Sinodo dedicato all’Amazzonia per affrontare le cause e le conseguenze di questa terribile emergenza.
Ecco ciò che sta accadendo
- A causa della deforestazione, la foresta amazzonica nel territorio brasiliano sta perdendo una superficie equivalente a oltre tre campi da calcio al minuto e siamo sempre più vicini a un punto di non ritorno;
- Dall’inizio dell’anno sono stati registrati in Brasile circa 73.000 incendi: l’85% in più rispetto a tutti quelli scoppiati nel 2018. La metà di questi drammatici roghi si sono sviluppati solo negli ultimi 20 giorni;
- L’area deforestata dell’Amazzonia, che è stata monitorata a luglio via satellite, corrisponde a una superficie di 2.254 chilometri quadrati, ovvero oltre un terzo di tutto il volume disboscato negli ultimi 12 mesi.
Cosa si rischia?
- L’Amazzonia copre un territorio pari a 6,7 milioni di kmq (di cui il 60% in Brasile) ovvero oltre un terzo della foresta pluviale rimasta nel mondo ed ospita il 10 – 15% della biodiversità delle terre emerse;
- Tra i 140 e i 200 miliardi di tonnellate di carbonio vengono trattenuti dalla foresta amazzonica: le foreste pluviali svolgono un ruolo fondamentale per contrastare il cambiamento climatico e senza la loro presenza rischiamo di perdere fra il 17 e il 20% di risorse di acqua per il Pianeta;
- Dagli anni ’70, solo nell’Amazzonia brasiliana, abbiamo perso 800 mila chilometri quadrati di foresta.
L’Amazzonia è la più grande foresta del mondo ed il più grande bacino fluviale del pianeta, ed è qui che si trovano molte più specie che in qualunque altra parte del mondo.
L’Amazzonia ospita dal 10% al 15% – 1 su 10 – delle specie al mondo conosciute: tanto che, delle specie vegetali presenti, il 75% è unico di questa area. Qui vivono 3.000 specie di pesci, il più alto numero al mondo di specie di pesci d’acqua dolce. Oggi, l’Amazzonia sta combattendo con un elevato numero di minacce, dovute soprattutto ad un sviluppo insostenibile: abbiamo già circa il 20% del bioma dell’Amazzonia, che costituisce già quello che gli scienziati definiscono come“Punto Critico” (Tipping Point) per l’interno ecosistema amazzonico.
La deforestazione è la principale minaccia per l’Amazzonia, ma serve un intervento concreto, urgente ed immediato, prima di arrivare al distastro ambientale senza punto di non ritorno.
Se i ritmi con cui viene costantemente deforestata l’Amazzonia dovessero restare tali, abbiamo stimato che entro il 2030, il 27% – più di un quarto – del bioma Amazzonia sarà senza alberi.
Nonostante i tassi di deforestazione in Amazzonia siano diminuiti nell’ultimo decennio, continuano ad avere un ritmo allarmante. Il Brasile è responsabile della metà della deforestazione nell’area, ma la deforestazione nei paesi dell’Amazzonia andina – vale a dire Bolivia e Perù – è in aumento. La deforestazione è concentrata in particolare in 25 “sotto-fronti” che si estendono su più paesi.
Le aree che mostrano i maggiori tassi di deforestazione sono quelle che hanno più strade. La forte correlazione tra la posizione dei fronti di deforestazione e la presenza di strade esistenti o le proiezioni di nuove strade suggerisce che nel prossimo futuro ci saranno fronti di deforestazione isolati che verranno collegati lungo le principali rotte di sviluppo delle infrastrutture.
Altri fattori che aggravano la pressione nella regione includono un aumento degli allevamenti di bestiame e delle piantagioni di soia, in particolare in Bolivia e lo sviluppo di dighe idroelettriche.
Le minacce per le specie
L’Amazzonia conta una notevolissima quantità di specie animali e vegetali che oggi, a causa degli estesi incendi, rischiano di scomparire per sempre.
Gli incendi stanno minacciando la sopravvivenza di 265 specie già a rischio, 180 specie animali e 85 specie vegetali; il 76% delle quali rientrava già in progetti di tutela e conservazione. Tutti gli sforzi fatti fino ad ora rischiano di essere vanificati.
Le fiamme non stanno risparmiando neanche le aree protette. In 10 aree protette vivono almeno 55 specie a rischio, 24 delle quali endemiche, come l’armadillo gigante, il pecari labiato e il formichiere gigante, e 5 di queste sono minacciate dai roghi.
Non sono in salvo neanche gli ambienti di acqua dolce, dove le polveri provocate dal fuoco, l’erosione del suolo e l’interramento dei fiumi le stanno mettendo a dura prova.
La deforestazione amazzonica non può essere un problema che i singoli paesi coinvolti devono affrontare da soli.
È essenziale disporre di politiche integrate e azioni concertate in tutta la regione e oltre, poiché molte delle pressioni – esplorazione di petrolio e gas, attività minerarie ecc. – sono globali.
Queste le attività di risposta prioritaria su cui ci stiamo immediatamente concentrando:
1. Contrasto immediato degli incendi nelle aree più vulnerabili: il WWF sta dotando il personale delle aree protette di rifornimenti essenziali, inclusi veicoli e attrezzature di emergenza per combattere gli incendi in corso.
2. Assistenza alle comunità per ridurre gli impatti dell’emergenza: con il sostegno dei gruppi di donne e delle organizzazioni locali, stiamo fornendo assistenza alle comunità colpite dagli incendi che hanno perso casa e tutti i loro beni.
3. Pressione politica per il futuro dell’Amazzonia: attualmente stiamo fornendo consulenza diretta ai leader del G7 sulla valutazione economica della devastazione prodotta dagli incendi. Il presidente del WWF Pavan Sukdev ha incontrato ieri il presidente Macron, che ci ha chiesto di analizzare il valore economico della perdita causata dagli incendi nelle ultime due settimane.
4. Sostegno alle comunità locali per la protezione dell’Amazzonia. Le comunità indigene svolgono un ruolo cruciale nella protezione dell’Amazzonia. Il nostro ruolo è quello di sostenerli nelle loro battaglie e lavorare con loro per sviluppare progetti di conservazione e per proteggere le loro foreste. In particolare dobbiamo offrire loro un aiuto nella sicurezza e difesa.Stiamo inoltre mobilitando un ulteriore sostegno pubblico per una risposta immediata da parte del governo brasiliano sull’emergenza in Amazzonia.
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