Questa pandemia ha colpito il benessere di tutti, ma in particolare dei genitori responsabili dell’assistenza all’infanzia, è quanto si legge in un interessante articolo apparso su TheGuardian.
La crisi del Covid-19 ha significato un enorme cambiamento economico, da come e dove lavoriamo a chi può lavorare. Da qui la lite sul se e quando torneremo in ufficio. Ma questa crisi ha capovolto anche le nostre vite personali, la vastità del cambiamento che crea stress – prosegue l’articolo –
La ricerca rivela la dimensione della sfida alla nostra salute mentale. I dati del regno Unito dimostrano che quasi il 20% di noi riferisce sintomi di depressione, il doppio della norma pre-pandemica.
Questo è importante. Sappiamo che la cattiva salute mentale e l’infelicità ci rendono meno produttivi al lavoro e contribuiscono alla rottura delle relazioni.
Tutti sono colpiti, ma non tutti sono colpiti allo stesso modo. Per le persone di età compresa tra 16 e 39 anni, la quota che riferisce sintomi di depressione è quasi triplicata al 30%. La ricerca tedesca ci fornisce ulteriori informazioni su cosa sta causando questa catastrofe, confrontando il benessere di genitori e non genitori. I due gruppi avevano tendenze simili prima della crisi, ma i genitori hanno visto cali maggiori nel benessere una volta chiuse le scuole e gli asili nido.
Il benessere delle madri è quello più colpito, in linea con ricerche più ampie che mostrano che, mentre le donne non hanno avuto maggiori probabilità di perdere il lavoro rispetto agli uomini, le madri lo fanno più dei padri, in parte perché devono affrontare il più grande fardello di isolamento: l’assistenza all’infanzia.
La lezione? Il ritorno a scuola di questa settimana è fondamentale per il futuro dei nostri figli, ma anche per il benessere di molti genitori nel qui e ora.
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