Già San Giovanni Paolo II ci aveva abituati al cambiamento, spingendosi oltre le frontiere religiose e multiculturali, per inviare un messaggio. La nuova enciclica di Papa Francesco lancia una sfida al mondo, e propone di cambiarlo, attraverso noi stessi e un confronto fra le diverse culture e fedi. In Laudato si’, il Papa si era ispirato al patriarca ortodosso Bartolomeo, seguendo il suo messaggio per la cura del creato. Questa volta, l’ispirazione arriva dal grande imam Ahmad al Tayyeb, che Francesco ha incontrato ad Abu Dhabi per ricordare che “Dio ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro“
Perché la nuova enciclica si chiama Fratelli tutti? Basta leggere le prime parole sulla fraternità e amicizia sociale
<<Fratelli tutti>> lo scriveva San Francesco d’Assisi per rivolgersi a tutti i fratelli e le sorelle e proporre loro una forma di vita dal sapore di Vangelo.
Ecco l’illuminazione dei contenuti dell’enciclica Fratelli Tutti
CAPITOLO PRIMO
LE OMBRE DI UN MONDO CHIUSO
Per decenni è sembrato che il mondo avesse imparato da tante guerre e fallimenti e si dirigesse lentamente verso varie forme di integrazione. Per esempio, si è sviluppato il sogno di un’Europa unita, capace di riconoscere radici comuni e di gioire per la diversità che la abita.
Ma la storia sta dando segni di un ritorno all’indietro. Si accendono conflitti anacronistici che si ritenevano superati, risorgono nazionalismi chiusi, esasperati, risentiti e aggressivi.
L’enciclica parla anche di Gandhi, di Martin Luther King, di Desmond Tutu, del monaco Charles de Foucauld. C’è davvero tanto che possiamo imparare da questa enciclica: Francesco ci prospetta una possibile alleanza tra culture e tradizioni religiose, per contrastare il dominio della finanza, del capitalismo, delle diseguaglianze. Qui si parla di la salvaguardia degli ecosistemi, di diritti umani, di una società aperta, di lavoro come diritto. La trattazione di questi temi e le loro soluzioni dovrebbero arrivare dalla società civile e dalle politiche dei governi, e la religione dovrebbe solo appoggiare quelle scelte. Diritti, lavoro, non violenza, salvaguardia dell’ambiente, parliamo cose elementari.
“Aprirsi al mondo” è un’espressione che oggi è stata fatta propria dall’economia e dalla finanza. Si riferisce esclusivamente all’apertura agli interessi stranieri o alla libertà dei poteri economici di investire senza vincoli né complicazioni in tutti i Paesi. I conflitti locali e il disinteresse per il bene comune vengono strumentalizzati dall’economia globale per imporre un modello culturale unico.
No alle discriminazioni delle minoranze, come accade, purtroppo molto spesso nella società. Forti sono le critiche al sistema globale economico, che esclude ed emargina, in nome del guadagno assoluto e a tutti i costi.
Per questo stesso motivo si favorisce anche una perdita del senso della storia che provoca ulteriore disgregazione. Si avverte la penetrazione culturale di una sorta di “decostruzionismo”, per cui la libertà umana pretende di costruire tutto a partire da zero. Restano in piedi unicamente il bisogno di consumare senza limiti e l’accentuarsi di molte forme di individualismo senza contenuti.
Un modo efficace di dissolvere la coscienza storica, il pensiero critico, l’impegno per la giustizia e i percorsi di integrazione è quello di svuotare di senso o alterare le grandi parole. Che cosa significano oggi alcune espressioni come democrazia, libertà, giustizia, unità? Sono state manipolate e deformate per utilizzarle come strumenti di dominio, come titoli vuoti di contenuto che possono servire per giustificare qualsiasi azione.
I temi, i capitoli e i paragrafi dell’enciclica Fratelli tutti sono innumerevoli e riguardano la nostra vita, parlano al nostro stile di vita. Parlano, fra l’altro di: Promuovere il bene morale, del valore della solidarietà e dell’amicizia, della fratellanza come l’altra faccia della pace, dei diritti senza frontiere, dei diritti dei popoli, dell’orizzonte universale, di populismi e liberalismi, dell’amore politico, dell’amore che integra e raduna, del dialogo, del recupero della gentilezza, del perdono, della memoria.
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