Quanto vale in Italia l’evasione fiscale? Non ne abbiamo neanche idea. Sembra strano, ma,dubitare di chi invoca aiuti dallo Stato è più che lecito. Con la Pandemia è ovvio che alcuni settori abbiano avuto una battuta d’arresto, ma bisogna guardare bene ai dati, soprattutto a quelli che derivano da questionari o statistiche sommarie che scattano una fotografia non fedele della realtà. L’Italia è il paese dei furbi per eccellenza, si pensa, di continuo a come frodare, come imbrogliare, come raggirare l’ostacolo, come trovare l’inganno alla nuova legge emanata. È così da sempre e lo sarà ancora.
Evasione fiscale: cifre da capogiro e i ristori?
Come non dubitare di chi fino ad un anno prima del Covid dichiarava al fisco dieci o dodicimila euro all’anno, e oggi si lamenta per quei pochi seicento euro al mese gratis?
Fino al 2015 chiunque compilava l’ISEE, poteva tranquillamente omettere e mentire, perché, a causa della Privacy (che controsenso!) lo Stato (cioè chi ti chiedeva conto) non poteva controllare la veridicità di quanto dichiarato nell’ISEE. Accadeva, quindi, che prima del 2015, l’80% delle famiglie dichiarava di avere zero euro sul conto corrente, mentre nel 2016, quando le cose cambiano e lo Stato può fare riscontri, le famiglie con zero euro in banca sono diventate, miracolosamente il 6%.
Dicono gli esperti che il 2020 è stato un anno terribile, e lo dicono anche le statistiche, però ci sono alcuni settori che hanno perso, mentre altri sono cresciuti. L’Istat ha pubblicato i nuovi dati sulla produzione industriale, il Covid ha creato una chiusura in diminuzione per il 2020 dell’11,4%.
Ecco i settori che hanno avuto maggiori incrementi:
fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (+10,9%);
fabbricazione di prodotti chimici (+7,5%);
fabbricazione di apparecchiature elettriche (+6,8%).
Ecco invece le industrie che secondo l’Istat hanno registrato perdite:
tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-28,5%);
fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-16,5%);
fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati (-10,9%).
Alla luce di questi dati verrebbe da esclamare: povere industrie farmaceutiche!
E povere anche quelle aziende, che da anni ricevono aiuti, sovvenzioni e agevolazioni dallo Stato, come ad esempio Fiat – FCA. Questi colossi, grandi e immensi, grazie ai soldi degli altri (finanziamenti statali), fanno affari all’estero e riconvertono le fabbriche dalla notte al giorno, come avvenuto con le mascherine (un’inchiesta di StrisciaLaNotizia ha scoperto che le mascherine prodotte da FCA non sono a norma, perché non sottoposte a controlli diretti da parte dell’ISS). Non importa se produci automobili e arriva la pandemia. In un batter d’occhio, puoi produrre mascherine con le istituzioni che ti strizzano l’occhio, per simpatia, o perché rappresenti la grande industria italiana nel mondo.
Non esistono poveri? Nessuno lo ha mai detto, i dati vanno solo letti con cautela, come le statistiche e le frasi pronunciate come mantra e luoghi comuni. Il governo italiano aumenterà gli importi del reddito di cittadinanza e così una misura che doveva servire ad accompagnare verso un posto di lavoro, diventa assistenzialismo sulle spalle di chi invece le tasse le paga da sempre. I centri per l’impiego non sono stati resi tali, solo in alcune città funzionano come dovrebbero, in altre sono sportelli aperti non si sa per quale motivo e a fare cosa. E il lavoro promesso dov’è?
110 miliardi di euro – è quanto vale l’evasione fiscale in Italia, questo l’Europa lo sa bene, ed è per questo che il recovery Fund non è affatto un regalo.
Che senso ha annullare i debiti dal 2000 al 2010, decennio nel quale il Covid-19 non c’era?
In un articolo di Milena Gabanelli e Fabio Savelli apparso su corriere della sera si analizzano le cause per le quali, in Italia è indispensabile una riforma fiscale seria.
Evasione fiscale: I punti fissati dai due giornalisti sono nove:
- Decide un algoritmo e spesso sbaglia – Ci sono quasi 6 milioni di piccole imprese e partite Iva nel nostro Paese, un esercito di contribuenti che paga le tasse su stime di fatturato non reali;
- Capitolo redditi finanziari e la scarsa tassazione del capital gain;
- Servirebbe un testo unico per ogni imposta con la creazione di codici tributi chiari;
- Analisi dei conti correnti: indagare sulle transazioni finanziarie, sui piani di investimento in azioni e obbligazioni;
- Banche dati che non comunicano;
- Ancora manca lo scontrino fiscale elettronico che trasmette direttamente il dato all’Agenzia delle Entrate;
- A conti fatti il Fisco tartassa i contribuenti che dichiarano più di 35mila euro e invece offre una giungla di agevolazioni, in aumento con la pandemia, al 57% degli italiani con i redditi sotto i 15mila euro;
- 200 miliardi su conti esteri;
- Lotta all’evasione fiscale inefficiente per mancanza di personale e organizzazione
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