Riqualificazione energetica Superbonus: Qualcosa non va

Ristrutturazioni SuperBonus 110%: già rimborsati 16 miliardi. I prezzi li decide il Genio Civile che è un privato e lo Stato non controlla

Dal 1° luglio 2020 sono stati spesi quasi 16,2 miliardi, e sono previsti investimenti per almeno altri 14 fino al giugno del 2023, quando l’operazione dovrebbe scadere. In media ogni condominio che ha eseguito i lavori ha investito 540 mila euro, ogni casa individuale oltre 110 mila. Un incentivo imperdibile per rinnovare i vecchi immobili e renderli più ecologici.  Si tratta anche di una boccata di ossigeno per produttori, imprese e progettisti.

Qualcuno cambia il decreto

Con gli incentivi le frodi sono sempre in agguato. Milena Gabanelli in un articolo su corriere della sera menziona alcune segnalazioni arrivate da cittadini che affermano di aver firmato documenti senza che fosse avviato alcun lavoro, altri di lavori eseguiti da società che non operano nel campo edile ma nel settore della macellazione, è quanto ha dichiarato Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, quantificando le truffe in almeno un miliardo di euro. L’Agenzia, per questo motivo ha intensificato i controlli, mentre lo Stato ha reso più complessa la procedura di richiesta del bonus. Per incassare, l’impresa che fa i lavori deve dimostrare all’Enea di aver utilizzato materiali che garantiscono il risparmio energetico, e all’Agenzia delle Entrate di aver applicato prezzi congrui.

Il Genio civile non esiste dal 1972, oggi è un Ente privato

Come si determina il prezzo congruo? La legge 77 del luglio 2020 che ha istituito gli incentivi recita quanto segue: chi progetta deve rispettare i prezzi massimi dei listini delle Regioni (non sempre aggiornati) e quelli ben più diffusi e spesso efficienti delle Camere di Commercio presenti sul territorio. Un mese dopo, nel decreto attuativo del 6 agosto, le Camere di Commercio spariscono, e come riferimento ufficiale sui prezzi compaiono «le guide dell’edilizia edite dalla casa editrice Dei – Tipografia del Genio Civile». A luglio 2021 un’associazione di categoria chiede chiarimenti all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, e il segretario generale risponde che i parametri di riferimento sono quelli definiti dal Genio Civile.

Il Genio Civile non esiste più dal 1972, anno in cui questa struttura del Regno — creata da Vittorio Emanuele I a inizio Ottocento per monitorare i lavori pubblici — si è dissolta. La Dei, che con il Genio non ha mai avuto nulla a che fare, è una società privata con undici dipendenti e sede a Roma. Il suo fondatore, Bartoli, settant’anni fa ebbe l’idea di mettere nome e marchio del Genio Civile nella ragione sociale per vendere meglio i suoi prezzari e manuali per l’edilizia.  Facile, con questo nome equivocare; infatti, lo fanno dai funzionari del Ministero, a quelli dell’Agenzia delle Entrate e dell’ Enea. Nel marzo 2021, in piena operazione bonus, la Dei è stata acquisita dalla Quine, del gruppo Lswr, colosso dell’editoria tecnica guidato da Giorgio Albonetti. Lswr gestisce molti prezzari dei farmaci, pubblica riviste giuridiche, quelle delle fiere di settorela rivista del consiglio nazionale degli ingegneril’organo che assevera i costi del superbonus, la rivista dell’associazione dei termotecnici (AICAR) che progettano gli impianti e asseverano i costi ai fini del bonus. I listini Dei sono dettagliatissimi. Siccome lungo lo stivale i prezzi variano, e occorre definire e monitorare 80 mila voci, uno immagina che ci lavoreranno un centinaio di esperti. Sbagliato: sono solo in 6, e qualche consulente.

Prezzo congruo – Fonte Immagine: corriere della sera

Ecobonus 110%: Tutto trasparente?

I prezzari Dei ospitano pubblicità a pagamento dei costruttori, e editano la rivista dell’Ordine degli Ingegneri, che nei suoi editoriali ne difende a spada tratta – l’insostituibilità come riferimento per i lavori.  Il listino Dei è autorizzato dallo Stato, e lo Stato non può contestare il prezzo finale che va a rimborsare.

Nessuna contrattazione sui prezzi, così paghiamo il doppio della media europea

Nessuno è interessato a potenziare gli uffici tecnici pubblici locali che pure avrebbero competenza e risorse per far da garantiQualche professionista calcola almeno nel 10% la spesa in eccesso da parte dello Stato dovuta a un meccanismo di calcolo non calmierato. Sui 16 miliardi già spesi, se ne sarebbero già risparmiati due. Due mesi fa il ministro della Transizione ecologica ha riportato i conti al governo: Stiamo pagando il doppio dei valori europei perché non c’è contrattazione sui prezzi. Per ridurre i costi, la nuova legge finanziaria ha modificato la normativa: per essere congrue le spese dovranno adeguarsi «ai valori massimi stabiliti con decreto del ministro della Transizione ecologica da emanarsi entro il 9 febbraio 2022».

Una sfida importante, dunque: i produttori di materie prime, le imprese costruttrici, e la maggior parte dei progettisti sono già sul piede di guerra. Il defunto Genio Civile non può controllarli, lo Stato pare non essersi accorto del decesso e i prezzi del Tariffario Dei che portano ancora il suo nome fanno davvero comodo a tutti.

Anche il movimento Meritocrazia si è accorto che nel Superbonus 110% qualcosa non quadra, e in un comunicato stampa lancia proposte concrete affinché la misura sia semplice, transparente e soprattutto efficace. Nel comunicato stampa diffuso si legge:

Meritocrazia Italia propone

  • Individuare uno standard con caratteristiche e contenuti minimi accettabili da tutti, così come è stato fatto per il contratto del Servizio Energia;
  • Puntare alla semplificazione a cominciare dal processo decisionale dei condomìni relative alle procedure in ambito del Superbonus 110% (decisioni che non possono essere modificabili ripetutamente o arbitrariamente interpretate);
  • Premiare la digitalizzazione (anche attraverso un modello rappresentabile attraverso un piccolissimo corto istituzionale, accessibile in modo trasparente sulle reti pubbliche, che, in modo professionale in pochi passaggi, con linguaggio corretto ma comprensibile, spieghi il funzionamento del sistema), perché la conformità edilizio-urbanistica non può passare attraverso l’accesso ad archivi documentali cartacei di realtà pubbliche sottodimensionate e carenti dal punto di vista della capacità di archiviare in sicurezza documenti soggetti a deperimento.

Riepilogando, i nodi principali sul Superbonus 110% sono:

L’incertezza sulle decisioni normative, l’inadeguatezza delle informazioni a disposizione degli operatori, le difficoltà riscontrate dalle imprese a causa dell’aumento dei prezzi e dal fatto che anche abusi di minima entità possono impedire l’avvio delle operazioni sono tra questi.

Inasprimento delle differenze fra regioni. Gli interventi si stanno concentrando in territori come Lombardia, Veneto, Lazio ed Emilia-Romagna, regioni più pronte a gestire a livello amministrativo e realizzativo operazioni simili. Il rischio, quindi, è che vengano penalizzate aree meno equipaggiate come, ad esempio, Molise, Basilicata, Umbria e Abruzzo. La misura rischia insomma di regalare valore immobiliare a chi ce l’ha già e offrire opportunità solo a chi risulta essere già più equipaggiato.

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