Crisi Ucraina, la storia e le cause del conflitto

La storia dell’Ucraina è lunga e complessa, anche se Putin sta cercando di riscriverla e interpretarla a modo suo. Quali sono le origini della crisi Ucraina?

L’Ucraina è stata in parte colonia greca, poi romana e bizantina lungo le rive del Mar Nero (dove in seguito anche la repubblica marinara di Genova creò alcune colonie), nel Medio Evo l’attuale Ucraina era suddivisa fra diversi clan tribali slavi. Il principato di Kiev nel 988 sotto Vladimir I adotta il cristianesimo come religione e da questa entità si sviluppa la Russia di Kiev, considerata precursore della Russia moderna. Nel 1249 le invasioni dei mongoli distruggono Kiev, e successivamente tutto il territorio Ucraino viene diviso sotto diversi domini; nasce così il regno polacco-lituano, l’impero ottomano, i cosacchi del Dnieper, l’Austria e l’impero russo, che si afferma a nord con Mosca e in seguito con San Pietroburgo come capitale.

Nel 1917 scoppia la rivoluzione bolscevica e l’Ucraina conosce una dura guerra civile, con due repubbliche ucraine rivali, una nella parte occidentale e una nella parte orientale. In questo modo si sviluppa lo scenario al centro del conflitto fra bolscevichi e forze anticomuniste legate allo zar. Nel 1922 i bolscevichi hanno il sopravvento e l’Ucraina entra ufficialmente a far parte dell’Unione Sovietica.

Nel 1991 L’Ucraina diventa una nazione indipendente

In seguito al crollo dell’Unione Sovietica, l’Ucraina raggiunge la sua indipendenza. Gli anni che seguono la vedono in balia di numerosi governi, che subiscono varie influenze, ora filorussi, ora filoeuropei. Nel 2004 con la rivoluzione Arancione e nel 2013 con la rivolta di Maidan, la maggior parte della popolazione ucraina esprime il chiaro desiderio di volersi avvicinare all’Unione Europea.

Donetsk e Lugansk, repubbliche filo-russe

Nel 2014 le milizie armate proclamano le due repubbliche filo russe (area mineraria Donbass), che si estende nella parte orientale, che confina con il territorio russo. L’esercito di Mosca occupa la Crimea, sul mar Nero e nel Donbass si combatte, fino ad oggi, quando Putin riconosce le due repubbliche, annettendole alla Russia.

Cosa dicono gli accordi di Minsk?

A settembre del 2014, Ucraina, Russia e i separatisti filorussi concordano il cessate il fuoco, e gli accordi prevedono anche scambio di prigionieri, consegne di aiuti umanitari, ritiro di armi pesanti, e soprattutto la decentralizzazione del potere con una maggiore autonomia del Donbass. Da allora, le violazioni sono state frequenti da entrambe le parti, dall’Ucraina che vorrebbe il Donbass annesso al suo territorio e i separatisti filo russi.

Un secondo accordo arriva nel 2015, con la mediazione di Francia e Germania, ma anche questi accordi restano sulla carta. Kiev sostiene che le forze militari resistenti nel Donbass arrivino da Mosca. Con il crollo dell’Urss nel 1991, venticinque milioni di persone di etnia e lingua russa si sono trovate da un momento all’altro fuori dalla Russia. Di fatto si sono create ben quattordici ex repubbliche sovietiche. Ciò che è avvenuto in queste ore nel Donbass, potrebbe accadere anche per altri territori, se si seguisse lo stesso principio adottato da Putin.

Il cuore di ogni conflitto, restano sempre gli interessi economici e questioni di prestigio e strategie di potere. Il vero punto però è che gli abitanti ucraina e gli abitanti del Donbass, senza alcuna colpa si ritrovano a subire un conflitto e in molti casi a lasciare le loro abitazioni.

L’Ucraina ha molte potenzialità, è il paese più popoloso e più povero d’Europa, nonostante una posizione strategica sul Mar nero e sul mare di Azov.

Crisi Ucraina, possibili scenari e conseguenze

Una possibile guerra in Ucraina dovrebbe svolgersi sul territorio, ma le conseguenze per l’Europa già danno i primi segni, come l’aumento del gas. Fino ad ora, tutti i paesi, gli Usa e l’Europa condannano le azioni di Putin. Per quanto riguarda la Cina, inizialmente vicina alla Russia, ha fatto sapere che la sovranità di ogni nazione è inviolabile.

All’interno dello stesso governo russo ci sarebbero dissensi riguardo alle azioni condotte da Putin e il malcontento potrebbe aumentare nei prossimi mesi. Attualmente, la possibilità che la crisi Ucraina possa trasformarsi in un conflitto mondiale è scongiurata, perché la nazione non fa parte della Nato. Se un giorno entrasse a far parte dell’Alleanza Atlantica, ogni attacco contro il suo territorio diventerebbe un attacco contro la Nato e l’Alleanza sarebbe impegnata a difenderla.

In queste ore, il presidente russo Vladimir Putin sta di nuovo aprendo a un possibile dialogo; ma dopo la pacifica invasione della regione orientale ucraina ciò potrebbe avere ancora un senso?


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