Finalmente una legge intelligente. Da oggi, sembra che sarà più conveniente pescare plastica che pesci. Grazie a questa legge, pescatori Spazzini raccolgono la plastica e sono pagati
Presentata nel 2018 dall’allora ministro dell’Ambiente, la legge permette ai pescatori che recuperano plastica in mare con le reti di portarla in porto, dove le autorità portuali devono riceverla in apposite isole ecologiche e avviarla al riciclo. Precedentemente, i pescatori erano costretti a ributtare in mare la plastica recuperata, per non incorrere in sanzioni.
La startup Ogyre ha ingaggiato tre flotte fra Italia, Brasile e Indonesia per 80 imbarcazioni in tutto che raccolgono 10-15mila tonnellate al mese. I rifiuti intrappolati nelle reti o pescati accidentalmente vengono separati e conferiti a terra. Una piattaforma che vuole contribuire a ripulire i mari dai rifuti grazie al lavoro dei pescatori e che intende reinserire parte di questi scarti, la plastica in particolare, nel circuito del riciclo per dar loro nuova vita. A sviluppare il progetto è Ogyre, una startup green fondata nel 2021 da Andrea Faldella, bolognese, 39 anni, velista e appassionato di immersioni, e Antonio Augeri, imprenditore e surfista.
La plastica è una certezza
Per ripulire il mare dalla plastica Ogyre può contare a oggi su tre flotte di pescatori, fra Italia (Cesenatico, Santa Margherita Ligure, Marina di Ravenna), Brasile e Indonesia, 80 imbarcazioni in tutto. La massa di rifiuti raccolta oscilla tra le 10 e le 15mila tonnellate ogni mese. Una quantità tale che in Brasile, in particolare, i pescatori ingaggiati preferiscono essere pagati per raccogliere plastica, più che per il pesce. “Ci chiedono di aumentare le giornate che fanno con noi (gli paghiamo la giornata equivalente a una normale uscita di pesca): la plastica è una certezza”, ha spiegato Andrea Faldella.
I rifiuti raccolti vengono smaltiti correttamente attraverso Istituti di ricerca o Ong partner
In questo modo, si può studiare lo stato di salute del mare e mappare rifiuti e tipologia di impatto sugli ecosistemi marini. Con la plastica recuperata, la startup produce due costumi da bagno, con tessuti sintetici fatti con polimeri riciclati: Oshorts da uomo e Okini da donna, a loro volta riciclabili. Il progetto di OgyrE, partito ad aprile 2021, vede coinvolti i porti di Cesenatico, Goro e Porto Garibaldi (Ferrara) con 7 pescherecci partner che nell’ultimo mese di attività hanno raccolto oltre 300 kg di rifiuti.
Fonte: LaRepubblica
Rispondi