Greenpeace: Nomine Eni: La riconferma di Descalzi ai vertici di ENI è un affronto nei confronti della salvaguardia del clima e della tutela delle persone e del pianeta
L’ennesima riconferma di Descalzi come amministratore delegato di ENI dimostra ancora una volta la subalternità dei governi nei confronti delle politiche energetiche dell’azienda a base di greenwashing e finta decarbonizzazione. Cambiano le maggioranze, ma non la sostanza: a decidere la politica energetica del Paese è sempre ENI. Ed è una politica fossile. Così Greenpeace Italia commenta su Twitter la scelta del governo Meloni di riconfermare Claudio Descalzi a capo del Cane a sei zampe.
Cosa ha fatto Descalzi, amministratore delegato ENi in questi anni per l’ambiente?
Nei suoi ultimi nove anni al vertice di ENI, Descalzi ha difeso i combustibili fossili e investito solo briciole nella transizione energetica verso le rinnovabili – continua l’organizzazione ambientalista.
Lo certifica anche l’ultimo piano triennale dell’azienda: solo il 25% degli investimenti futuri andrà in attività a bassa emissione di carbonio. Il Descalzi quater è dunque un affronto nei confronti della salvaguardia del clima e della tutela delle persone e del Pianeta.
Le altre nomine: Silvia Rovere presidente di Poste, Zafarana di Eni e Pontecorvo di Leonardo. A Terna Giuseppina Di Foggia verso la nomina ad amministratore delegato, De Biasio presidente.
Chi è Descalzi?
Descalzi ha iniziato la carriera in Eni nel 1981 come ingegnere di giacimento. Dal 2002 al 2005 è direttore dell’area geografica Italia, Africa e Medio Oriente, ricoprendo inoltre il ruolo di consigliere di amministrazione di diverse consociate Eni dell’area. Il 14 aprile 2014 è stato indicato dal Governo di Matteo Renzi per il ruolo di amministratore delegato di Eni. Il primo mandato di Descalzi dura dal 2014 al 2017: sotto la sua direzione, tra il 2016 e il 2017, il bilancio di Eni torna in utile, chiudendo l’anno con profitti netti pari a 3,43 miliardi di euro. Nel 2016 Descalzi lancia il Progetto Italia, un programma di iniziative e misure in ottica di produzione energetica a zero emissioni. Zero emissioni è una realtà molto lontana; la politica Eni continua ad essere la stessa, con un investimento notevole in campagne pubblicitarie che affermano che la multinazionale del petrolio italiana è impegnata per l’ambiente. I fatti dimostrano il contrario.
Editoriale domani commenta – Meloni e il potere di Descalzi – L’ad del colosso energetico Claudio Descalzi verrà confermato con ogni probabilità. È consigliere della premier, organizza viaggi all’estero, suggerisce nomine (e spin-doctor).
L’esponente di Ultima Generazione Simone Ficicchia su La7 commenta: Ci voleva una discontinuità su ENI, che continua a buttare miliardi in combustibili fossili che uccidono gli italiani.
Meloni attua la politica dettata da ENI
L’Amministratore delegato di Eni ha già parlato un piano Gnl ed un piano Gasdotti per il Sud, e sembra proprio che il Governo di Giorgia Meloni li farà propri riscrivendo il peggior Piano nazionale integrato energia clima sia il Piano nazionale di ripresa e resilienza, assecondando le richieste di Eni e di Snam. La lista della spesa è nota: raddoppio della linea adriatica; raddoppio del Tap; raddoppio/potenziamento del Trasnmed; autorizzazione del gasdotto Galsi; rilancio del gasdotto Eastmed; 5 nuovi gasdotti per il Sud; nuovi rigassificatori, tra cui uno a Gioia Tauro (Enel) ed uno a Porto Empedocle (Sorgenia e Iren), con le partite dell’idrogeno blu e della cattura/stoccaggio di CO2 tutte ancora da giocare a favore dei “killer del clima”, Eni in testa
Fonti: Greenpeace Italia, left
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