Napoli ha rivestito un ruolo di prim’ordine in un passato non troppo remoto: Grande capitale europea, e lo era davvero. Molti studiosi pensano che la prima scintilla dell’Illuminismo sia partita proprio da qui
La bellezza di Napoli non si può descrivere, bisogna viverla, sperimentarla ogni giorno e soprattutto cercarla. Negli ultimi anni il fenomeno della Street Art ha abbellito anche molti palazzi di Napoli e delle sue periferie, dando un’anima a qualcosa di freddo e grigio, i muri. Questi ultimi hanno iniziato a raccontare.
Cosa visitare a Napoli è ormai una domanda retorica.
I quadri che Jorit (Street artist napoletano) ritrae sui palazzi hanno il volto di Che Guevara, Maradona a San Giovanni a Teduccio, San Gennaro in Via Duomo. La bambina di Ponticelli – il viso di bambina che l’artista napoletano ha dipinto su una parete di un palazzo vicino alla chiesa dei Santi Paolo e Pietro si chiama – Tutti i bambini delle periferie. Questo dipinto ricorda l’incendio doloso del campo Rom di Ponticelli avvenuto nel 2008 e la tragedia del 2011 in un campo rom della periferia romana in cui persero la vita quattro bambini. Poi, il volto di Pasolini a Scampia e Martin Luther King a Barra.
La Sibilla Cumana vista da Jorit (Ciro Cerullo), oggi, abbellisce la facciata di un edificio nelle vicinanze del comando della polizia Municipale di Bacoli.
Nel murales, la Sibilla Cumana si riflette nelle acque della Piscina Mirabilis, ma bisogna guardarla bene e a lungo, perché l’artista ha seminato tante scritte e messaggi nascosti sul suo volto.
Nel libro VI dell’Eneide, Enea si reca a Cuma per chiedere alla Sibilla di accompagnarlo nel Regno dei Morti, la cosiddetta catabasi infernale, discesa agli Inferi. Nell’occhio destro della Sibilla Cumana di Jorit è possibile notare una delle sue anime.
La cultura multiforme di Napoli nei secoli
Napoli ha vissuto sotto diverse dominazioni che ne hanno profondamente segnato il percorso culturale e artistico:
– epoca greco-romana;
– epoca bizantina-Ducato di Napoli;
– i Normanni;
– gli Svevi;
– gli Angioini (Carlo d’Angiò);
– gli Aragonesi;
– viceré spagnoli;
– periodo borbonico;
– dominio francese;
– ritorno dei Borbone (Regno delle due Sicilie)
Il Teatro San Carlo, la reggia di Capodimonte con la nascita della Reale fabbrica delle porcellane, il Reale Albergo dei poveri, la Reggia di Caserta furono tutte opere realizzate grazie alla lungimiranza di Carlo III di Borbone. I decumani greco romani sono strade parallele fra loro e tagliano il centro della città partenopea da Est a Ovest. Non solo Greci e Romani, ma anche altri popoli, come asiatici ed egizi hanno lasciato un segno nella cultura di Napoli. In Egitto, infatti, il Nilo è simbolo di prosperità e ricchezza, ed è per questo motivo che gli Egizi napoletani vollero onorare il loro dio con una scultura. Piazzetta Nilo ne è un esempio.
La bellezza di Napoli vive anche nelle periferie e nei suoi numerosi quartieri. Nel 1792 Napoli prendeva forma attraverso 1400 strade, ognuna delle quali ancora oggi conserva un’originalità unica. Fu Ferdinando IV che decise la suddivisione di Napoli in dodici quartieri, che oggi sono diventati trenta con un totale di dieci Municipalità. Il centro storico di Napoli è Patrimonio Unesco e comprende i quartieri di Avvocata, Montecalvario, San Giuseppe, Porto, Pendino, Mercato, Chiaia, San Ferdinando, Stella, San Carlo all’Arena, San Lorenzo e Vicarìa, e una parte collinare del Vomero e Posillipo. Il Vomero dal 2005 insieme al quartiere Arenella forma la V Municipalità di Napoli; si trova esattamente fra i quartieri Fuorigrotta, Soccavo, Chiaia, Montecalvario (Via Pedamentina San Martino) e Avvocata. Ville in stile liberty, come la Villa Floridiana, monumenti come Castel Sant’Elmo e San Martino caratterizzano fin da subito l’impronta originale e raffinata del quartiere.
Infine, i tesori presenti nel sottosuolo della città raccontano la storia più antica di Napoli, come le Catacombe nel Rione Sanità, prese d’assalto ogni anno da migliaia di turisti stranieri.
Fonte immagine: parcodeimurales
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