Di cosa hanno parlato i leader politici al G7 di Hiroshima? Secondo alcuni sono stati affrontati tutti i temi e le posizioni che sono emerse sono chiare
La presenza di India e Brasile
La notizia positiva è che India, Brasile e molti altri, invitati al meeting, sono considerati alleati strategici, attivamente coinvolti nelle soluzioni globali. Parliamo del sostegno all’Ucraina, delle tensioni tra la Cina e Taiwan, tra Israele e Palestina, il disastro americano in Afghanistan, in Sudan e la difficile relazione tra il Kosovo e la Serbia. Pacificazione, ricostruzione e diplomazia – questi, a quanto pare le parole chiave utilizzate.
Il peso dell’America diminuisce?
Sarebbe auspicabile per diverse ragioni. La Francia, intanto sta perseguendo una politica industriale che mira a staccarsi dalla Cina. Dall’altra parte, Biden non vede di buon occhio la via della seta, che avvicina Italia e Cina, rendendo il nostro paese sempre più indipendente dagli USA.
Durante il G20 di Bali, con il bilaterale della premier italiana con il presidente americano, Joe Biden, aveva dato quello che suonava come un ultimatum: ritiratevi dalla Via della Seta.
L’Italia dovrà decidere se uscire all’accordo entro il 22 dicembre di quest’anno. L’intesa si rinnoverà automaticamente per altri cinque anni. Roma si trova quindi obbligata a restare in equilibrio, per non scontentare Washington e, allo stesso tempo, per mantenere buoni rapporti con la Cina.
Cosa farà l’Italia? Il sottosegretario del ministero degli Esteri, Giorgio Silli, durante un’audizione parlamentare a Roma mercoledì, ha detto – che sebbene una decisione finale non sia stata ancora presa, non ci sono dubbi che l’Italia appartenga strategicamente all’Occidente.
Cina o Stati Uniti? Le nuove strategie di Pechino, indubbiamente porteranno dei vantaggi all’Italia, soprattutto per la sua posizione strategica. Quest’ultima offrirebbe alla Cina un appoggio logistico commerciale di grande valore. Ma quale sarebbe il costo?
Difficilmente, l’Italia potrà decidere autonomamente cosa fare. C’è l’Europa da un lato e gli Stati Uniti dall’altro, e si sa che influenzano le nostre decisioni, e non poco.
Cos’è la nuova via della seta?
La Belt & Road è un gigantesco piano di sviluppo che fa capo a Pechino. La prima firma che ha coinvolto il nostro Paese risale al 2019. Si tratta dell’antica via della seta rivisitata, ma con una potenza economica di dimensioni impressionanti.
L’obiettivo principale della nuova via della seta è quello di stringere – all’interno di un quadro comune – accordi con i singoli Stati e con le loro aziende. Il Piano ha dimensioni ciclopiche, tanto da rendere evidenti – oltre alle ricadute economiche – anche gli effetti geopolitici. Costruire una via preferenziale con l’Europa significa incentivare i Paesi dell’Ue a rivolgere lo sguardo verso Est, a scapito del tradizionale legame atlantico. Non è un mistero, infatti, che la Cina stia competendo per la leadership mondiale con gli Stati Uniti.
Gli accordi riguardano la collaborazione tra startup innovative, la cooperazione nell’e-commerce e nel settore sanitario. Si punta anche a eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e prevenire le evasioni e le elusioni fiscali.
La via della seta a l’arte
In ambito storico-artistico, l’accordo vuole prevenire furti, scavi clandestini, importazione, esportazione, traffico e transito illecito di beni culturali. In tale contesto l’accordo prevede anche la restituzione di 796 reperti archeologici appartenenti al patrimonio culturale cinese. I due Paesi si impegnano nella promozione, conservazione, conoscenza, valorizzazione e fruizione dei siti italiani e cinesi iscritti nelle Liste del Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
Fonte immagine: Startmag
Rispondi