Dopo la seconda guerra mondiale non siamo più liberi: Armi nucleare in Italia

Essere amici comporta anche degli obblighi, a volte. Se si chiama amicizia, in alcuni casi non possiamo dire di no. In Italia sono presenti armi nucleari

Gli Stati Uniti hanno aiutato l’Italia durante il secondo conflitto mondiale, e da allora le forze armate americane sono sul nostro territorio. Basi americane e basi NATO sono presenti sul nostro paese, e ciò vuol dire che se la NATO fosse coinvolta in un conflitto, l’Italia diventerebbe parte attiva.

Nel 1951 Stati Uniti e Italia firmano un accordo, in base al quale il nostro paese cede mille ettari tra Pisa e Livorno, da allora le basi militari americane e della NATO crescono. Oggi, in Italia cresce anche la nostra spesa militare.

Una questione di equilibrio

Esiste il fato e la fatalità? Il destino? Al di là di ciò che si possa pensare, l’essere umano vive in equilibrio tra i suoi istinti e ciò che lo circonda. E spesso, siamo noi stessi a creare le condizioni per le fatalità o a costruire la nostra stessa distruzione. Se volessimo analizzare con lucidità e pessimismo la nostra condizione, potremmo dire che gli italiani sono seduti su una polveriera. Debole, fragile è il nostro equilibrio. E non parliamo del fatto che viviamo in un paese a rischio sismico e con molti vulcani attivi; basti pensare ai recenti avvenimenti nei Campi Flegrei nel napoletano. Ma in realtà siamo ottimisti, e vogliamo pensare che se proprio dobbiamo morire (e credo sia una certezza, anche se molti lo hanno dimenticato), ciò può avvenire ovunque e in qualsiasi circostanza. Woody Allen diceva: Vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo…e prima o poi ci azzecchi. Il segreto è trovare un equilibrio per quanto possibile, anche in mezzo al caos.

Le basi militari in Italia

La base Camp Darby si trova a Pisa, mentre la base aerea di Aviano in Friuli, a Vicenza ci sono due: Caserma Ederle e Camp Del Din, entrambe ospitano truppe della US Army. Nel Lazio si trova la base navale Gaeta Naval Support Activity, situata proprio in questa località a forte vocazione turistica. Non finisce qui:  Naval Support Activity Naples, con funzione di comando logistico, situata presso l’Aeroporto di Napoli-Capodichino. Inoltre, Carney Park, un centro ricreativo militare della US Navy a Gricignano di Aversa. La Sicilia ospita due basi: la Naval Radio Transmitter Facility a Niscemi, una base radio della US Navy, e la base aerea di Sigonella.

Sembra che nelle basi militari in Italia esistano anche armi atomiche.

Armi atomiche: Le associazioni pacifiste presentano un esposto in procura

Ventidue esponenti di associazioni pacifiste e antimilitariste hanno presentato una denuncia presso la Procura di Roma, affinché venga verificata la presenza di ordigni nucleari sul suolo italiano, in particolare nelle basi militari di Ghedi e di Aviano.

Il contenuto della denuncia è stato spiegato in occasione di una conferenza stampa svoltasi proprio di fronte alla base di Ghedi. Nell’esposto è stata presentata anche la richiesta di verificare le eventuali responsabilità penali di chi avrebbe importato gli ordigni e su chi, illegittimamente, ne avrebbe autorizzato l’importazione e lo stoccaggio.

 La denuncia fa seguito alla richiesta di una ricerca alla Sezione italiana di Ialana, (International Association of Lawyers Against Nuclear Arms), giuristi impegnati contro le armi nucleari, al fine di ottenere un parere sulla legalità delle armi nucleari, confluita nello studio “Parere giuridico sulla presenza di armi nucleari in Italia” edito nel 2022 da Multimage.

Secondo ricerche effettuate, ad Aviano ci sarebbe una vera e propria base statunitense sul territorio italiano presso la quale risulterebbero dislocate le B-61, bombe nucleari di fabbricazione americana strategicamente progettate per l’impiego tattico da caccia F-16 e altri bombardieri”. Tra le fonti della denuncia ci sono i documenti del Casd e del Cemiss, l’interrogazione parlamentare del ministro Mauro del 17 febbraio 2014 e uno studio dell’associazione Bellingcat.

Nelle conclusioni, gli esponenti scrivono: Non sembra possibile tralasciare come il potere nucleare rappresenti l’antitesi della Democrazia, valore fondante del nostro Paese secondo la previsione dall’art. 1 Cost., traducendosi all’esatto contrario in un potere chiuso ed esclusivo, dall’indole meramente politico-militare che esercita, senza alcuna effettiva possibilità di controllo, un arbitrio di vita o di morte sull’umanità intera e al contempo sull’ecosistema che la ospita. Vale la pena ricordare come nessun asserito diritto all’autodifesa degli Stati possa legittimamente precedere e addirittura superare il diritto alla sopravvivenza dell’umanità intera (andiamolo a dire anche a Putin e ai suoi generali). Del resto, se così non fosse, l’ideologia della politica nucleare mascherata sotto il pretesto dell’autodifesa altro non sarebbe che un potenziale progetto di autodistruzione, drammaticamente idoneo a realizzarsi in ogni momento.

La presenza di armi nucleari in entrambe le basi italiane, di cui non si conosce l’esatto numero, è ormai acclarata da anni. Nel 1975, lo Stato italiano ha sottoscritto il Trattato di non proliferazione, ma non ha sottoscritto e ratificato il Trattato per la proibizione delle armi nucleari approvato nel 2017 dall’Assemblea generale dell’Onu – entrato in vigore il 22 gennaio 2021 – che vieta l’uso, la detenzione, la produzione, l’acquisizione e la minaccia di impiegare bombe atomiche.

Impariamo a trovare l’equilibrio, anche in mezzo al mare in burrasca; è ciò che fa un buon marinaio.

Fonti: lindipendente

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