Dal 2010 il Museum of Broken Relationship è aperto al pubblico; i fondatori, due ex, Olinka Vistica e Drazen Grubisic hanno avuto l’originale idea di esporre oggetti provenienti da relazioni interrotte, da storie finite insomma. In fondo, si sa, come recitava il titolo di un film con Carlo Verdone: L’amore è eterno finché dura. E quando finisce, purtroppo solo in alcuni casi si resta amici. Probabilmente, ciò che in pochi comprendono è che i sentimenti cambiano e se si riesce ad accettare questo mutamento, molte relazioni forse potrebbero salvarsi. Ma al di là della psicologia spicciola e gratuita, come in natura vi sono una serie illimitata e spesso sconosciuta di piante e fiori, anche per i sentimenti potrebbe funzionare in questo modo. Innanzitutto le relazioni non sono mai le stesse, proprio perché cambiano i soggetti di una o l’altra relazione. Il sentimento forte e l’attrazione che vi è agli inizi di ogni storia è qualcosa destinato ad affievolirsi, per cui sarebbe meno doloroso accettarlo e dare un nuovo nome e un significato diverso a quella relazione. Oltre l’attrazione potrà esserci l’amicizia, il rispetto e la complicità, il mutuo soccorso, quella sorta di magia che si chiama comprensione reciproca, dolcezza e accoglienza. Tutto questo se non si vuole chiamarlo amore, si potrà trovargli un nome diverso.
Quando si separarono Olinka Vistica e Drazen Grubisic fecero quello che nessuna coppia separata aveva mai fatto prima: istituirono un museo dedicato ai ricordi dell’amore e le storie commoventi e spesso umoristiche di come si sviluppò quell’amore. E come è finita.
Il Museo delle relazioni interrotte, nel centro storico di Zagabria, è diventato un fenomeno internazionale. Decine di migliaia di persone da tutto il mondo hanno inviato oggetti che hanno riassunto o segnato la loro relazione, tra cui un abito da sposa rosso, un’ascia e un modem da un Commodore 64.
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fonte: stileliberoit
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